Olbia - Un segnale forte, ma soprattutto a pesante carica simbollica.
Perchè quella cera, prima rubata e poi sciolta sullo scivolo per i disabili di Piazza San Simplicio,
deve rimanere un caso isolato. Una
cavolata unica, severamente punita,
che non può e non deve essere presa ad esempio dai più e meno giovani. Perchè il rispetto della cosa pubblica non riguarda solo gli adolescenti, ma anche i genitori e gli adulti in generale. "Abbiamo scelto di addebitare il costo della riparazione alle famiglie - racconta il Comandante della Polizia locale Gianni Serra - per dare un forte segnale a tutta la città, affinchè tutti capiscano che danneggiare qualcosa ha delle conseguenze. Questa mattina sono state formalizzate le ordinanze ingiunzione di pagamento alle tre famiglie coinvolte". Di rado le forze dell'ordine riescono a beccare di chi danneggia proprietà pubbliche e private. Forse proprio per questo l'ondata di indignazione della società civile è stata tanto forte, a tratti
esagerata. Per giorni, sui social network è rimbalzato un dibattito feroce nel quale si sono contrapposti due schieramenti: i "
colpevolisti" e i "permessivisti".
Due estremi che hanno usato anche linguaggi estremi, sordi alle ragioni gli uni degli altri. Perchè se è vero che, dal punto di vista matieriale, il danno fatto dai quei tre minorenni non è certamente così pesante, è altrettanto vero che il gesto compiuto è stato molto grave poichè si è andati a toccare non una semplice piazza degradata lasciata a sè stessa ma un monumento storico-religioso inaugurato da appena 10 giorni. La notizia, infatti, non era tanto la gravità del danneggiamento, quanto il
luogo e la
tempistica. La Gedi - la società che si è occupata dell'appalto Urban Center - ha fatto una stima dei danni. Le tre famiglie dovranno dividersi una spesa di poco più di
500 euro per la pulizia del tratto "incerato" dai tre adolescenti. Cifra tenuta bassa dalla scelta di pulire il blocco di granito invece che rifare il tratto ex-novo. Il messaggio che l'amministrazione comunale vuole dare è semplice:
chi rompe paga. Non si tratta di voler punire dei giovani perchè sono giovani. Si tratta semplicemente di responsabilizzare ragazzi e famiglie sugli effetti che determinate azioni possono avere - anche sul portafoglio. Perchè anche le ragazzate, fatte senza pensarci troppo, possono avere delle conseguenze da Codice Penale.