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Cronaca

Sovrappeso e Obesita' : le diete ipocaloriche come schema troppo rigido

Sovrappeso e Obesita' : le diete ipocaloriche come schema troppo rigido
Sovrappeso e Obesita' : le diete ipocaloriche come schema troppo rigido
Olbia.it

Pubblicato il 03 November 2011 alle 20:23

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Intervenire su problemi come sovrappeso e obesità significa non solo occuparsi di una riduzione equilibrata delle calorie introdotte, ma significa soprattutto produrre un cambiamento nello stile di vita! Ma vediamo perchè, soltanto la dieta ipocalorica non può bastare a risolvere o migliorare il problema del peso e perchè non possa produrre cambiamenti significativi a lungo termine. Le diete fanno male: la teoria del set-point Per dieta si intende l'insieme degli alimenti assunti abitualmente. Nella lingua italiana lo stesso termine indica anche la dieta dimagrante, cioè, uno specifico regime alimentare che ha come obiettivo la diminuzione del peso corporeo. Le diete possono essere consigliate da uno specialista, o, troppo spesso improvvisate dagli individui per avvicinarsi ad un canone estetico. In merito, esiste una vera e propria cultura del dieting dove i modelli estetici da raggiungere sono troppo elevati determinando una profonda insoddisfazione verso il proprio corpo e un considerevole aumento delle diete troppo restrittive (eccessivamente ipocaloriche). Queste, sono le cause scatenanti dei problemi relativi al peso e ai disturbi del comportamento alimentare. Già dal 1992 il ministero della salute ha dichiarato che: - le diete fanno male; - aumentano il numero di recidive - aumentano il problema dell'alimentazione compulsiva - peggiorano il problema del peso - predispongono ai disturbi del comportamento alimentare Secondo gli studi degli ultimi 50 anni, effettuati sul problema del peso corporeo, la dieta è uno strumento inefficace per la riduzione di quest 'ultimo, perchè si oppone ad un meccanismo naturale di controllo del peso corporeo conosciuto proprio come teoria del set-point. Il nostro corpo infatti è dotato di meccanismi fisiologici che si oppongo allo spostamento del peso sia in eccesso che in difetto, esiste cioè, un livello di peso che tendiamo a difendere. In maniera del tutto automatica e naturale regoliamo il nostro segnale di fame, il livello di attività fisica e la scelta dei cibi in base alle calorie. Nella dieta, soprattutto se eccessivamente ipocalorica, siccome introduciamo poche energie ne consumiamo molto meno, permettendoci di mantenere il peso al suo livello naturale. L'organismo quindi mette in atto strategie difensive per risparmiare energia, ma anche per consumare quella in eccesso, ciò mette in discussione il funzionamento a lungo termine delle diete ipocaloriche. Gli studi sul funzionamento delle diete e sui meccanismi di regolazione del peso indicano che la percentuale compresa tra il 90% e il 95% di coloro che hanno perso peso lo riacquistano nei successivi 5 anni. La dieta quindi sembra proprio essere una forzatura del nostro sistema naturale di regolazione del peso corporeo. Inoltre provoca delle conseguenze negative anche sul piano psicologico che possono andare dall'irritabilità, all'ansia a stati d'animo depressivi. Ci si può innervosire più facilmente, perdere interesse nei confronti di cose e attività per noi molto piacevoli, ci si può sentire frustrati e inconcludenti, soprattutto se, dopo diverse rinunce, non vediamo raggiunto l'obiettivo “peso”. Comportamento alimentare e psicologia Non è solo la fame che influenza il nostro comportamento alimentare. Questo, come tutti i comportamenti è influenzato da altri fattori, non solo genetici e fisiologici, ma anche e soprattutto sociali, ambientali, familiari e relativi alle proprie caratteristiche di personalità. I significati che le persone danno al cibo e all'alimentazione sono unici, individuali e intimi, e non possono essere affrontati con uno schema rigido come la dieta pretende di fare. Coloro che hanno problemi di peso sanno cosa “devono” e cosa “non devono” mangiare. Il problema è che non riescono ad attuare uno stile di vita più corretto. Il problema è, quindi, CAMBIARE stile di vita, introducendo comportamenti corretti ed eliminando via via quelli scorretti, poco sani. Intervenire su questi elementi significa intervenire sull'individuo e sulla sua unicità. In ogni persona ci saranno motivazioni differenti a ricercare il cambiamento e modificare il proprio stile di vita; nasceranno dei conflitti, dei dubbi e la propria percezione di sé influenzerà l'agire quotidiano.

Perchè consultare uno psicologo per problemi di sovrappeso / obesità?

•Perché il Comportamento Alimentare è un COMPORTAMENTO, e lo psicologo è lo specialista del comportamento •Perché come ogni COMPORTAMENTO è influenzato da fattori Genetici ma anche e soprattutto Sociali, Familiari, Ambientali, e di Personalità •Perché i significati che l’individuo dà al cibo sono unici, individuali, e pertanto non possono essere affrontati con uno schema rigido come la DIETA pretende di fare •Perché le persone con problemi di gestione del peso sanno cosa “devono” o “non devono mangiare” ma non riescono ad attuare un regime alimentare corretto •Perché gli psicologi lavorano sull’individuo nella sua unicità •Perché gli psicologi lavorano sul conflitto, sulla motivazione, sull’autostima •Perché gli psicologi sanno che dietro ogni comportamento esistono una serie di fattori (pensieri, emozioni, idee etc) sui quali si deve intervenire per attuare un intervento correttivo Dott.ssa Simona Serreri Psicologa