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Cronaca

Tribunale di Olbia, il Comitato civico: vogliamo chiarezza. Giovannelli: sede ad Olbia a prescindere dagli eletti

Tribunale di Olbia, il Comitato civico: vogliamo chiarezza. Giovannelli: sede ad Olbia a prescindere dagli eletti
Tribunale di Olbia, il Comitato civico: vogliamo chiarezza. Giovannelli: sede ad Olbia a prescindere dagli eletti
Angela Galiberti

Pubblicato il 20 February 2013 alle 16:41

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Olbia – Meno partecipata della precedente, ma sempre combattiva anche a costo di vociare e fischiare per chiedere chiarezza e fatti. L'assemblea pubblica organizzata dal Comitato civico per l'istituzione del Tribunale ad Olbia è stata anche questo. Perché il mantra è “non fare sconti a nessuno” e martedì sera, nella sala rossa dell'Expò di via Porto Romano, l'hanno capito tutti. In particolare i candidati alle politiche non presenti in sala a causa di impegni elettorali precedentemente presi. Uno sgarbo – obbligato per la verità – che non è piaciuto ai componenti del Comitato che proprio martedì hanno presentato pubblicamente una bozza di legge in favore del Tribunale ad Olbia. A subire gli strali dell'assemblea è stata la politica gallurese, ma in particolare il Partito democratico rappresentato in aula da Silvia Ruzitto (Giovani democratici), Pietro Spano (consigliere comunale), Gerardo De Luca (coordinamento provinciale Pd). Perché a loro sono state rivolte le parole più accorate del portavoce Ciriaco Pileri, ovvero: “Non abbiamo capito la vostra posizione!”. Ma qual è la posizione del Partito democratico? E' davvero così nebulosa? Effettivamente le opinioni espresse dai piddini non sono state il massimo della chiarezza. “Dobbiamo chiedere la sezione distaccata perché c'è la spending review – ha affermato la giovane democratica Ruzittu – altrimenti chiuderanno Olbia e Tempio insieme!”. Peccato la sezione distaccata sia già chiusa e che Tempio rischia molto di più se gioca in solitario perché non ha un numero congruo di dipendenti per reggere adeguatamente il carico di lavoro che proviene da Olbia. “Non dobbiamo fomentare campanilismi che potrebbero portare solo a una frattura della Gallura” ha tuonato De Luca. Purtroppo l'equilibrismo politico alla Walter “Crozza” Veltroni (“siamo olbiesi ma anche tempiesi” - parafrasando il comico genovese) casca proprio male perché a disotterrare l'ascia di guerra è stata Tempio: prima con i locali messi a disposizione dall'amministrazione comunale quando ancora non era certa la chiusura del presidio olbiese, poi con i provvedimenti operativi del Presidente del Tribunale Gemma Cucca che hanno chiuso de facto l'ufficio giudiziario di Olbia. Infine non è mancata l'ingenuità manifesta. “Anche io ho creduto nell'articolo 8 della riforma. Ci ho creduto come voi. E' stata una speranza, poi è diventata una supposta” ha dichiarato Pietro Spano. Sostanzialmente avvocati e piddini parlano due lingue diverse. Gli avvocati chiedono una posizione netta (“tribunale ad Olbia”), Il Partito democratico – che ha una forte rappresentanza a Tempio – ha difficoltà ad essere così netto nelle sue posizioni. Cosa che invece può permettersi il sindaco di Olbia Gianni Giovannelli, la cui maggioranza ha un impronta piddina molto forte. Giovannelli non ha mai fatto mistero di preferire il “tutto ad Olbia” in caso di un taglio ai presidi giudiziari – cosa che si è puntualmente verificata nonostante il pressing dei parlamentari sul Ministro Paola Severino. In ogni caso, al netto delle polemiche, bisognerà far passare le elezioni per capire come muoversi. Giovannelli sta aspettando di capire chi sarà l'interlocutore governativo. Non appena si avrà un volto “Chiederò subito un incontro al Guardasigilli per sollecitare l'istituzione del Tribunale ad Olbia, a prescindere dall'opinione dei futuri eletti galluresi” ha dichiarato il Sindaco. Intanto rimangono i problemi, le difficoltà, l'imbarazzo di chi in Tribunale ci lavora. “Non possiamo riferire cosa ci dicono durante la pausa caffè – ha sottolineato l'avvocato Christian Cicoria – ma tra le forze dell'ordine e i giudici, quando si rinviano le udienze a Tempio di due anni, aleggia un misto di rabbia e imbarazzo”. Evidentemente il "tutto a Tempio" non è poi così trendy come sostengono i falchi tempiesi.