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Tribunale al collasso, la lettera: "Nel nostro territorio la giustizia è negata"

Tribunale al collasso, la lettera:
Tribunale al collasso, la lettera:
Olbia.it

Pubblicato il 26 September 2019 alle 16:19

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Olbia, 26 settembre 2019 - Riceviamo e pubblichiamo la lettera del dott. Carlo Selis: avvocato e Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Tempio. Una lettera rivolta alle istituzioni che spiega i motivi che stanno portando gli avvocati galluresi a scendere in trincea per il Tribunale tempiese che, oggi, versa in una situazione gravissima.

Ai rappresentantipolitici nazionali della Gallura Ai Sindaci dellaGallura e della Sardegna Ai rappresentantidelle Forze dell'Ordine Ai rappresentantidelle Parti Sociali Egregi Signori,

immaginoabbiate appreso dagli organi di stampa che l'Assemblea degliAvvocatidel Foro di Tempio Pausania ha proclamatoun'astensionedalleudienze, a far data dal prossimo 30 settembre e “aoltranza”,ossia senza indicazione di una fine dell'agitazione.

Lo“sciopero” seguirà quello già promosso dallaassociazionerappresentativa dei colleghi penalisti: di fatto gliAvvocati hannoiniziato laloro protesta il 23 settembre e non laterminerannosinché non avranno avuto soddisfazione. Sitratta, lasciatemelo dire prima di entrare nel meritodellaquestione, di una decisione dolorosa e sofferta che gli Avvocati, chesonolavoratori e che vivono dei risultati che riescono adottenerein tribunale, pagheranno cara, e di tasca: non solo,infatti,vedrannoparalizzata senza termine la loro principale fontedisostentamento, ma saranno costretti a pagare dellesanzionipecuniarie per avereadottato una forma di protesta che escedagliordinari canoni previsti da una norma volta a “normalizzare”ildiritto di sciopero nei serviziessenziali quale è, appunto,quellodella Giustizia. Perchéprotestiamo, dunque?

Protestiamoperché nel nostro territorio, di fatto, la Giustizia, incuicrediamo e alla quale dedichiamo la nostra vita professionale, ènegata.

Lepiante organiche dei lavoratori giudicanti,requirenti,amministrativi, calibrate su statistiche (di popolazione, dicausependenti e dinuova iscrizione) vecchie di un secolo e mezzo,sonocomunque ridotte in maniera ormai cronica.

Unamanciata di giudici (il numero è purtroppo assai variabile, masiconta sulle dita delle mani, più spesso di una mano sola),coadiuvatoda un altrettanto carente numero di pur volenterosiimpiegatiamministrativi, gestisce attualmente il numeroimpressionante di22.000(ventiduemila!) processi pendenti, cheaumentano e si accumulano di annoin anno.

Perintenderci, i “nostri” giudici hanno un carico di lavoro che ècircatriplo rispetto ai loro colleghi che lavorano negli altritribunali sardi. Questasituazione, si badi, non è frutto di una congiuntura sfavorevoleodi un momento transitorio, ma è la realtà quotidiana cheormaidalustri siamo costretti ad affrontare e che si traduce in untasso diprescrizione nei processi penali che, triste primato!, nonhaparagoniin Italia (dagli ultimi dati pare che si arrivi all'80%diestinzioni per prescrizione), e in un settore civile lentissimoeinefficiente.

Equesto accade in un territorio fortunatamente ancora vivace dalpuntodi vista economico - la “locomotiva” della Sardegna – chepotrebberendere ancora di più se fosse affiancata da un tribunaleefficiente edefficace (nel risolvere i conflitti, per recuperare icreditiecc.), cheallo stesso tempo ospita fatti criminali diassoluta gravità, in ragionedella collocazione geografica (il portoe l'aeroporto di Olbiasonostrategici nel Mediterraneo, anche per itraffici illeciti) e deglienormi interessi economici (si pensi aiflussi di denaro legatial“fenomeno” Costa Smeralda). Einvece oggi il Tribunale di Tempio è un “male necessario”, unluogo incui si deve per forza andare per cercare di far valere undiritto,macon speranze ogni giorno più flebili di otteneregiustizia. La minuscolanon è purtroppo casuale. Quelladi noi Avvocati, dunque, non è una protesta “per” gliAvvocati,non solo.

Èla protesta per la dignità di un intero territorio, dei cittadinichetutti i giorni rappresentiamo davanti alle istituzioni e cheoggi, e nondaoggi, sono trattati da cittadini di serie inferiori,figli di deiminori: costretti troppo spesso a rinunciare a farvalere i propridiritti perchéamaramente certi di non poter contaresu un luogo in cuila Giustizia possa essere celebrata. Eallora gli Avvocati della Gallura, come loro uso “in nome e perconto”dei cittadini che rappresentano, chiedono che chiunquegestisceunpezzetto di qualsiasi potere (politico, economico,sociale) faccia lapropria parte per far sì che in questo territoriola Giustiziavengaamministrata “in nome del Popolo” e non controdi esso.

Cheassieme a loro chieda più risorse, maggiore attenzione,uncoinvolgimentodiretto nell'individuazione delle soluzioni aquestasituazione che ormai non può più attendere. Perquesto motivo e con questo scopo sin da ora vi annuncio che abreveverrà convocata una nuova Assemblea, volta averificareerinsaldare le ragioni della nostra protesta, cui verretetuttiinvitati, nella speranza di poter creare un fronte comune che possafar sentirela propria voce nei luoghi in cui si decide lanostrasorte. Viringrazio già per quanto farete e, a nome di tutti gli Avvocaticherappresento, vi invio i più cordiali saluti. CarloSelis, Avvocato Presidentedell'Ordine degli Avvocati DelForo di Tempio Pausania