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Cronaca

Si è svolto stamattina convegno sui Fondi Strutturali Europei

Si è svolto stamattina convegno sui Fondi Strutturali Europei
Si è svolto stamattina convegno sui Fondi Strutturali Europei
Olbia.it

Pubblicato il 30 November 2012 alle 16:43

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Istituzioni, politica, università e imprese si sono confrontate questamattina a Sassari, su prospettive e opportunità che le politichecomunitarie avranno sullo sviluppo delle attività produttive e deiterritori della Sardegna, alla luce dei circa quattro miliardi diFondi Strutturali Europei, che arriveranno nell’isola nel settennio2014-2020, e che per 80% andranno su ricerca, innovazione,competitività e abbattimento dei gas climalteranti. Il Convegno Regionale “2014-2020 Nuova strategia dei Fondi StrutturaliEuropei, opportunità e prospettive delle Politiche Comunitarie per leImprese”, svoltosi presso la Sala Convegni della Promocamera,organizzato da Camera di Commercio di Sassari e ConfartigianatoSardegna e coordinato dal giornalista de “La Nuova Sardegna”, AlfredoFranchini, è stato aperto dagli interventi di Alessandra Giudici,Presidente Provincia di Sassari, Gavino Sini, Presidente CCIAASassari, Luca Murgianu, Presidente Confartigianato Imprese Sardegna, eGianuario Pilo, Presidente Promocamera. Tutti hanno sottolineato comele risorse in arrivo potranno e dovranno condizionare laprogrammazione, la spendita, le scelte e la crescita dell’intera isolafino al 2020.

E’ stato ribadito come sia urgente ragionare sulleprincipali caratteristiche della nuova stagione di Fondi Strutturali esulle implicazioni che ciò comporterà per le imprese in termini didomanda di competitività e innovazione. Filippo Spanu, Segretario Regionale di Confartigianato ImpreseSardegna, introducendo i lavori della giornata, ha disegnato unapanoramica della situazione della futura programmazione.

Questo l’intevento di Spanu.“La crisi che caratterizza l’attuale condizione dell’economiamondiale, ed in particolare quella della Sardegna, all’internodell’Europa, impone attenzione a tutte le opportunità che generinooccasioni di sviluppo.

Da questo punto di vista l’Unione Europea èsempre più spesso erroneamente percepita come un problema piuttostoche la vera occasione per poter cavalcare la crisi e superarla connuovi strumenti. Parallelamente la stretta dei fondi pubblicinazionali da dedicare alla crescita (leggi patto di stabilità) implicauna sempre maggiore attenzione verso le altre risorse finanziariemobilitabili su tali obiettivi.

La società europea, tutta intera,così, si sta interrogando da tempo sulle cause della nostra crisi esugli strumenti che possono condurci verso una nuova stagione dibenessere. Negli ultimi 10 anni si è ritenuto che la strategia diLisbona, mirata all’occupazione ed alla crescita (nuovi e miglioriposti di lavoro) potesse essere la risposta adeguata. E su questo punto sono stati impostati i programmi dei Fondi Strutturali per ilperiodo 2007-2013. Il risultato è stato inferiore alle attese inquanto alla resa dei conti le azioni programmate sono state moltofrazionate e non sono riuscite a perseguire il vero obiettivoprincipe: quello di rendere maggiormente competitivo e più efficienteil nostro sistema, in particolare per quanto riguarda il sistemaproduttivo e quello dei servizi pubblici.

Partendo da questeconsiderazioni nasce “Europa 2020, una strategia per la crescitaintelligente, sostenibile ed inclusiva” incentrata su una più serrataattenzione verso l’equilibrio tra obiettivi, una maggioreconcentrazione delle risorse disponibili ed una particolareattenzione rivolta all’innovazione nel mondo delle Imprese.

Come a molti noto la nuova stagione dei Fondi Strutturali Europei(2014-2020) si basa su queste strategie e le concentra verso pochemacrofinalità di crescita che possiamo così riassumere:

- Crescita intelligente: per sviluppare un’economia basata sullaconoscenza e sull'innovazione; - Crescita sostenibile: per promuovere un’economia più efficientesotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva; - Crescita inclusiva: per promuovere un’economia con un alto tasso dioccupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

Per evitare di disperdere, come in passato le risorse in mille rivoli,o di non poterle proprio spendere, ci si è inoltre posti l’obiettivodi legare strettamente i progetti ad un sistema stringente divalutazione. Siamo arrivati così al momento di scelte importanti checondizioneranno per i prossimi anni la programmazione e la spendita diingenti risorse, che ad oggi possiamo quantificare in non meno di 320miliardi di EURO per tutta Europa ed in almeno 3/4 miliardi di europer la Sardegna.

Queste scelte coinvolgeranno tutti i protagonisti delpartenariato ( Istituzioni, Associazioni) ma anche i cittadini chedevono aver maggior coscienza di come saranno spese le notevolirisorse che tramite l’Europa tornano nei nostri territori. Qualiscelte, quali opportunità e prospettive per le Imprese, come verrannocoinvolti i cittadini nella gestione (o Governance) di tutti questiprogrammi.

Queste sono le domande cui si deve rispondere e rispettoalle quali è ancora scarsa la sensibilizzazione dei cittadini, inItalia così come in Sardegna. Su questo punto è iniziata ormai dasettimane nel partenariato regionale, su sollecitazione e con ilsupporto dell’Assessorato Regionale alla Programmazione ed il CentroRegionale di Programmazione, una intensa attività di informazione edibattito”. Gianluca Cadeddu, Direttore del Centro Regionale di Programmazionedella Regione e Tonino Piludu, Presidente del CREL, hanno dibattutosul tema “Da un periodo all’altro della programmazione europea, ipassi da compiere e le opportunità per la Sardegna”. Il Direttore ha sottolineato come le politiche di coesione econcertazione stiano permettendo alla Sardegna di rimanere agganciataagli standard europei.

“Non è vero che tutto va male e che nonriusciamo a spendere i fondi – ha ribadito – anzi dobbiamo essereorgogliosi di essere fuori dall’Obiettivo 1 perché significa chel’Isola è cresciuta e che i risultati ci sono stati”. Per Cadeddu ifondi strutturali sono “soldi” che devono andare a finanziare idee dilungo respiro, in una società che va a cercarsi i fondi dove ci sono,perché la programmazione comunitaria ormai impone metodi e target inbase alle capacità che i territori hanno. Cadeddu però ha rimarcatocome la nuova programmazione dia i soldi se ci sono i piani approvati(per esempio, trasporti o tutela delle coste, ricerca e università)per essere in grado di spenderli: non esiste più la “cultura dellostanziamento”.

Per Cadeddu, la nuova programmazione permetterà dieliminare le sovrapposizioni e consentirà di arrivare più vicino alcittadino e alle imprese, attraverso un sistema chiaro di obiettiviquantificati. In conclusione il Direttore del Centro Regionale diProgrammazione della Regione ha sottolineato come la Sardegna nonabbia mai perso alcun finanziamento europeo e non si sia restituitomai nulla, raggiungendo sempre il “minimo di spendita” richiesto. Poiha lanciato un appello al coinvolgimento del partenariato economicoistituzionale: “Aiutateci a individuare i punti concreti su cuiintervenire e a capire quali indicatori che vogliamo smuovere. Questoper la ripresa che verrà”.

Piludu ha ricordato come la Sardegna sia affetta da mali cronici qualii limiti della pianificazione, le difficoltà di funzionamento dellaPubblica Amministrazione, la debolezza istituzionale e la nonsufficiente governance nello sviluppo locale. Piludu infine,concordando con Cadeddu, sottolinea come sia fondamentale coinvolgeree informare i territori. Andrea Murgia. Corresponsabile PO FESR Sardegna DG REGIO – Comm. E, eFlavio Burlizzi, Responsabile ufficio Unioncamere di Bruxelles, hannodiscusso su “Competitività ed innovazione delle Imprese nel QuadroStrategico- Comunitario, gli indirizzi del Regolamento per i nuovifondi Comunitari”. Murgia ha sottolineato come sia necessario partire subito con la nuovaprogrammazione, ribadendo come l’Unione Europea non possa finanziarietutti i progetti, in ogni regione. “E’ necessario – ha continuato -avere obiettivi chiari e condivisibili che, attraverso una correttaprogrammazione, ritaglino i fondi direttamente sulle necessità delleimprese, per soddisfare in pieno le loro esigenze”.

“E’ necessario accelerare le procedure di selezione dei progetti – ha concluso - perché non è più tollerabile che i progetti vengano selezionati e finanziati dopo 2 anni, soprattutto in una situazione di crisi e mutevolezza come questa”. Burlizzi ha sottolineato come da anni ci sia una continua diminuzione dei fondi europei e, dal 2020 ci sarà una ulteriore stretta. “Per questo – ha concluso – è necessario che la Sardegna programmi con attenzione questa fase oppure si troverà completamente spiazzata per i prossimi decenni. E’ necessario assolutamente lavorare in partenariato per coinvolgere imprese e territori”. “Le cose da fare (to do list) per le piccole imprese e nelle attivitàdi innovazione e ricerca”, è stato l’argomento dibattuto da AndreaBenassi, Segretario Generale UEAPME, Attilio Mastino, RettoreUniversità di Sassari, e Pietro Esposito, Segretario Generale CCIAANord Sardegna.

Benassi ha sottolineato come i 23 milioni di piccole imprese in Europadovrebbero avere una maggiore attenzione e ricordato che solo il 2%delle micro imprese abbiano ricevuto fondi. “Lo slogan delle pmieuropee è “Piccolo è bello” – ha sottolineato – ma dobbiamodenunciare, ancora una volta, come manchi la discussione con iprincipali beneficiari e questo è un problema da risolvere in modoassoluto”. “I fondi europei per le microimprese – ha concluso- nella loro totalità non sono tanti, 4 miliardi, ma lavoreremo affinchéquesti siano sfruttati al massimo e in maniera corretta”. Per Mastino occorre mettersi in competizione, affinché il Paese e laSardegna cambino, e lavorare in maniera coordinata, per diminuire ledisuguaglianze. “Ci sono tanti spazi di sviluppo che si stanno aprendo – ha affermato – soprattutto nell’innovazione nella chimica,nell’ambiente e nella bioingegneria”. Per Mastino è fondamentale siainvestire nella ricerca e nei ricercatori, sia creare reti dipartenariato. “C’è la voglia di collaborare con le PMI e leistituzioni locali- conclude – ma il vero problema è il ritardo con ilquale si spendono i fondi. Un esempio sono i Fondi FAS 2011, assegnatiall’Università, ma di fatto mai sottoscritti”.

Esposito ha parlato delle prossime attività della Camera di Commerciodi Sassari, sottolineando come l’Ente abbia deciso di puntare di“settori faro”: agroalimentare, sviluppo urbano e ambiente.

L’Agroalimentare e il Turismo d’ora in poi viaggeranno a braccetto,puntando su territori ed esperienze del tempo libero. Lo SviluppoUrbano sarà importante perché dentro le città, almeno per i prossimi20 anni, si svilupperà la vera economia. Per l’Ambiente, si punteràsulla buona gestione e il risparmio dell’energia e il riciclo deirifiuti. Il quarto argomento, “Politiche per lo sviluppo locale integrato , edagenzie per lo sviluppo. Prospettive della Governance nella StrategiaEuropea 2014-2020”, è stato affrontato da Massimo Sabatini, DirettoreArea Mezzogiorno di Confindustria, Francesco Garufi, Coordinatore AreaPolitiche di Coesione Sociale e Mezzogiorno della CGIL, e FilippoSpanu, Segretario Confartigianato Imprese Sardegna.

Per Sabatini il successo della nuova programmazione dipenderà daquello che le imprese chiederanno di inserire e dalle regole che lagoverneranno. “E’ necessaria una programmazione non più per idee maper azioni – ha sottolineato - ovvero sarà necessario chiedere primadi partire cosa si intende realizzare”. In conclusione ha ribaditocome sia necessario mettere l’impresa al centro della Programmazione,per non ripetere gli errori del passato.

Per Garufi va costruita una governance condivisa tra vari livelli erealtà del partenariato e occorre rimettere in moto il sistema deldibatto di condivisione. Concludendo, ha ricordato come nel prossimociclo occorra riattivare la circolarità del coinvolgimento degliattori che nei territori vivono e operano.Spanu ha sottolineato come il compito delle Istituzioni sia quello diindirizzare, mentre il compito delle imprese sia capire l’aria chetira, per come modificare le proprie competenze e orientare il propriopercorso.

Per questo, ha concluso, “si deve evitare di piegare i fondieuropei a una idea precostituita”. Giommaria Uggias, Parlamentare Europeo, ha dato la sua idea sul “Puntodi vista del Parlamento Europeo sul processo in atto”. Perl’Europarlamentare, “la programmazione europea è l’unica via d’uscitaper regioni e territori che non hanno prospettive. Nell’ultimaprogrammazione la Regione Sardegna ha rappresentato un vero e proprioil “collo di bottiglia””. Uggias ha annunciato come nella nuovaprogrammazione europea, la Sardegna potrebbe essere inserita in ungruppo denominato “Regioni intermedie”. Chiudendo ha chiesto “risposteconcrete e atti precisi”. Il Capo Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica delMinistero dello Sviluppo Economico, Sabina De Luca, ha ricordato il“non accordo” sul Bilancio Europeo del 2014-2020.Analizzando la Programmazione durante tutti questi anni, hasottolineato come “negli ultimi “piani di programmazione”, laburocrazia e la loro poca chiarezza non abbiano aiutato la spenditadei fondi – ha affermato la De Luca - questo, da ora in poi, saràcambiato. Infatti in primis saranno presentati i risultati attesi esolo subito dopo saranno elencate le azioni da mettere in atto”.Per la De Luca “se manca il quadro regolatorio, i Piani non possonofunzionare o essere efficaci”. “Inoltre, è necessario, inoltre, chetutte le Amministrazioni imparino a utilizzare il contributo delpartenariato sociale, anche se la Sardegna ha una esperienza avanzatae positiva”.

L’obiettivo finale della riprogrammazione è “lasciare tutto il nuovoprogramma al Governo Nazionale che verrà, in modo che questo abbiatutto pronto e faccia le sue scelte”.