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Cronaca

Turismo, dati positivi ma stagionalizzati: cliché frenano crescita

Turismo, dati positivi ma stagionalizzati: cliché frenano crescita
Turismo, dati positivi ma stagionalizzati: cliché frenano crescita
Dénise Meloni

Pubblicato il 29 June 2017 alle 16:49

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Olbia, 01 Luglio 2o17 - Negli ultimi 10 anni si è assistito ad un incremento del turismo internazionale in tutta l'Isola: il 74% approda in Sardegna per il mare e le spiagge, l'8% è attratto dalla ricchezza culturale, dato infelice rispetto ai competitor come la Sicilia e la Puglia. Il 56% dei turisti arriva in sardegna per la bassa stagione mentre Sicilia e Puglia riescono ad incrementare l'afflusso dal 65% al 70% .

La Sardegna rimane un polo di attrazione per l'agriturismo e l'enogastronomia mentre non riesce a catturare l'interesse del turismo fieristico e congressuale internazionale. Piras e Porcu del CNAsostengono che per destagionalizzare il turismo in Sardegna sia necessario promuovere un'immagine dell'isola che sia moderna ed innovativa, destinato ad un target dove il focus abbia una caratura culturale.

La Sardegna ha un patrimonio culturale immenso, si pensi ai siti archeologici, ai musei, alla ricchezza artistica, al fascino delle comunità dell'entroterra. Nonostante questo non si riesce a superare il cliché Sardegna uguale mare e spiagge a differenza di Sicilia, Calabria e Puglia che riescono a catalizzare il turismo internazionale attratto non solo dalle bellezze naturali ma anche da quelle culturali.

In Sardegna si ha la cronica incapacità di valorizzare il patrimonio culturale vastissimo. Riuscire ad attrarre un target diverso, significa avere un risultato diverso anche in termini economici per ciò che riguarda quello che spendono i turisti nell'isola. Il Cna ha rilevato che la spesa dei turisti si limiti al viaggio, vitto e alloggio senza incidere particolarmente sull'indotto. Nel 2016 (dati della Banca d’Italia) la permanenza media di un visitatore straniero è stata pari a circa10 notticon unaspesa pro-capite intorno ai 910 euro(escludendo le spese di viaggio per raggiungere l’Isola).

Una strategia efficace di destagionalizzazione del turismo regionale deve guardare ai mercati internazionali, promuovendo un’offerta che sia in grado di intercettare una domanda in rapido mutamento e alla ricerca di modalità alternative e innovative per trascorrere le proprie vacanze”, spieganoPierpaolo PiraseFrancesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna, commentando il dossier -. “Il problema della Sardegna, oggi, è riuscire ad affrancarsi da un’immagine unicamente incentrata sul sole e sulla bellezza del proprio mare. Nonostante in questi anni sia cresciuta la quota di turisti internazionali, l’elemento di forte stagionalità di fatto persiste; una circostanza che non sorprende, dato che, come visto nell’ analisi, quasi il 75% dei viaggiatori stranieri arriva in Sardegna con l’idea di trascorrere una vacanza balneare. Anche nel confronto con altre realtà del Sud, nel turismo della Sardegna manca l’elemento storico-culturale e artistico, fortemente presente, ad esempio, in regioni competitors come la Puglia e la Sicilia dove le presenze straniere sono distribuite più omogeneamente nel corso dell’anno. Alla nostra regione non manca certo il patrimonio, ma la consapevolezza, e forse anche la volontà, di puntare sulle sue enormi ricchezze e sul rinnovamento di un’immagine ormai stereotipata”.

“Per cogliere le sfide del mercato– concludono i vertici della Cna sarda –è necessario promuovere un’immagine nuova e moderna dell’isola, indirizzata ad un target turistico che vada oltre la classica vacanza in un resort o in un villaggio vacanze. Inoltre la valorizzazione delle filiere agroalimentari e dell’artigianato tipico deve essere elemento centrale per una strategia di medio-lungo termine efficace e funzionale ad un’idea di sviluppo turistico moderno, equilibrato e sostenibile”.