Roma - L'Unione Europea dice una cosa semplicissima:
un bene demaniale può essere assegnato a un privato previa gara d'appalto. E si sa, in Italia le gare d'appalto - che in teoria dovrebbero garantire meritocrazia e trasparenza - sono delle selve oscure in cui, raramente, si vuole incappare: molto meglio l'
assegnazione diretta. Sarà per questo - o forse no - che il Governo delle "
larghe intese" guidato dal premier Letta sta pensando a una bella
privatizzazione dei beni dello stato, in particolare delle spiagge. Sì, avete letto bene:
il Governo pensa a vendere il suo bene più importante, vale a dire l'ambiente marino - già violentato dalle concessioni balneari. A ergersi contro questo ennesimo attacco ai beni indisponibili dello stato (il paesaggio è un bene indisponibile) vi è il
Gruppo di Intervento Giuridico che ha diramato un comunicato stampa di fuoco. "Il Governo Letta sembra che stia ascoltando i
piagnistei delle associazioni di categoria dei concessionari delle spiagge, preoccupati perché per normativa comunitaria (la direttiva n. 2006/123/CE, c.d. direttiva Bolkestein), a partire dal 2020 le concessioni demaniali potranno esser assegnate soltanto previa gara - si legge nel comunicato stampa del Grig - L’idea è tanto semplice quanto scellerata:
sdemanializzare le spiagge oggetto di concessione demaniale per venderle ai concessionari, così da evitare le gare e la concorrenza. In poche parole, svendere beni demaniali necessari (art. 822 e ss. cod. civ.) per gli
interessi privati dei soli attuali concessionari". Secondo il Gruppo di Intervento Giuridico, questa azione rappresenterebbe "
una vergogna, un palese danno per la collettività e l’ambiente". "Non è la prima volta che si tenta un’operazione scandalosa come questa, l’aveva già fatto l’allora Ministro dell’economia Giulio Tremonti, l’aveva tentata anche la Giunta regionale sarda, contro cui abbiamo raccolto più di 5 mila adesioni in una petizione popolare - scrive l'associazione ambientalista - Questa volta è anche peggio". L'associazione invita i cittadini a un vero e proprio "mail-bombing" nei confronti di Enrico Letta e Pietro Baretta (sottosegretario all'Economia). Nelle mail, i cittadini dovrebbero rendere nota al Governo la loro contrarietà alla vendita delle spiagge ai privati.