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Riforma Enti Locali, riunione ad Abbasanta con i Comuni

Riforma Enti Locali, riunione ad Abbasanta con i Comuni
Riforma Enti Locali, riunione ad Abbasanta con i Comuni
Olbia.it

Pubblicato il 20 January 2015 alle 10:40

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Abbasanta, 20 gennaio 2015 - Una distribuzione equilibrata tra competenze regionali e competenze degli enti locali, il passaggio delle funzioni ai Comuni, la mobilità dei dipendenti, i tempi per il riordino degli Enti locali e il Bilancio 2015, il rafforzamento delle Unioni di Comuni e il confronto con i territori. Sono stati questi i temi principali trattati ieri ad Abbasanta dall’assessore degli Enti locali e Urbanistica Cristiano Erriu, alla riunione con l’Anci e le Autonomie locali, durante la quale ha rassicurato i presenti: “Per la riorganizzazione dei poteri locali in Sardegna è necessario un percorso di discussione e di scelte condivise tra Regione e Comuni. Dobbiamo giungere a una distribuzione equilibrata di poteri, risorse e competenze per la gestione delle politiche di sviluppo oltreché dei servizi e delle funzioni fondamentali, evitando di avere cittadini di serie A e altri di serie B. Questa è la vera rivoluzione da portare a compimento con il riordino degli Enti locali, attraverso un utilizzo intelligente degli strumenti normativi e organizzativi che la nostra Autonomia regionale ci mette a disposizione ”. I nuovi livelli istituzionali.L’obiettivo principale è quello di contrastare la tentazione di un rafforzamento del centralismo regionale, a beneficio di una nuova sussidiarietà capace di valorizzare al massimo le competenze e il ruolo dei Comuni in varie materie - ha detto l’assessore Erriu - in maniera tale che i sindaci siano in grado di gestire i servizi e governare le politiche facendo fronte alle necessità del territorio. Non possiamo pensare di delegare ruolo e competenze ai Comuni senza che questi siano messi nelle condizioni di adempiere alle nuove funzioni unendo sussidiarietà e adeguatezza”. Per ottenere questo risultato, ha sottolineato l’assessore Erriu, è necessario rafforzare il ruolo delle Unioni di Comuni per gestire le politiche di sviluppo e le politiche di servizio e di welfare. I tempi.Il riordino degli Enti locali deve essere realizzato nei tempi giusti - ha spiegato l’esponente dell’Esecutivo regionale - esistono due tavoli ufficiali nei quali è possibile discutere: l’osservatorio degli enti locali istituito con delibera di Giunta e un tavolo tecnico di lavoro in cui Regione, Anci e Upi sono chiamati ad un confronto sui vari e complessi aperti dalla riforma: dal dimensionamento delle regioni storiche dell’Isola alla tema della riallocazione delle funzioni". Il confronto sul territorio. Il titolare degli Enti locali ha ribadito la piena disponibilità da parte della Regione, nonché il preciso impegno a recarsi nei territori per comprendere le esigenze e superare le criticità. “Siamo partiti da griglie definite, come il numero massimo di Comuni che deve fare parte delle Unioni e la definizione del numero degli abitanti, ma siamo aperti al dibattito per calarci dal generale al particolare. Questo processo deve essere portato avanti con spirito di leale collaborazione e per questo convocherò già nei prossimi giorni i tavoli tecnici e politici di lavoro”. Il personale. Un secondo disegno di legge previsto e altrettanto importante, come ha messo in luce l’assessore Erriu, sarà quello sul riordino delle funzioni e sulla diversa eventuale allocazione delle funzioni. “Non sarà un’operazione semplice per questo riteniamo necessario condividere percorsi e scelte operative con rappresentanze istituzionali degli enti locali e stakeholders anche al fine di valorizzare al massimo le risorse ed evitare future sovrapposizioni e duplicazioni di funzioni e competenze”. Bilancio 2015. L’assessore degli Enti locali ha infine manifestato la volontà di attivare quanto prima procedure condivise di programmazione dei fondi europei per le politiche urbane e periurbane inserite nel piano regionale di sviluppo, che serviranno per riavviare una nuova stagione di pianificazione di opere pubbliche attraverso le quali ripensare i centri abitati della Sardegna, le città e le loro periferie.