Friday, 29 March 2024
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Pubblicato il 11 October 2017 alle 13:02
Cagliari, 11 ottobre 2017 - Non ha i numeri delle rotte "classiche", ma è chiaro che tra la Sardegna e l'Africa del Nord (in particolare l'Algeria) si è aperta una nuova "strada" per tutti coloro che vogliono lasciare il Maghreb.
Quest'oggi la Guardia di Finanza ha individuato, vicino le coste cagliaritane, l'ennesimo barchino carico di persone: cinque uomini, tre donne e un bambino di tre anni. Al momento non si conosce la loro nazionalità; gli sbarchi avvenuti nelle settimane precedenti hanno portato in Sardegna principalmente persone provenienti dall'Algeria, paese che non è in guerra e che è abbastanza stabile politicamente, nonostante il suo leader -Abdelaziz Bouteflika - abbia 80 anni e abbia problemi di salute. Algeria che ha superato la guerra civile negli anni '90 sconfiggendo quelli che oggi chiameremmo gli "islamofascisti" e che ha soffocato sul nascere le proteste di piazza della cosiddetta "primavera araba" con riforme economiche, sociali e istituzionali chieste a gran voce dai cittadini. Un processo, quest'ultimo, ancora in atto.
Il continuo sbarco di algerini sulle coste sarde ha costretto, più volte, il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru a chiedere un intervento immediato del Governo Italiano che, con l'Algeria, ha ottimi rapporti. L'Algeria è sicuramente un Paese che ha dei problemi (bassi salari, corruzione, burocrazia elefantiaca, alto tasso di disoccupazione giovanile), ma non essendo uno Stato in guerra è possibile stringere accordi bilaterali sia per il blocco dell'immigrazione clandestina, sia accordi per facilitare l'immigrazione regolare: cosa, quest'ultima, drammaticamente difficile per tutti gli Stati del Maghreb - particolare, quest'ultimo, fondamentale per il mercato dei trafficanti di uomini.
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