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Cronaca

Caso Go in Sardinia, centinaia di persone a terra: la Sardegna ripiomba negli anni '80

Caso Go in Sardinia, centinaia di persone a terra: la Sardegna ripiomba negli anni '80
Caso Go in Sardinia, centinaia di persone a terra: la Sardegna ripiomba negli anni '80
Angela Galiberti

Pubblicato il 29 August 2014 alle 17:02

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Olbia, 29 Agosto 2014 - Si aggirano per Stazione Marittima di Olbia con uno sguardo a tratti perso, a tratti arrabbiato. Alcuni giurano che non rimetteranno mai più piede in Sardegna, altri cercano disperatamente informazioni. Mancano solo i panini e l'acqua della Protezione Civile e le file chilometriche sotto il sole, ma il "paesaggio" che in questi ultimi giorni si vede all'Isola Bianca di Olbia ricorda terribilmente quello degli anni '80, quando imbarcarsi su una nave senza ritardi o problemi tecnici era quasi un'utopia. Non siamo però negli anni '80 e questa non è la Sardegna dei tempi andati: siamo nel 2014 e storie di questo tipo fanno il giro del mondo in pochi minuti. Ai turisti lasciati a terra dalla Go in Sardinia non interessano i motivi di tutto ciò. Poco importa se all'origine vi potrebbero essere del carburante sporco, i mancati pagamenti o il forfait della Anek Lines. Importa che un anno di sacrifici per raggiungere la mitica Sardegna è andato in fumo. Importa il dover sobbarcarsi un'ulteriore spesa che non si sa se verrà rimborsata. Importa dover stare ore ed ore buttati in terra straniera senza sapere se e come si riuscirà a partire. Perché non è assolutamente detto che si riesca a trovare un posto sulle altre compagnie o sugli aeroplani che ogni giorno decollano dalla pista del Costa Smeralda. Due famiglie con dei bambini piccoli, questa mattina, sono giunti in porto per riuscire ad accaparrarsi un posto su una delle navi disponibili. Sono stremati e arrabbiati. Vogliono tornare disperatamente a casa. "Non abbiamo avuto nessuna assistenza dalla Go in Sardinia - racconta uno dei turisti -. Abbiamo ricevuto un sms rieri notte che ci diceva che la nostra nave non sarebbe partita. Così stamattina ci siamo precitipati qua per trovare una soluzione alternativa. Il nuovo biglietto ci è costato 450 euro e spero che ci venga rimborsato tutto". Le due famiglie, originarie del Nord Italia, hanno passato le loro vacanze a Budoni e la loro nave parte questa sera. "Non so cosa faremo - ha continuato una dei turisti -. Probabilmente passeremo tutta la giornata in qualche centro commerciale e torneremo qua alle 20 per le operazioni di imbardo. Speriamo solo che ci rimborsino tutto". La situazione all'Isola Bianca, questa mattina, era comunque tranquilla. Nonostante la rabbia e la delusione, i turisti si sono messi in fila ordinatamente per trovare una soluzione alternativa. I momenti peggiori si sono vissuti ieri notte, dopo le 23. La security dello scalo portuale, lasciata da sola a gestire le persone che non hanno trovato sistemazione, ha dovuto assistere a scene poco piacevoli che hanno costretto le guardie giurate a chiamare le forze dell'ordine. Fortunatamente tutto è rientrato nella normalità in pochi minuti, ma è chiaro che questo caos è una bomba pronta ad esplodere. Questi ultimi giorni di agosto sono i più impegnativi per gli scali olbiesi: migliaia di persone, infatti, assaltano porti e aeroporti per lasciare l'isola e tornare alla vita di tutti i giorni sul "continente". Molti di questi, però, hanno scelto la Go in Sardinia e in troppi corrono il rischio di ritrovarsi bloccati in Sardegna senza un'alternativa. Per questo motivo, le istituzioni - coordinate dall'Ammiraglio Nunzio Martello - sono in costante contatto tra loro per trovare soluzioni concrete. L'ultima spiaggia è costringere un armatore a portare all'Isola Bianca delle navi in più per motivi di ordine pubblico. La situazione è, comunque, in continua evoluzione.