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Olbia: solidarietà al popolo catalano

Olbia: solidarietà al popolo catalano
Olbia: solidarietà al popolo catalano
Angela Galiberti

Pubblicato il 29 September 2017 alle 15:01

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Olbia, 29 settembre 2017 - Gli studiosi di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali guardano con molto interesse ciò che in questi giorni sta succedendo in Spagna, dove una sua regione - la Catalogna - ha deciso di proclamare unilateralmente la sua indipendenza da Madrid. Una ricerca di "libertà", questa, che va avanti da secoli e che domenica 01 ottobre verrà concretizzata con un referendum sconfessato dallo Stato spagnolo, ma che i catalani vogliono assolutamente celebrare.

Alla Catalunya guarda con sincera simpatia e sincero sostegno la Sardegna: il Governo Pigliaru ha ribadito il suo sostegno alla Generalitat catalana, ma non è il solo a sostenere Barcellona. Anche il Partito Sardo d'Azione ha espresso la sua vicinanza i catalani e questa vicinanza caratterizza anche Olbia e la sua segreteria sardista guidata da Lidia Fancello.

Lo scorso 24 settembre, una delegazione capitana dalla segretaria Fancello - con tanto di bandiere e striscioni - ha compiuto un "blitz" di solidarietà alla Stazione marittima di Olbia. Un "blitz" pacifico, volto a sottolineare l'assoluta vicinanza dei sardisti al popolo catalano che, in queste settimane, sta cercando di ottenere la propria indipendenza. "Il "Comitadu Sardu pro su Referendum de sa Catalunya" rappresentato ad Olbia da Cristiano Sabino del Fronte Indipendentista Unidu e da Lidia Fancello del Partito Sardo d'Azione, ha effettuato una occupazione simbolica della stazione marittima olbiese, per manifestare solidarietà al Popolo Catalano e per informare intorno allo strano e inquietante noleggio di tre navi civili di due note compagnie di navigazione italiane al Governo spagnolo che le sta usando come presidio di polizia nella rada di Barcellona - si legge in una nota stampa -.Rammentiamo che il prossimo 1 ottobre è convocato dalle autorità catalane il referendum vincolante sull'indipendenza osteggiato in maniera autoritaria dal governo di Madrid.Non vorremmo arrivare a pensare che l'Italia, sia pure attraverso armatori privati, possa ancora una volta sostenere una azione repressiva contro l'esercizio della funzione democratica". Domenica in Catalogna, come osservatore internazionale, ci sarà anche Cristiano Sabino: con lui seguiremo l'evolversi della situazione in diretta.

La vicenda catalana rappresenta un unicum in Europa per forza e modalità di espressione. Non che il Vecchio Continente sia nuovo a forze centrifughe: basti pensare al Belgio e alla sua evoluzione federalista caratterizzata da nazionalismi 'linguistici' piuttosto marcati tra fiamminghi e francofoni che hanno portato lo Stato belga a un equilibrio molto particolare. L'Europa sa bene cosa significa cercare indipendenza ed equilibri; la Catalogna, che sulla sua identità culturale e politica lavora da secoli, esprime perfettamente questo sentimento e lo sta facendo in modo democratico usando lo strumento che la democrazia mette in mano al popolo: il voto. Lo Stato spagnolo non ha molte frecce al suo arco: può intervenire militarmente (esacerbando ulteriormente gli animi e spingendo ancora di più i catalani verso una risoluzione non pacifica della controversia), oppure può prendere atto della situazione e mettere mano alla sua organizzazione statale trasformandosi in un vero stato federale. Cosa accadrà? Lo scopriremo domenica 01 ottobre.