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Cronaca

Pulmino distrutto, sede danneggiata: Un incontro, una speranza lancia un appello

Pulmino distrutto, sede danneggiata: Un incontro, una speranza lancia un appello
Pulmino distrutto, sede danneggiata: Un incontro, una speranza lancia un appello
Angela Galiberti

Pubblicato il 21 January 2015 alle 20:32

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Olbia, 21 Gennaio 2015 - La sera del primo Gennaio 2015 un incendio, probabilmente causato da un cortocircuito, ha distrutto uno dei pulmini dell'associazione olbiese "Handicappati e Famiglie - Un incontro, una speranza", danneggiando parte della sede situata in via Fausto Noce. Una vera e propria tragedia per i ragazzi assistiti dai volontari dell'associazione. Il pulmino è infatti uno strumento vitale per le attività associative e sociali. Per questo motivo, l'associazione ha deciso di lanciare un appello. "Questa associazione è stata fondata 35 anni fa da Alfonso De Roberto - ha raccontato Adelina Doneddu, presidente dell'associazione e fondatrice -. Dopo tutti questi di iniziative, balli e manifestazioni ci ritroviamo di nuovo punto e a capo". Il presidente Adelina Doneddu, quando proferisce queste parole, è circondata dai suoi ragazzi: un esercito disarmato e disarmante, fatto di sorrisi e voglia di vivere. Sono loro le vere vittime del cortocircuito perché era quel pulmino a rendere possibile gli spostamenti, la vita associativa, le colonie in riva al mare e le trasferte. Tutte quelle piccole grandi cose che permettono ai diversamente abili, a prescindere dalla gravità del disagio, di avere la vita sociale che meritano e di cui hanno diritto. "Qua, tanti anni fa, c'era una baracchetta. Poi è stata creata questa struttura, che è stata fatta grazie alle donazioni dei cittadini - ha raccontato Giovannino Spano, promotore dell'associazione e membro storico -. Col tempo è diventata un punto di incontro. Al momento, non sappiamo se l'incendio è stato causato da un cortocircuito o da un atto doloso. Dobbiamo fare una perizia giurata, anche perché l'incendio ha danneggiato anche parte della sede e dobbiamo capire se si può riparare o se dobbiamo demolire. Abbiamo però bisogno dell'aiuto di tutti, per questo vogliamo coinvolgere le persone. L'importante è pensare positivo. Dobbiamo rinascere". Un incontro, una speranza: una storia lunga 35 anni. L'associazione fondata da Alfonso De Roberto è stata la prima, ad Olbia, ad occuparsi di disabilità e soprattutto a parlarne. Erano gli anni '80 e la cultura sociale era profondamente diversa da quella attuale. La disabilità era vissuta con vergogna e paura, e difficilmente i disabili riuscivano ad uscire dal mondo protetto delle quattro mura domestiche. Alfonso De Roberto, Adelina Doneddu, Don Delogu e altri amici, hanno fondato questa associazione nell'anno mondiale dell'handicappato. Hanno bussato a tutte le porte degli olbiesi, hanno quasi costretto le famiglie a uscire dalla campana di vetro e hanno iniziato a occuparsi con amore e serietà della disabilità, dando una speranza a chi non ne aveva. Il supporto dell'associazione è andato ben oltre il semplice aiuto alle famiglie e ai ragazzi: la disabilità, grazie ad Alfonso e Adelina, è entrata prepotentemente in consiglio comunale, riuscendo a ottenere risultati importantissimi. Olbia è stata una delle prime città ad avere un tecnico per le barriere architettoniche all'interno della commissione edilizia. Oggi questa commissione non c'è più, come non c'è più la figura tecnica, ma rimangono le norme - che però, purtroppo, spesso vengono ignorate sia nel pubblico che nel privato. L'appello per i ragazzi. L'associazione Handicappati e Famiglie aiuta e sostiene 90 tesserati. Non numeri, ma persone che hanno bisogno di quel pulmino: strumento indispensabile per garantire gli spostamenti e quindi le attività. Con i due pulmini a regime, l'associazione è riuscita a garantire tre sposastamenti a settimana da e verso la sede di via Fausto Noce, più tutto il resto. Adesso, Adelina Doneddu e i suoi ragazzi chiedono l'aiuto di tutti: l'obiettivo è comprare un nuovo mezzo, più rimettere a posto la sede. Per aiutare l'associazione basta poco, anche mettersi a disposizione con del lavoro o del materiale. L'importante è restituire il sorriso ai 90 ragazzi che gravitano attorno alla sede di via Fausto Noce. Per donazioni, ecco il codice IBAN: IT17 B030 6972 1480 0000 5362161