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Cronaca

Uranio impoverito: regista gallurese mette in riga i militari

Uranio impoverito: regista gallurese mette in riga i militari
Uranio impoverito: regista gallurese mette in riga i militari
Laura Scarpellini

Pubblicato il 05 April 2019 alle 13:41

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Olbia, 5 aprile 2019 - Si è riunita ieri presso la Camera dei Deputati a Roma la IV Commissione Parlamentale con un Convegno sull'uranio impoverito.

Ha suscitato un interessante confronto il discorso introduttivo ai lavori ad opera della regista di "Balentes", Lisa Camillo .

Presenti all'incontro: Giulia Grillo Ministro della Sanità,Giampiero Scanu Presidente IV Commissione Parlamentare, Domenico Leggiero Osservatorio Militare Teatri Internazionali,On. Gianluca Rizzo Presidente IV Commisione Difesa della Camera e a sinistra Avv. Tartaglia Osservatorio Militare, eDr. Darko Laketic presidente commissione Serbia sull’uranio impoverito.

Il suo documentario uscito in Australia e negli Stati Uniti a breve sarà in Italia e siamo certi che non lascerà indifferenti nessuno.

Dai social post che stanno facendo il giro del mondo, cogliamo alcuni passaggi dell' intervento portato alla Camera da questa meravigliosa donna dall'aspetto più che gradevole che racchiude una personalità di raro spessore e di una grande sensibilità.

"Dopo tanti anni di silenzi, omertà e negazionismo da parte di molti dirigenti statali, sembrava si fosse aperto un tavolo di dialogo, subito messo in discussione con un tavolo “interno”, aperto a soggetti quanto meno discutibili. Il mio ultimo documentario “Balentes – I Coraggiosi”, (interamente auto-finanziato con il Crowdfunding), tenta di dar voce a quei sardi che da anni si battono per la loro terra, letteralmente presa d’assalto dagli eserciti di mezzo mondo. Su terra sarda si testano armi e missili, con risultati devastanti sul piano naturalistico, archeologico-patrimoniale ed umano."

"Qui non si ammalano solo i militari. Qui si sono ammalati i civili che abitano nei pressi dei grandi poligoni militari; si sono ammalati capi di bestiame; si è ammalata la nostra bellissima terra. Una terra trattata male, violata, quasi venga considerata come un’Italia di Serie B e i sardi ammalati, solo “danno collaterale”.

"Nel paese di Escalaplano in particolare, che si trova nella traiettoria delle nubi di fumo dalle bombe esplose nel poligono sperimentale, nel 1988 si sono verificati malformazioni pari al 25% delle nascite totali.Peggio ancora, il 65% dei pastori che pascolavano attorno o all’interno del poligono hanno sofferto di tumori, leucemie e neoplasie. Benché il popolo sardo sia rinomato per la sua longevità, ora sappiamo che ha uno dei più elevati tassi di tumori in Italia."

"Quindi, Gentile Ministro Grillo, ringraziandola per il lavoro svolto in commissione, mi appello a Lei poiché abbiamo bisogno assoluto di uno studio completo sulle casistiche tumorali in Sardegna".

"Ministro Trenta, è inoltre necessario fare un attento monitoraggio su quello che viene usato all’interno dei poligoni sardi, poiché le sostanze radioattive e i metalli ad altissima densità, presenti in buona parte degli armamenti, generano, quando colpiscono il bersaglio, temperature molto alte che disperdono nella natura, nuvole di nanoparticelle, che sono causa delle patologie trovate nei nostri militari in missione nei Balcani."

"Ancora oggi, nel 2019 la Sardegna continua ad essere terra di povertà, disoccupazione e spopolamento. Ben tre poligoni militari attivi: Capo Frasca, Capo Teulada e Salto di Quirra limitano la circolazione delle imbarcazioni scoraggiando così il turismo".

"Le carte nautiche parlano chiaro: "Firing Danger Area" - Zona di pericolo per sparo.Il potenziale benessere del turismo nautico non viene distribuito anche a tutti gli altri comuni costieri e i giovani sardi, come me, continuano a fuggire all'estero in cerca di lavoro".

"Noi non vogliamo uno Stato che specula sulla distruzione del proprio ambiente, incurante del danno alla salute dei propri cittadini;
vogliamo e chiediamo uno Stato più umano e più rispettoso dell'ambiente e della salute del proprio popolo"

Non resta che unirci al pensiero di questa donna augurandoci che la Sardegna possa continuare ad avere un futuro agro-pastorale e turistico, rendendo felici non solo i suoi abitanti ma tutti coloro che amandola nel mondo ce la invidiano.