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Pubblicato il 11 October 2016 alle 11:39
Cagliari, 16 Ottobre 2016 - "Lo Stato riassegni alla Regione le risorse che erano destinate alle Province sarde, alla luce della legge regionale n. 2/2016 che ha sancito la riallocazione delle loro funzioni non fondamentali a favore di altri enti territoriali della Sardegna. Tali risorse vanno urgentemente riassegnate alle Province e alla Città metropolitana di Cagliari". È la richiesta che la Giunta regionale ha rivolto al Governo nazionale.
L'assessore degli Enti locali Cristiano Erriu ricorda che "la legge 2/2016 ha ridisegnato il sistema istituzionale locale secondo i principi costituzionali di decentramento e di adeguatezza, valorizzando il ruolo dei Comuni e delle loro forme associative, le Unioni di Comuni. Inoltre, ha soppresso le quattro Province istituite nel 2001 e stabilito di riallocare le funzioni non fondamentali provinciali verso le Unioni di Comuni e, in misura minore, verso la Regione.
A seguito dell'entrata in vigore della legge, la Giunta regionale è impegnata a dare attuazione al riordino che prevede una procedura complessa con il trasferimento di funzioni e la conseguente riallocazione di personale e risorse". "Il percorso di innovazione organizzativa – sottolinea ancora l’assessore Erriu - incontra non poche difficoltà, in particolar modo sotto il profilo delle risorse a disposizione e del personale. I dipendenti provinciali sardi si sono ridotti a poco più di 1.100 unità e le casse degli enti di area vasta hanno subìto consistenti tagli. Il concorso al contenimento della spesa pubblica delle Province sarde e della Città metropolitana di Cagliari per l’anno corrente è di 68 milioni 361mila euro. Poiché, come stabilito dalla legge n. 190/2014, il contributo delle Province e Città metropolitane italiane per il 2017 si aggira intorno ai 3 miliardi di euro, è presumibile attendersi un contributo a carico delle Province sarde e della Città metropolitana di Cagliari di 102 milioni 542mila euro".
"Un impegno che non sarebbe sopportabile dalle esauste finanze degli enti locali sardi di secondo livello, e che non consentirebbe di garantire una qualità elevata di funzioni e servizi a favore dei cittadini, in quanto essi dipendono dalle scelte allocative delle risorse degli enti di area vasta", conclude Erriu.
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