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Pubblicato il 05 October 2015 alle 13:46
Olbia, 05 Ottobre 2015 - C'è un sentimento, non positivo, che serpeggia tra le vie della città di Olbia: la diffidenza. Una diffidenza che riguarda la solidarietà nei confronti degli alluvionati. Nel 2013, quando Cleopatra distrusse la casa e la vita di migliaia di persone, decine e decine di volontari si mossero per aiutare gli olbiesi. Le persone si mossero da tutta Italia sia venendo in Sardegna, sia organizzando raccolte fondi. Tutti sanno com'è andata a finire. La Croce Rossa ha impiegato quasi 2 anni a distribuire i 5milioni di euro raccolti, ovviamente non senza polemiche. Dalla diffidenza non si salva nessuno, nemmeno la Caritas, accusata da molti di essere troppo discrezionale nell'aiutare le persone. Tutti hanno paura di appoggiarsi alle associazioni più famose e per questo si muovono autonomamente. Decine di olbiesi condividono informazioni su Facebook per fare arrivare alle persone bisognose ogni genere di prima necessità: passaggi col furgone, lavaggi, detersivi, scope, vestiti. Il mantra, in questa seconda alluvione, è il passaparola. I più "coraggiosi" si affidano alle associazioni olbiesi, che conoscono bene il territorio e le difficoltà. In molti, invece, chiedono che venga aperto il conto concorrente pro alluvionati del Comune: l'unica istituzione che è riuscita a dare in tempi tutto sommato celeri qualche ristoro agli alluvionati.
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