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Cronaca

Tempio, due giorni di formazione su medicina territoriale e pazienti fragili

Tempio, due giorni di formazione su medicina territoriale e pazienti fragili
Tempio, due giorni di formazione su medicina territoriale e pazienti fragili
Olbia.it

Pubblicato il 15 November 2013 alle 09:30

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Tempio Pausania - Una due giorni di formazione a Tempio Pausania per parlare della “presa in carico del paziente fragile”: “Un momento di confronto tra operatori, nell’intento di individuare percorsi chiari e condivisi che siano in grado di migliorare la qualità dei servizi offerti alla popolazione”, spiega Anna Manconi, direttore del Distretto sanitario di Tempio e organizzatrice del corso di formazione. In tutte le fasi di erogazione del servizio sanitario devono essere messe in atto azioni finalizzate a coordinare e integrare i servizi socio-sanitari presenti sul territorio, quali l’ospedale, il territorio, ma anche gli enti locali, i centri di riabilitazione privati; queste azioni devono inoltre valorizzare e sostenere l’apporto della famiglia e delle altre reti sociali, come il volontariato: “una rete di rapporti, quindi, che sia in grado di rispondere ai bisogni del paziente-utete”, aggiunge la Manconi. Oggi, venerdì 15 novembre, dalle 09.00, la sala convegni dell’Ex Convento dei Padri Scolopi, in Piazza del Carmine a Tempio Pausania, ospiterà il corso “La presa in carico del paziente fragile”: durante la giornata di formazione si discuterà della “rete dei servizi territoriali” e dell’attività garantita dal Punto unico di accesso (Pua) e dall’Unità di Valutazione multidimensionale, dei percorsi da seguire dinanzi alla cronicità delle patologie, in particolare nella presa in carico del “paziente fragile”. Sabato 16 novembre si discuterà di “Scheda Svama quale strumento per la presa in carico e l’inserimento della persona nella rete dei servizi”. “La scheda S.VA.M.A., la Scheda per la Valutazione Multidimensionale dell'Adulto e dell’Anziano, è una scheda che analizza tutti gli aspetti della vita di un soggetto: salute, autosufficienza, rapporti sociali, situazione economica; permette di avere un quadro di riferimento assolutamente imparziale e completo per giudicare lo stato qualitativo di vita delle persone che chiedono assistenza. È un metodo che viene utilizzato dalle Unità di Valutazione Multidimensionale e consente di valutare le persone adulte e anziane non autosufficienti misurandone le condizioni, sociali e socio-sanitarie, e definendone il conseguente profilo assistenziale”, aggiunge la Manconi.