Tempio Pausania. Si è svolta nella mattinata di ieri, presso la Sala di rappresentanza del Palazzo Comunale di Tempio Pausania, la conferenza di presentazione del Centro Antiviolenza "Elisabetta Naddeo", che verrà inaugurato in autunno, a termine delle procedure di accreditamento regionale.
Il nuovo Centro, la cui sede è stata ristrutturata tramite il Finanziamento di Rigenerazione Urbana e PNRR, è frutto della sinergia di più Enti e volontariato, tra cui: il Comune di Tempio Pausania, capofila, i nove sindaci del Plus, la Regione Sardegna e
l'Associazione Anti violenza Prospettiva Donna. Alla conferenza sono intervenuti: il sindaco di Tempio Pausania, Gianni Addis; l'assessora ai Servizi Sociali del comune, Anna Paola Aisoni, Stefania Giua, in qualità di dirigente del settore Servizi Sociali; Micol Raimondi del settore Politiche sociali della Regione Sardegna, (in video-collegamento); Gregorio Capasso, Procuratore di Tempio Pausania; Caterina Interlandi, Presidente del Tribunale; Patrizia Desole, presidente dell'Associazione Prospettiva Donna. Erano inoltre presenti: alcuni rappresentanti dei Comuni del Plus: Giovanni Maria Mamia (Badesi), Fabio Albieri (Calangianus), Agostino Pirredda (Luogosanto), Leonardo Lutzoni (Luras). In rappresentanza di Bortigiadas presente il vicesindaco Luca Spano e per Trinità/Vignola l’assessora ai Servizi sociali Antonella Prunas. Presenti Gerolamo Balata, Presidente dell'Eurispes; le forze dell’ordine Polizia di Stato e Penitenziaria, Carabinieri e Finanza, il nuovo Direttore sanitario della ASL Gallura Pietro Masia, il parroco di Tempio don Efisio Coni e numerosi rappresentanti del Terzo Settore, tra cui Eurispes, UTE, Istituto Euromediterraneo, Circolo Mazzolari, Rotary e Lions. Gli architetti Luigi Stazza e Mariella Quidacciolu,che si sono occupati del progetto di ristrutturazione; i consiglieri comunali di Tempio Pausania, di minoranza e maggioranza.
Per il procuratore Capasso, si segna un importante passo in avanti in un percorso iniziato il 05/04/2019, quando venne firmato un protocollo territoriale contro la violenza di genere in un territorio che non è estraneo al fenomeno, visto che negli ultimi due anni sono stati iscritti 431 procedimenti del cosiddetto "Codice Rosso". Interlandi ha voluto sottolineare l'importanza di un presidio sociale simile, ma anche l'importanza della formazione sul fenomeno a tutti i livelli. Raimondi, per la Regione Sardegna, ha ribadito l'importanza di incrementare a livello regionale i Centri Antiviolenza e le Case rifugio, attualmente in numero insufficiente per dare risposta a un fenomeno che non è emergenza, ma è strutturale. L'Assessora Anna Paola Aisoni, alla quale anche il Sindaco ha riconosciuto la maternità dell'iniziativa, ha invece sottolineato come il nuovo Centro Antiviolenza sia nato sotto una buona stella: quella di Elisabetta Naddeo, concittadina tempiese vittima di femminicidio il 26 Ottobre 2002, mai dimenticata dalla comunità e alla quale sarà intestato il Centro stesso, per la cui nascita fondamentale è stata la indicibile generosità della famiglia di questa giovane vittima. I locali che ospiteranno al Casa rifugio, infatti, sono stati donati dalla
famiglia Naddeo.
Infine è intervenuta l'Associazione che permetterà alla struttura di essere gestita da personale qualificato e a servizio di tutto il territorio dei nove Comuni coinvolti. Prospettiva Donna è sicuramente un partner di eccellenza per l'iniziativa: vanta un'esperienza quasi ventennale sul territorio, e collaborazioni importanti, come quella con l'Associazione "Una, nessuna e centomila" di Fiorella Mannoia. L'ambizione di Patrizia Desole è emozionante: rendere questo nuovo Centro Antiviolenza di Tempio Pausania il cuore pulsante per debellare il fenomeno della violenza di genere. Le sue parole sono un grido di speranza: "Io non mi voglio abituare alla violenza!". Ovviamente, anche lei ha ribadito l'importanza del rapporto diretto e solido con le Forze dell'Ordine, coi Servizi sociali dei comuni, con la
Caritas e con chiunque possa essere di aiuto.
Nel suo intervento il sindaco Addis ha ripercorso l’iter progettuale che ha portato alla realizzazione del centro avviato nel dicembre 2021 con un progetto di Rigenerazione urbana grazie ad un finanziamento PNRR su un immobile comunale dismesso, i cui lavori sono stati appena completati e la cui apertura, prevista per l’autunno 2025, sarà consentita grazie alla grande professionalità e esperienza dell’Associazione Prospettiva Donna. “La nostra Amministrazione – ha dichiarato il primo cittadino tempiese – ha intrapreso un determinato percorso in questa direzione, investendo risorse materiali e immateriali, creando un proficuo e costante rapporto di collaborazione e condivisione con l'assessorato regionale alle politiche sociali, in particolare con il settore politiche della famiglia e dell'inclusione sociale, che ci hanno condotto oggi all'avvio della coprogettazione con l'associazione Prospettiva donna, fortemente radicata sul territorio, con una grande esperienza sul campo, e condurranno il centro all'apertura completa appena terminata la procedura di accreditamento presso la Regione, il prossimo autunno”.
“Questo importante progetto – ha concluso il sindaco Addis – è il frutto di una collaborazione sinergica tra istituzioni e terzo settore ed esperti, ed è il segno tangibile dell’impegno della comunità, affinché il Centro antiviolenza del PLUS di Tempio diventi un fondamentale punto di riferimento per l'accoglienza di donne e minori oggetto di violenza ma anche punto focale di ricerca e sperimentazione su un tema, purtroppo, sempre più gravosamente attuale”.
In videocollegamento da Cagliari è intervenuta Micol Raimondi, del Servizio delle Politiche per la famiglia e l’inclusione sociale, la quale ha fatto il punto sulla situazione dei Centri antiviolenza sul territorio regionale, attualmente 12 quelli accreditati, ricordando come spesso, per ragioni di riservatezza, sia impossibile aprire un CAV nei piccoli centri della Sardegna. “Purtroppo, inoltre, – ha segnalato la Raimondi – sono ancora troppo numerose le donne che, sebbene vittime di violenza, non hanno la forza di chiedere aiuto ai Centri”. “Quello della violenza di genere è un dramma complesso – ha sottolineato la responsabile regionale del Servizio Politiche per la famiglia – le esigenze sono tante e diverse tra loro. In questo senso è importante fare rete tra enti pubblici, privati e Forze dell’ordine e il progetto del nuovo Centro antiviolenza di Tempio con l’attivazione della coprogettazione che coinvolge numerosi attori, va nella giusta direzione: la rete è una presa di coscienza collettiva importante, perché il problema riguarda tutti, non solo le donne, riguarda tutta la comunità”.
Unanime, a tal proposito, il giudizio dei Sindaci di Badesi, Calangianus, Luogosanto e Luras, nel ritenere l’apertura del nuovo Centro antiviolenza un esempio d’eccellenza, importante e qualificante per il PLUS, frutto di una progettazione condivisa e supportata da tutti i Comuni del Distretto di Tempio, progetto che potrà dare risposte concrete ad un fenomeno allarmante sempre in crescita e purtroppo ormai presente anche nei piccoli centri del nostro territorio.
Tra i servizi offerti, tutti gratuiti, anonimi e riservati per garantire la massima discrezione e protezione delle persone coinvolte: accoglienza, ascolto e orientamento, compreso l’intervento in emergenza e reperibilità h 24, interventi specifici sulle diverse forme di violenza, piani di sicurezza e supporto, attività di sensibilizzazione, formazione e ricerca, accesso a un’equipe multidisciplinare di professioniste. Nello specifico, il Centro fornirà figure professionale specializzate in violenza di genere, tecnologie sicure da remoto per garantire supporto a distanza, servizio itinerante, con operatrici che si sposteranno nei territori, garantendo una comunicazione mirata attraverso eventi pubblici, social media e collaborazioni con scuole e media, un sito dedicato e pagine social.
Anna Paola Aisoni ha voluto fortemente questo centro, cosa rappresenta questa giornata per lei?
Rappresenta moltissimo perché l’esperienza personale come assessore ai servizi sociali, mi ha segnato e mi segnerà per tutta la vita, non la dimenticherò mai e in particolare, essendo donna, ho toccato con mano cosa vuol dire la violenza avendo toccato con mano la realtà e il vissuto di altre donne, non ho mai dimenticato cosa è successo ad una nostra concittadina, Elisabetta Naddeo, e ho sempre pensato che dovesse essere un monito per una comunità come quella di Tempio, che è una comunità solidale e la presenza di tante persone qui oggi, lo dimostra ancora una volta.
Un ricordo sulla nostra concittadina Elisabetta Naddeo?
Mi ricordo benissimo di Elisabetta e della canzone di Carmen Consoli, mi ero sposata da 15 gg e per me era un periodo molto felice, spezzato da questa tragedia incredibile perché Tempio è una città tranquilla, ma quando succede qualcosa, quel qualcosa è devastante.
Patrizia Desole, presidente di Prospettiva Donna APS ha dichiarato: "Sono molto orgogliosa e anche emozionata perché credo che anche con le vie di comunicazione che abbiamo in Sardegna e le difficoltà che hanno le donne a venire a Olbia è importante avere uno spazio anche qua. L’ambizione di questo centro è di non un semplice servizio ma un presidio di libertà, un centro a 360 gradi che vuole aiutare le donne e rilanciare un messaggio di cambiamento culturale perché c’è tanto da lavorare sul cambiamento. Stiamo pensando di farlo diventare a livello regionale un punto di riferimento anche per le nuove forme di violenza, anche sul web".
"Si tratta di un’iniziativa che ha la caratteristica - spiega Desole- della coprogettazione in collaborazione con altri enti, il centro ha ricevuto anche i fondi Pnrr, c’è tutto un processo arricchente che ci permette di lavorare e arricchirci a vicenda, ognuno in base alle proprie competenze ed esperienze, sarà un progetto bello e soprattutto utile per le donne in primis, ma anche per tutta la comunità".
Cosa si farà all’interno del centro?
Non è un mero servizio - specifica la Desole- non avrà un approccio neutro, i nostri centri lavorano con l’approccio di genere e intersezionale, ma portano un aiuto alla donna che torna ad essere al centro di questo cambiamento, a fare in modo che possa autodeterminarsi, verrà fatta un lavoro di valutazione del rischio, e soprattutto un lavoro integrato di rete, una rete non burocratizzante, ma che metta al centro la donna e che lavori per la donna e con la donna. Si ringrazia Carla Girelli per le foto.