Sardegna: i mammut in miniatura che popolavano l'isola

Olbia, 25 febbraio 2018 -Mammuthus lamarmorai: questo il nome scientifico dei cosiddetti mammut sardi, creature a cui il National Geographic ha dedicato un servizio (come ripreso da La Nuova Sardegna). Il ritrovamento vicino ad Alghero di un frammento di osso risalente al tardo Pleistocene avrebbe confermato la presenza, istituita nel 1883 dal paleontologo Charles Immanuel Forsyth Major, di questi mammut alti circa un metro e mezzo, -meno di un uomo- e pesanti otto quintali. La recente scoperta è stata anche oggetto di una pubblicazione sulla rivista "Comptes Rendus Palevol", a cura di Maria Rita Palombo, Marco Zedda e Rita Teresa Melis, che hanno ulteriormente analizzato il fenomeno degli elefanti nani della Sardegna.

All'interno dell'articolo del National Geographic si parla di come i mammut possano essere giunti in Sardegna e vi siano rimasti per un certo periodo, adattandosi al nuovo ambiente e riducendo le proprie dimensioni, in base al fenomeno evolutivo del cosiddetto "nanismo insulare", osservato in tante isole e specie diverse a livello mondiale.

Nel corso del Quaternario, tra circa 800 mila e 3.500 anni fa, gli elefanti hanno abitato varie isole del Mediterraneo, raggiungendole casualmente a nuoto dal continente. La maggior parte degli elefanti endemici insulari deriva dai cosiddetti "elefanti a zanne dritte" (Palaeoloxodon antiquus), mentre le specie miniaturizzate del genere Mammuthus erano presenti nelle Channel Islands, di fronte alla California (Mammuthus exilis) e nel Mediterraneo solo nell'isola di Creta (Mammuthus creticus) e in Sardegna (Mammuthus lamarmorai). Il progenitore continentale degli elefanti sardi era il cosiddetto mammut di steppa (Mammuthus trogontherii), alto circa 3,9 metri al garrese, con un peso di 9 tonnellate.