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Vaccini, no alla seconda dose Astrazeneca in caso di trombosi: ecco le indicazioni Aifa

L'Agenzia del Farmaco invia una nota informativa

Vaccini, no alla seconda dose Astrazeneca in caso di trombosi: ecco le indicazioni Aifa
Vaccini, no alla seconda dose Astrazeneca in caso di trombosi: ecco le indicazioni Aifa
Camilla Pisani

Pubblicato il 08 June 2021 alle 06:00

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Olbia. I soggetti che, in seguito alla somministrazione della prima dose del vaccino Vaxzevria (Astrazeneca), sono stati soggetti a trombosi non dovranno ricevere la seconda dose: è quanto afferma Aifa, l’agenzia nazionale del farmaco, in una nota informativa dedicata ai professionisti del settore sanitario. Il siero Vaxzevria è infatti controindicato nei soggetti che hanno presentato sindrome trombotica trombocitopenica (TTS) in seguito alla precedente vaccinazione, che saranno pertanto vaccinati in seconda dose con un diverso siero. La TTS richiede una gestione clinica specializzata; gli operatori sanitari devono consultare le linee guida applicabili e/o consultare specialisti (ad esempio, ematologi, specialisti nella coagulazione) per diagnosticare e trattare questa condizione. I soggetti con diagnosi di trombocitopenia insorta entro tre settimane dalla vaccinazione con Vaxzevria devono essere attivamente valutati per segni di trombosi. Allo stesso modo, i soggetti che presentino trombosi entro tre settimane dalla vaccinazione devono essere valutati per trombocitopenia. Vaxzevria è indicato per l'immunizzazione attiva nella prevenzione di COVID-19, malattia causata dal virus SARS-CoV-2, in soggetti di età pari o superiore a 18 anni. Una combinazione di trombosi e trombocitopenia, in alcuni casi accompagnata da sanguinamento, è stata osservata molto raramente dopo la vaccinazione con Vaxzevria. Tale manifestazione include casi gravi che si presentano come trombosi venosa, anche in siti di insorgenza insoliti, come la trombosi cerebrale dei seni venosi, e la trombosi venosa splancnica, nonché la trombosi arteriosa in concomitanza con la trombocitopenia. Alcuni casi hanno avuto un esito fatale. La maggior parte di questi casi si è verificata nelle prime tre settimane successive alla vaccinazionee si è verificata soprattutto nelle donne di età inferiore ai 60 anni. Gli operatori sanitari devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi quali respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente, visione annebbiata, confusione o convulsioni dopo la vaccinazione oppure ecchimosi (petecchia) in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni, deve consultare immediatamente un medico. L’AIFA, nell'emanare la nota informativa, coglie l’occasione per ricordare a tutti gli operatori sanitari l’importanza della segnalazione delle sospette reazioni avverse da farmaci, quale strumento indispensabile per confermare un rapporto beneficio rischio favorevole nelle reali condizioni di impiego. Le segnalazioni di Sospetta Reazione Avversa da farmaci devono essere inviate al Responsabile di Farmacovigilanza della Struttura di appartenenza dell’operatore stesso.