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Cronaca

Turismo e turismi. Matteo Langiu e il couchsurfing: case aperte al mondo (gratis!)

Turismo e turismi. Matteo Langiu e il couchsurfing: case aperte al mondo (gratis!)
Turismo e turismi. Matteo Langiu e il couchsurfing: case aperte al mondo (gratis!)
Angela Galiberti

Pubblicato il 06 August 2015 alle 18:22

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Olbia, 06 Agosto 2015 – La Sardegna non è solo meta di turisti mordi e fuggi e amanti del lusso, ma anche di veri e propri viaggiatori: persone che, a prescindere dal ceto sociale e dal reddito, amano vivere i posti in cui viaggiano al 100%, frequentando i residenti e scoprendo le loro abitudini e tradizioni. Pochi lo sanno, ma proprio la Sardegna è una delle mete predilette da questo segmento turistico e le stime parlano di 700mila persone che, ogni anno, mettono piede nell'isola per imparare a vivere sardo tra e con i sardi. Anche Olbia fa parte di queste mete grazie, tra gli altri, a Matteo Langiu e alla sua coloratissima casa situata a due passi dal mare e in pieno centro. Matteo mette a disposizione il suo “divano” ai viaggiatori di tutto il mondo in modo gratuito: i viaggiatori lo “ripagano” condividendo spazi, spesa, racconti ed emozioni. Il fenomeno è globale e si chiama CouchSurfing: ci sono portali, applicazioni e servizi appositi per questi viaggiatori e per chi mette a disposizione un divano, un letto o un materassino. E' un modo completamente diverso di fare turismo, molto più cheap rispetto a quelli tradizionali, ma non per questo meno interessante dal punto di vista economico.

Ho iniziato quasi per gioco nel 2008 – racconta Matteo Langiu –. Ho aperto un account di couch surfing e ho iniziato piano piano. Adesso ho molte referenze e posso anche scegliere chi ospitare. Mi colpiscono le persone positive, solari, che hanno qualcosa da dare e raccontare”.

Matteo Langiu, grazie a questa esperienza di couchsurfer, ha ospitato 500 persone provenienti da tutto il mondo. A questo punto si può pensare che i viaggiatori di questo tipo siano poveri e fricchettoni, ma la realtà è molto diversa e molto più variegata. “Ho ospitato un professore tedesco di 50 anni con la figlia – continua il giovane olbiese –. Lui viveva a Berlino, oltre il muro, ed è stato uno dei primi a oltrepassarlo il giorno della sua caduta. Poi da qui sono passati una biologa marina, una giornalista, un ingegnere. Non si viaggia in questo modo perché si hanno pochi soldi, ma perché si vive il viaggio in maniera totalmente differente. Alcuni dei miei ospiti sono poi tornati ad Olbia con tutta la famiglia e hanno alloggiato nelle strutture ricettive della città. Altri stanno continuando il loro viaggio per il mondo. Altri ancora proseguono la scoperta della Sardegna”.

Nell'isola sono 6000 i couch surfer: alcuni non sono attivi, altri viaggiano solamente, altri ancora aprono le loro case al mondo come Matteo Langiu. Questo via-vai continuo di persone, emozioni ed esperienze sta cambiando la vita del nostro giovane olbiese. Matteo non parlava inglese quando ha iniziato: adesso lo parla fluentemente. I suoi amici frequentano abitualmente la casa e anche loro sperimentano l'apprendimento delle lingue straniere attraverso i viaggiatori.

Vorrei che si capisse che questo non è un turismo povero e che la Sardegna non può contare solo sulla Costa Smeralda e sul quel modello di turismo – sottolinea Matteo Langiu –. La mia idea è quella di aprire un'associazione, di creare collaborazioni con le aziende del territorio e di aprire una sorta di ostello che non sia solo un ostello, ma anche un centro culturale aperto alle associazioni cittadine”.

Al giovane olbiese non interessa lucrare, bensì trovare il modo di sviluppare questo tipo di turismo senza spennare il turista. I viaggiatori che utilizzano il couchsurfing, infatti, possono risparmiare sull'aereo o sull'alloggio, ma spendono i loro soldi nel cibo, nei servizi e nel divertimento di qualità. Se il loro scopo è conoscere la cultura del posto, non possono fare a meno di investire i loro denari in tutto ciò che è genuinamente locale: cibo e cultura in primis. E se la spesa media giornaliera è di 20 euro e la permanenza media stimata è di 3 giorni, questo settore vale all'anno circa 42milioni di euro. Può sembrare una cifra piccola, ma questo settore ha grossi margini di crescita e interessa le in modo diretto le piccole aziende locali.

Questi viaggiatori non vengono in Sardegna solo d'estate, ma durante tutto il corso dell'anno – sottolinea Matteo Langiu –. Giusto a Dicembre e Gennaio non viene nessuno. Il problema è che la stagione turistica è troppo breve, anche dal punto di vista normativo, e quando questi viaggiatori vengono in periodi al di fuori dell'estate trovano poco o nulla da fare”. In pratica c'è un segmento del turismo mondiale che già pratica la destagionalizzazione, solo che gli operatori – almeno quelli dei servizi – non se ne sono accorti e quando se ne accorgono poco possono fare per accogliere queste persone.

Quando finisce la stagione turistica, gli stabilimenti devono sbaraccare tutto – continua il giovane olbiese –, invece potrebbero rimanere aperti sulle spiagge in qualche altro modo proprio per questo tipo di turismo”.

Matteo ha le idee chiare e spera di trovare un investitore in breve tempo per avviare il suo particolare ostello. L'obiettivo è trovare una struttura grande in città e aprirla alla città stessa e al mondo senza spennare nessuno e senza lucrarci. “La Costa Smeralda non è l'unico turismo che si può fare in Sardegna – sottolinea Matteo Langiue la Sardegna non è certamente solo Costa Smeralda. Non a tutti piace quel tipo di turismo. Ci sono persone che desiderano altro e bisogna puntare anche su di loro”.

Matteo, la cui vita sta cambiando in meglio proprio grazie a questo continuo via-vai di persone e storie, sta raccogliendo in un video tutte le testimonianze dei suoi viaggiatori. Testimonianze che hanno come oggetto la Sardegna, i suoi pregi e suoi difetti. Il video che Matteo ha inserito su youtube, e che noi di Olbia.it linkiamo, è molto bello e significativo: vale la pena vedere i volti di queste persone e ascoltare ciò che hanno da dirci.