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Pubblicato il 19 October 2017 alle 18:31
Luogosanto, 19 Ott0bre 2017-Un vino sardo tra le migliori cento etichette del mondo: Tìros di Siddùra entra nel pantheon riservato alle produzioni enologiche più apprezzate nel panorama mondiale. Il vino della Cantina Siddùra si è classificato all’84esimo posto nella speciale graduatoria della “World Rankings of Wines & Spirits report” 2017, una sorta di ‘mondiale del vino’ in cui i più affermati e autorevoli giornalisti, scrittori e influencer dell’enologia internazionale hanno valutato quasi 800 mila etichette.
La supercommissione, infatti, ha preso in esame i risultati ottenuti da 700.900 vini in oltre 80 concorsi e wine show negli ultimi dodici mesi, incoronando “Wine of the Year” quelli che, nel complesso, hanno raggiunto un punteggio di almeno 125 punti. Tìros ha conquistato 152 punti ed è l’unico vino prodotto in Sardegna che è entrato a far parte della top cento. Oltre a Siddùra, solo altre tre cantine italiane hanno raggiunto i vertici della classifica.
Tìros, l’internazionale della cantina di Luogosanto, realizzato con i vitigni di Sangiovese e Cabernet Sauvignon coltivati in Gallura, già vincitore di numerose medaglie d’oro conquistate in Italia, Inghilterra, Germania, Francia, Israele e Lussemburgo, ha conquistato anche i palati delle più prestigiose firme del settore. Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra, spiega "Il fantastico risultato del nostro Sangiovese e Cabernet Sauvignon secondo noi può mettere in discussione il concetto stesso di vino autoctono prodotto in Sardegna. Nell’immaginario collettivo, infatti, si è sempre pensato che i vitigni autoctoni su cui puntare fossero soltanto il Cannonau e il Vermentino e gli altri vitigni che, per tradizione e storia, appartengono al nostro territorio. Ma noi abbiamo sempre pensato che questa concezione fosse eccessivamente restrittiva e consideriamo un vitigno autoctono quello che mette radici nel nostro suolo, si nutre di esso e della nostra acqua, anche se originario di un’altra area del pianeta. Proprio come un Sangiovese, o un Cabernet. Nel caso di Tìros, ci pare evidente che il valore aggiunto sia il terroir (l’insieme di condizioni naturali fisiche e climatiche che permette la realizzazione del vino) e non il vitigno in sé. Pensiamo di aver creato un “super sardus” che ha colto i benefici del terroir della vallata di Siddùra."
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