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Comune Olbia, troppe posizioni organizzative e troppe spese: dipendenti in rivolta

Comune Olbia, troppe posizioni organizzative e troppe spese: dipendenti in rivolta
Comune Olbia, troppe posizioni organizzative e troppe spese: dipendenti in rivolta
Olbia.it

Pubblicato il 19 June 2019 alle 19:18

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Olbia, 21 giugno 2019 - Troppe spese per le posizioni organizzative del Comune di Olbia: a lanciare l'allarme è l'Uil Fpl che - tramite il suo segretario territoriale Francesco Testoni - porta alla ribalta il disappunto dei dipendenti comunali.

"La scrivente O. S. intende manifestare il proprio disappunto per la mancatariduzione delle spese inerenti le Posizioni Organizzative del Comune di Olbiache finge una riorganizzazione della struttura confermando il mantenimentodello status quo nel numero e negli importi delle PO, nonostante le novitàdel nuovo CCNL Funzioni Locali, che imponeva una rivisitazione sostanzialedell’istituto, come peraltro asserito anche dall’ANCI", scrive Testoni in una lunga nota stampa.

"La presenza all’interno nell’Ente di 9 dirigenti e ben 28 figure con delegadirigenziale è da tempo spropositata per le dimensioni del Comune di Olbia - scrive Testoni -.Un dato significativo: nel bilancio dell’Ente tali assegnazioni gravano peroltre € 300 mila contro i 268 mila euro destinati alla produttivitàcollettiva che riguarda la complessività del personale".

Il sindacato mette così a confronto Cagliari e Olbia per far capire bene la problematica.

"Per rendere laevidente la sperequazione attuata dal comune di Olbia, evidenziamo come ilComune di Cagliari con circa 1.500 dipendenti, cinque volte il comune diOlbia, ha previsto 45 figure PO a fronte di 20 Dirigenti, per una spesatotale di € 402 mila. Non crediamo siano necessari ulteriori commenti perevidenziare la sproporzione e l’improprio utilizzo dell’istituto", afferma Testoni.

Da tempo, il sindacato chiede un intervento su questo tema per poter ottenere delle progressioni economiche orizzontali che sono bloccate da oltre 10 anni.

"Le esigue somme reperite e destinate alle progressioni non sono assolutamentesufficienti a soddisfare il malcontento, sfociato in un referendum consultivoin cui oltre il 90% del personale si è espresso ad azioni di protesta come,ad esempio, la volontà di aderire ad uno Stato di Agitazione proposto dalleparti sindacali", continua Testoni.

"A seguito dell’esito del referendum abbiamo ottenuto unformale incontro con il Sindaco il quale ha chiesto collaborazione peraddivenire a soluzioni il più possibile condivise dalla maggior parte deidipendenti.Forte la delusione, soprattutto dopo un’assidua collaborazione sfociante inarticolate proposte che tenevano conto del necessario cambiamento impostodalle norme. Le deliberazioni di riorganizzazione che non tengono minimamenteconto di nessuna proposta fatta, sanciscono un mantenimento dello statodell’arte improponibile rispetto ai cambiamenti normativi", continua il segretario.

Secondo Testoni vi sarebbero delle "discrepanze con gliorientamenti ANCI e ANAC in materia, su cui verrà richiesto autorevole parere in merito".

I punti contestati durante il confronto avvenuto lo scorso 30 aprile sono tanti.

"Tra i più nevralgici i criteri e in generale il sistema di pesatura adottatoche favorirebbe l’attribuzione di incarichi con basse responsabilità, maretribuzioni medio-alte", specifica Testoni.

"Nel contempo, nel certificare il disappunto, la Uil Fpl riattiverà leprocedure sospese relativamente allo Stato di Agitazione auspicando che, nelfrattempo, la controparte recepisca il forte malessere regnante tra lamaggioranza dei dipendenti, ed assumendo decisioni tendenti a raffreddare ilconflitto", conclude il sindacato.