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Cronaca

Sardegna: il mercato immobiliare è in lenta ripresa

Sardegna: il mercato immobiliare è in lenta ripresa
Sardegna: il mercato immobiliare è in lenta ripresa
Olbia.it

Pubblicato il 22 December 2017 alle 10:42

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Olbia, 22 Dicembre 2017- Anche in Sardegna, come nel resto d’Italia, il mercato immobiliare sta lentamente tornando ad essere uno dei principali fattori propulsivi dell’economia regionale. Ma nonostante le stime per il 2017 indichino una dinamica espansiva, nella nostra regione il tasso di crescita del settore è assai più modesto rispetto a quello registrato nel 2016:alla fine dell’anno si stimano in Sardegna circa 12.400 compravendite di abitazioni, il 2,8% in più rispetto al 2016. Una crescita nettamente inferiore rispetto a +18% registrato lo scorso anno. L’espansione di quest’ultimo anno è trainata dai comuni minori, dove il mercato aumenta del 3,2%, a fronte di un incremento di poco superiore all’1,5% nei quattro capoluoghi. Un dato, questo, in controtendenza rispetto alla dinamica nazionale, caratterizzata da una crescita assai più omogenea.

E’ quanto riporta l’ultimo rapporto sul mercato immobiliare in Sardegna elaborato dall’ufficio studi della Cna Sardegna. La ricerca evidenzia come già dal 2015 le transazioni di abitazioni abbiano interrotto in Sardegna il trend di fortissima recessione iniziato nel 2007. “La questione importante- commentanoFrancesco PorcueAntonello Mascia, rispettivamente segretario regionale della Cna sarda e presidente regionale della Cna Costruzioni -è capire dove si colloca oggi il mercato, quanto è stato recuperato della profonda riduzione della domanda, in un contesto in cui lo stock di invenduto si è accumulato nel corso degli anni e i prezzi non sono ancora tornati a crescere. Nonostante quest’anno l’espansione abbia riguardato principalmente i comuni minori, nel lungo periodo i nostri datiindicano che il processo di recupero dei livelli passati è assai più rapido nelle città principali, dove oggi risulta riassorbito quasi il 70% dei livelli pre-crisi contro poco più del 50% nei comuni minori”.