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Schede elettorali, diritto al voto e residenza: diritti negati o garanzia?

Schede elettorali, diritto al voto e residenza: diritti negati o garanzia?
Schede elettorali, diritto al voto e residenza: diritti negati o garanzia?
Angela Galiberti

Pubblicato il 26 February 2013 alle 17:55

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Olbia - Il caso del cittadino olbiese a cui è stato negato il diritto di voto a causa della mancata iscrizione nelle liste elettorali della città ha fatto scalpore. Perchè il diritto al voto è uno dei diritti fondamentali della democrazia e vederselo negato a causa di un "cavillo" non fa piacere. Ma, come confermato dalla stessa struttura comunale, non c'è nessun caso di mala-amministrazione. A dettar legge, nel vero senso della parola, è lo Stato centrale che - attraverso il Ministro dell'Interno - regola la corposa macchina elettorale nazionale. Una serie di ingranaggi che, una volta messi in moto, non possono fermarsi. Per evitare brutte sorprese bisogna conoscere le regole anzitempo perchè i Comuni, da soli, non possono decidere nulla. Neanche di aggiornare un registro elettorale in autonomia, anche se è tutto informatizzato come ad Olbia. Allora, sappiatelo in anticipo: i registri elettorali, per i cambi di residenza, vengono aggiornati due volte all'anno. La prima volta a Luglio, la seconda volta a Gennaio. Non fidatevi della "residenza istantanea". Per avere diritto di voto la residenza va confermata con il controllo dell'ufficio anagrafe che, secondo la legge, ha un mese di tempo per farlo. Sinchè l'ufficiale comunale non conferma la vostra presenza in città, la vostra è una residenza "virtuale" che non garantisce il diritto di voto. Quest'ultimo viene reso effettivo nella vostra nuova città solo dopo l'iscrizione nel registro elettorale, registro che viene appunto aggiornato a Luglio e a Gennaio (anche per evitare "residenze fasulle"). Se cambiate residenza a cavallo di questi due periodi dovete votare nel vostro vecchio comune. L'unico modo per evitare fraintendimenti è l'informazione. E il Comune di Olbia sa bene che, spesso, i qui-pro-quo con i cittadini nascono proprio dalla difficoltà nel rendre pubblici e comprensibili determinati meccanismi e determinate informazioni. La burocrazia non è una bestia nera solo per i cittadini. Strano ma vero lo è anche per i dipendenti pubblici.