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Sette domande a... Fedele Sanciu (Pdl)

Sette domande a... Fedele Sanciu (Pdl)
Sette domande a... Fedele Sanciu (Pdl)
Angela Galiberti

Pubblicato il 15 February 2013 alle 19:04

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Fedele Sanciu, 54 anni, è candidato al Senato della Repubblica nella lista del Popolo della Libertà. Eletto per la prima volta nel 2004 come consigliere regionale, ha iniziato la sua carriera politica piuttosto tardi rispetto ad altri suoi competitors: la prima tessera partitica l'ha presa a 34 anni. Imprenditore agricolo ed edile dai 19 anni, prima di buttarsi nell'arena politica, ha fatto parte delle associazioni camerali di riferimento arrivando poi a guidare il Consorzio di bonifica della Gallura. Fedele Sanciu, partiamo dalla fine. Ovvero: il suo partito in questo ultimo anno si è ritrovato sull'orlo del baratro a causa di vicende nazionali piuttosto scabrose. E questo rappresenta sicuramente una zavorra in queste politiche 2013. In più vi è la questione “incompatibilità” che la tocca da vicino. Quella cioè che, con una serie di manovre sul filo di lana del diritto, l'ha vista abdicare dal ruolo di Presidente di Provincia della Gallura. Obiettivamente non è stato un bel vedere. La domanda è questa: anche se è pur vero che i candidati nelle politiche (e con questa legge elettorale) contano poco o niente, non è che la manovra fatta qualche mese fa potrebbe aver danneggiato ulteriormente il suo partito? Guardi, partendo un po' alla lontana ci sono molte cose che in Italia dovrebbero cambiare. La Costituzione andrebbe aggiornata perché alcune sue parti sono state superate. Pensiamo ad esempio al ruolo del Governo. Poi pensiamo al bipartitismo o al bipolarismo. Il Pdl ha provato a cambiare questi aspetti durante questi anni e la mia persona fa parte di questo percorso politico. A questo dobbiamo aggiungere ciò che è successo in Sardegna con il referendum che ha cancellato 4 province. Il 28 Febbraio si chiude tutto se non ci sarà una proroga. Un dirigente di partito come me, che viene considerato un patrimonio dai dirigenti nazionali e che si è sempre mosso in totale accordo con la dirigenza del partito locale e nazionale, non poteva sottrarsi alla chiamata. Mi è stato chiesto di dimettermi creando una condizione che non mandasse nel caos il mio territorio. Tant'è vero che, a parte la speculazione politica tentata dalla sinistra, il tutto è stato fatto con l'appoggio del Consiglio Provinciale perché l'obiettivo era garantire la continuità di governo in questa fase diciamo così di transizione. Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Abbiamo reso compatibile la mia candidatura e abbiamo permesso alla Provincia di essere governata in continuità. Insomma, verrebbe da dire che avete salvato “capra e cavoli” con una sola mossa. Però capirà che la questione non è così semplice. Raccontare ciò che è successo non è stato facile e l'elettore non è stupido e ragiona sulle cose quando entra in cabina elettorale. Sa una cosa? Ora sono in campagna elettorale e non c'è stata fino ad ora una persona che mi abbia detto qualcosa sulla vicenda dell'incompatibilità. Tutti quanti mi hanno detto che ho rivitalizzato la Provincia, che ho fatto dimenticare la Murrighile, che ho reso l'ente più efficiente e dinamico facendolo percepire ai galluresi come qualcosa di utile. E di questo sono molto orgoglioso. Quando i progetti sono solidi non ha importanza che ci sia Sanciu o ci sia Carzedda. Non se ne accorge nessuno. Rimaniamo in Gallura. La situazione non è esattamente molto confortante dal punto di vista economico. Voi del Pdl avete qualche idea o ricetta per risollevare un po' il mondo imprenditoriale? E' vero, la situazione è molto dura in Gallura. I dati sono pessimi. 6000 persone hanno perso il lavoro nell'edilizia ad esempio e nonostante questo la Provincia di Olbia-Tempio è ancora tra le 20 aree più dinamiche. E' un dato positivo ma non ci può bastare. Ci sono tre cose che si possono fare nell'immediato. La prima è dare seguito ai cantieri che noi parlamentari del Pdl siamo riusciti a far finanziare. La Olbia-Sassari è fondamentale per lo sviluppo economico del territorio perché mette in rete il porto di Olbia con quello di Porto Torres, Olbia con Sassari, la Costa Smeralda con la Riviera del Corallo, l'aeroporto di Alghero con quello di Olbia. La nuova 4 corsie non è ovviamente abbastanza. Vorrei chiudere la mia carriera politica realizzando l'allargamento della circonvallazione di Olbia e togliere Tempio dall'isolamento. La seconda ricetta è la metanizzazione della Sardegna. Non possiamo continuare a pagare così cara l'energia. Paghiamo il 30% in più rispetto al resto dell'Italia e ciò ci rende non competitivi. Se il Galsi non dovesse avere un seguito propongo di inserire la Sardegna nella rete nazionale. Ci sarebbe comunque molto da lavorare, si alzerebbe il Pil e nel lungo periodo si abbatterebbero i costi energetici. E dove la facciamo approdare la condotta con i relativi impianti? A Olbia o a Porto Torres? Lei conosce molto bene le discussioni inerenti alla centrale di compressione che dovrebbe essere costruita a Spiritu Santu.... Io sono del parere che si possono fare opere straordinarie rispettando perfettamente l'ambiente che è il nostro patrimonio più importante.... La terza ricetta, a costo zero per i sardi, è il fondo sovrano del Qatar. L'emirato vuole investire in Sardegna un miliardo di euro. Ci sono le condizioni per un restyling completo di tutta la Costa Smeralda, adeguando e rimodernando i beni architettonici e paesaggistici già presenti. Ma si potrà realizzare un nuovo polo alberghiero con parchi tematici che permetteranno di ringiovanire i flussi turistici. I giovani ricchi non vengono in Sardegna! Vengono i padri ma non i figli. I turisti della Costa sono sempre più vecchi e, nel tempo, questo farà morire la Costa Smeralda. Non possiamo permettercelo. A sentir voi questo progetto sembra la panacea di tutti i mali. Eppure vi sono già tantissime resistenze. Addirittura dei ricorsi. Già si parlava male del progetto qatariota ancor prima dell'uscita dei rendering. Chissà chi c'è dietro vien da chiedersi. Siamo alla follia. Il 90% dei sardi silenti dovrebbe ribellarsi a queste minoranze che quasi sempre sono braccia armate da lobby che fanno riferimento a determinati ambienti professionali che sono molto interessati a certi fenomeni economici. Non è un ambientalismo, come dire, puro e libero. Senta un po', ma perché quando parlate di energia non nominate mai le energie rinnovabili? L'Italia, la Sardegna in particolare, è baciata dal sole e dal vento. Guardi.. Io personalmente non ne parlo per incompatibilità. Perché è uno dei settori nei quali, con le aziende di famiglia, opero. Abbiamo costruito il tetto fotovoltaico più grande della Sardegna. Per il resto, per quel che riguarda la nostra isola, penso che si debba sicuramente puntare su queste risorse, che sono praticamente infinite. Investire nelle rinnovabili significa abbattere le emissioni ci CO2 ma anche creare posti di lavoro anche nel lungo periodo. Per come la penso io, la Regione dovrebbe iniziare a favorire i sardi tenendo presente chiaramente i vincoli di legge. Penso alle campagne, ai fienili, ai capannoni degli agricoltori, serre. Invece abbiamo assistito alla penalizzazione dei sardi per avvantaggiare le grandi multinazionali del settore che non lasciano ricadute sul territorio. Ultima domanda. In lista occupa una posizione che non le garantisce la rielezione. E' il 26 Febbraio e lei non è stato rieletto. Che fa? La politica è una parte importante della mia vita. Nel senso che io ho sofferto molto la mala-politica e quando ho deciso di buttarmi nella mischia la mia legittimazione è arrivata sempre grazie al consenso popolare. Se domani non venissi rieletto mi rendo conto che non dipende dall'elettore ma dalla posizione in cui sono stato collocato. A me dispiace molto che non sia l'elettore a scegliere. E' una cosa che mi crea qualche difficoltà perché puoi difendere un progetto ma non puoi catalizzare il consenso su di te. Però sono molto sereno. Ho la coscienza a posto. Per il futuro non sono preoccupare. Se non fossi eletto, mi alzerei al letto e andrei a fare quello che ho sempre fatto. Andrei a lavorare nelle mie aziende. Sono una persona fortunata. Non campo di politica e di identità. Campo del mio lavoro.