Thursday, 28 March 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Sardegna: non è una regione per "mamme"

Sardegna: non è una regione per
Sardegna: non è una regione per
Angela Galiberti

Pubblicato il 09 May 2018 alle 11:59

condividi articolo:

Olbia, 09 maggio 2018 - La Sardegna, benché sia una regione splendida con un ritmo di vita tutto sommato ancora umano, non è un posto facile per essere madri. Anzi, forse - esasperando un po' il concetto - non è proprio posto per "mamme".

A fotografare come se la passano le genitrici di sesso femminile in Italia è l'annuale rapporto di Save The Children, quest'anno intitolato "Le equilibriste" che - con il "Mothers' index" - descrive la situazione che vivono le donne con figli in questa Italia regina mondiale della stucchevole e mielosa retorica sulla maternità.

E allora, le madri come se la cavano? Per misurare la situazione, il rapporto utilizza 11 indici divisi in tre macro categorie: cura (tasso di fecondità, indice di asimmetria nel lavoro familiare), lavoro (tasso di occupazione femminile diviso in tre fasce di età, tasso di mancata partecipazione al lavoro diviso in tre fasce di età), servizi (asili nido: indice di presa in carico degli utenti per il servizio; servizi integrativi o innovativi di prima infanzia con il relativo indice di presa in carico; percentuale di bambini di 4/5 anni che frequentano la scuola dell'infanzia).

Intanto, il primo dato: il Nord se la cava meglio del Sud, dove invece la situazione peggiora. L'anno base della rilevazione è stato il 2004, anno in cui il rapporto ha iniziato a scandagliare la situazione dei genitori di sesso femminile in Italia. Posto, dunque, come anno di riferimento il 2004 con valore 100 ecco i risultati: la Provincia Autonoma di Bolzano è prima in Italia con 115,161 mentre la Sardegna si classifica al quindicesimo posto con 91,356 (stessa posizione del 2004).

Ciò che rileva il rapporto è che la condizione delle madri in Italia "è influenzata dalla più generale condizione femminile nei territori", che in altre parole significa che dove ci sono più servizi e dove le donne sono più emancipate (anche e soprattutto in termini di parità in famiglia), le madri se la passano meglio.

Il rapporto, comunque, indica piccoli miglioramenti ogni anno, ma c'è ancora tanto da lavorare soprattutto al Sud.

Vediamo nel dettaglio come si posiziona la Sardegna nelle tre macro tematiche. Partiamo quello di "Cura" con gli indici tasso di fecondità e indice di asimmetria nel lavoro familiare (per capirci: come si dividono le faccende domestiche e legate ai figli): la Sardegna galleggia al 18esimo posto, migliorando di una posizione rispetto al 2004 e migliorando di 10 punti.

Passiamo agli indici legati al lavoro che analizzano il tasso di occupazione femminile e il tasso di mancata partecipazione al lavoro in queste tre fasce di età: 25-34, 35-44, 45-54. La Sardegna, purtroppo, rispetto al 2004 peggiora di una posizione, passando dalla 15esima alla 16esima, e perde tre punti.

Ora l'ultimo indice, quello legato ai servizi: vera croce per ogni famiglia. Qui la Sardegna se la cava decisamente meglio: rispetto al 2004, l'Isola guadagna due posizione e si ferma al decimo posto pur con una diminuzione di tre punti dell'indice.

Insomma, la situazione tratteggiata dal rapporto di Save the children non è così rosea: le genitrici italiane trovano molte difficoltà a tenere in equilibrio le loro vite a causa di gap socio-culturali estremamente radicati. Ancora oggi i servizi per le famiglie non sono calibrati sulla richiesta effettiva e non sono accessibili a tutti (spesso la retta mensile di un asilo costa quanto la rata di un mutuo), il lavoro familiare è ancora oggi enormemente sbilanciato sulle spalle femminili, i tempi del lavoro sono calibrati più su esigenze "maschili" che su una società lavorativa complessa (pensiamo anche a chi deve accudire un parente disabile o un genitore anziano o al mito diffuso delle "diecimila" ore in ufficio come "indice di produttività"). Tutto questo (e molto altro) non aiuta né le famiglie in generale, né a le legittime e doverose aspirazioni personali delle donne.

Il problema forse più sottile, ma fondante, è anche il non promuovere la cultura della genitorialità condivisa grazie alla quale paternità e maternità trovano pari diritti e pari dignità senza sacrificare sull'altare di un mito patriarcale la metà della popolazione.