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Cronaca

Viddalba: tra storia, natura, benessere e i gustosi carciofi

Viddalba: tra storia, natura, benessere e i gustosi carciofi
Viddalba: tra storia, natura, benessere e i gustosi carciofi
Laura Scarpellini

Pubblicato il 19 September 2020 alle 18:28

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Viddalba, 20 settembre 2020 - L'occasione per una gita fuori porta può arrivare dalla voglia di andare alla scoperta di un caratteristico centro agricolo che troviamo proprio a confine tra Gallura e Anglona, nel Nord Sardegna.

Viddalba è una meta per gli amanti del turismo attivo e di sicuro interesse naturalistico e archeologico.

Il caratteristico centro urbano con i suoi 1.800 abitanti e situato ai margini della piana del basso corso del Coghinas. Qui la lingua e le tradizioni galluresi sono molto sentite.

La sua posizione di poco a sud di Badesi e in prossimità dalle splendide spiagge del golfo dell’Asinara, ne fanno la meta prediletta tutto l’anno per gli amanti della vela, windsurf e kitesurf.

Si ha traccia di Viddalba per le prima volta come Villa Alba (paese bianco), nei condaghes di san Pietro di Silki e di san Michele di Salvennor (XI-XIII secolo). Si racconta di leggendarie incursioni nelle vicine frazioni del borgo, del famoso "muto di Gallura", un temuto bandito sordomuto esistito verso la fine XIX. Figura leggendaria della storia locale.

Se in passato la principale risorsa economica era da ritrovarsi nell'allevamento, oggi ad essere protagonista sul territorio è il turismo. I prodotti della terra però rimangono una preziosa risorsa e sono famose le angurie locali, i pomodori, ma specialmente i gustosi carciofi spinosi.

Gli appassionati di storia e archeologia qui trovano l'ambiente stimolante, ricco di testimonianze e tante occasioni per esplorare il territorio circostante. A quanto risulta dagli scavi effettuati la zona di Viddalba fu attiva dal Neolitico. In prossimità del santuario di San Leonardo sono presenti ancora i ruderi di un villaggio nuragico su cui venne costruita la necropoli di san Leonardo. Qui sono stati rinvenuti numerosi reperti tra corredi funebri e decine di steli funerarie finemente decorate. Tali ornamenti costituivano il ‘segnacolo’ di tombe a incinerazione e oggi vengono custodite nel museo civico archeologico che risulta essere una delle principali esposizioni della provincia di Sassari.

Gli appassionati di trekking ed equitazione invece potranno perdersi tra le tipiche strade rurali che lambiscono i caratteristici stazzi immersi nella natura selvaggia della terra sarda È possibile dirigersi verso il Monti Ruiu, o verso il monte San Gavino, dove venti "vie chiodate" attendono gli amanti del parapendio e del climbing. A quota 800 troviamo la chiesa di San Gavino a monte, dove si festeggia il primo maggio.

Gli amanti della pesca sportiva e del kayak o del birdwatching troveranno irresistibile il richiamo del tratto viddalbese del Coghinas che qui scorre tra profumati boschi di pini ed eucalipti. Il fiume ospita gallinelle d’acqua, anguille, spigole, tinche e carpe. Lungo le sue sponde è facile scorgere aironi e folaghe.

Trova spazio anche il benessere a soli pochi minuti dal paese dove lungo la sponda del fiume troviamole terme di Casteldoria: le sue acque salso-bromo-iodiche con proprietà curative venivano già sfruttate dagli antichi romani. L'acqua sgorga a oltre 70 gradi, donando grandi benefici.

Seguendo il fiume a valle si arriva alla scoperta della chiesa romanica di san Giovanni evangelista, risalente al XII secolo e poi ricostruita.

Il tradizionale matrimonio gallurese qui vive la sua massima espressione sfilate a cavallo, con gare poetiche e canti e balli popolari. Gli appuntamenti principali sono legati alle cadenze religiose danno vita a feste e sagre in cui fanno bella mostra i tradizionali abiti, e i canti sardi. Ogni occasione è buona per degustare i piatti della tradizione gallurese tra carni, formaggi e ottimi vini.