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Origine del toponimo olbiese Mogadiscio

Origine del toponimo olbiese Mogadiscio
Origine del toponimo olbiese Mogadiscio
Marco Agostino Amucano

Pubblicato il 07 April 2019 alle 10:45

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Olbia, 7 aprile 2019- La gradita notizia della pulizia della zona costiera di Mogadiscio, effettuata ieri da parte di un numeroso gruppo di generosi volontari chiamati a raccolta dall’assessore allo Sport Silvana Pinducciu, insieme alle nuove prospettive di valorizzare un’area bellissima, quanto trascurata da decenni, ha posto a molti olbiesi, soprattutto più giovani, anche la domanda sull’origine di un così esotico toponimo. Mogadiscio infatti è l’attuale capitale della Somalia, stato dell’Africa orientale (Corno d’Africa), e lo fu anche della Somalia italiana, che nel 1908, dopo diciannove anni di protettorato, divenne definitivamente colonia, fino al 1941, anno dell’occupazione inglesedurante il secondo conflitto mondiale.

[caption id="attachment_75478" align="aligncenter" width="787"] Il lungomare di Mogadiscio, capitale della Somalia italiana, visto dal Palazzo del Governatore in una foto degli Anni Trenta.[/caption]

Secondo quanto ci riferiva Dionigi Panedda nel suo volume edito postumo, “I nomi geografici dell’agro olbiese”, il richiamo a quella che fu una delle più belle e prestigiose capitali africane nulla a che vedere con il lungomare della stessa, risistemato elegantemente dagli architetti italiani durante il periodo della nostra dominazione coloniale. E nonostante che il litorale della nostra Mogadiscio fosse stato per molto tempo usato per la balneazione degli olbiesi, particolarmente negli anni del Ventennio. Se l'origine del toponimo costiero è cronologicamente legata allo stesso periodo fascista, quando il nome della capitale Mogadiscio divenne più familiare alla cronaca, tuttavia la causa che portò a coniarlo fu tutt'altra, alquanto pittoresca ed assai meno immaginabile.

[caption id="attachment_75482" align="aligncenter" width="2048"] Il porticciolo di "Mogadiscio" oggi in una splendida immagine di Maurizio Casula[/caption]

Fu proprio intorno agli anni Trenta che qualcuno, forse un reduce, secondo Panedda, decise di battezzare col nome di “Mogadiscio” il suo asino. Il simpatico somaro -immaginiamo- “deliziava” il circondario con i suoi ragli, tanto potenti da essere uditi fino all’altra parte della stretta e più profonda insenatura de Sa Foghe, giungendo nitidi alle prime case dell’abitato storico di Terranova. Morta la povera bestia dopo una vita di stenti e fatiche, il suo proprietario pensò bene di abbandonarne, senza troppe cerimonie, la carcassa poco distante, in quel tratto di costa che così dalla defunta bestia da somaprese il nome, e che rimane ancor oggi. E fu così che per una singolare nemesi l’asino Mogadiscio si prese la sua imperitura rivincita dopo morto: tutti si ricordano di lui e del suo nome, ma nessuno ricorda e ricorderà più il nome del poco sensibile e irriconoscente padrone.

©Marco Agostino Amucano

Olbia, 26 marzo 2017

[caption id="attachment_75481" align="aligncenter" width="2048"] La spiaggia di Mogadiscio oggi (foto Maurizio Casula)[/caption]