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Sardegna, Legge 20 e sua applicazione: le famiglie elencano i punti critici

Sardegna, Legge 20 e sua applicazione: le famiglie elencano i punti critici
Sardegna, Legge 20 e sua applicazione: le famiglie elencano i punti critici
Olbia.it

Pubblicato il 05 July 2018 alle 18:58

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Olbia, 05 luglio 2018 - Il Comitato Famiglie 162 della Sardegna, grazie alla portavoce Veronica Asara (presidente di Sensibilmente Onlus e coordinatrice del gruppo tecnico regionale per l'Autismo e i Disturbi pervasivi dello sviluppo), torna a farsi sentire per la Legge 20/1997 e la sua applicazione e lo fa con una lunga nota indirizzata all'assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru.

La legge 20/97 ossia il sussidio per le disabilità psichiche che comprende anche l'autismo, spiega il Comitato, sta attraversando una fase molto critica in cui si paventano modifiche e sulla quale si susseguono informazioni discordanti ed errate, sia sulla natura del sussidio, sia sul suo corretto utilizzo, nonché sulle erogazioni del sussidio stesso alle persone con disabilità psichica.

Per questo motivo, il Comitato ha deciso di evidenziare alcuni punti critici che riportiamo integralmente per completezza di informazione.

Primo Punto: gli stanziamenti.

Per il 2018 è stato destinato alle leggi di settore un totale di euro 48.000.000 (45+3) a fronte di un fabbisogno al netto delle economie espresso dai comuni a fine 2017, di 64.277.529,77 (rif. det. 5309/136 del 15/05/2018). Dai dati riportati dalla Regione Sardegna nel comunicato del 22 giugno si parla di un ammanco di 17 milioni sulle leggi di settore tra le quali, appunto, la Legge 20,disavanzo che non consentirà ai comuni di pagare le ultime mensilità del 2018 così come già avvenuto nel 2017, anno in cui alcuni comuni non hanno saldato le mensilità di novembre e dicembre agli utenti beneficiari.

Secondo punto: l'introduzione dell'ISEE.

Come da legge regionale di stabilità 2018 è stato introdotto l'indicatore ISEE ordinario e/o sociosanitario anche per i beneficiari della legge 20, relativamente in particolare alle provvidenze economiche a favore di persone affette da particolari patologie di cui all'articolo 48 della legge regionale 23 dicembre 2005, n. 23.

Alcuni comuni, tra i quali Cagliari, hanno richiesto l'ISEE ordinario generando confusione sulla natura stessa del sussidio che fa capo ai finanziamenti del fondo per le non autosufficienze e lasciando intendere che la legge 20/97 sia un sussidio di tipo puramente economico e non legato a percorsi di inclusione sociale di persone con disabilità psichica e/o disturbo dello spettro autistico. La legge 20/97 è invece, legata ad un progetto personale che viene redatto in stretta collaborazione tra addetti sanitari e servizi sociali del comune di residenza.

Il suo scopo è di facilitare l'inserimento sociale delle persone che vivono lo svantaggio di una disabilità psichica e/o disturbo dello spettro autistico, per evitarne l'istituzionalizzazione e in piena conformità ai dettami della legge 180/78. La destinazione del sussidio è dunque vincolata al piano di intervento redatto dalla Asl e dal comune per la persona con disturbo mentale in condizione di difficoltà economica. (rif. Art.4 legge 15/92 modificata in legge 20/97). L'introduzione del parametro dell'ISEE ordinario potrebbe danneggiare, di fatto, alcuni adulti con grave disabilità psichica che vivono nel loro nucleo familiare di origine.

Punto terzo: commissione regionale per le modifiche alla legge 20/97.

La suindicata commissione regionale opera ormai da qualche anno e non sono conosciute le modifiche che ha proposto. La criticità rilevata riguardante tale commissione è l'assenza completa dei rappresentanti dei disabili psichici e delle persone con disturbo dello spettro autistico e delle loro famiglie. Le associazioni operanti nel territorio non sono state chiamate a contribuire alle sostanziali modifiche che saranno apportate. Una visione del tutto sbilanciata sul versante clinico, senza il sostanziale contributo dei diretti interessati, non solo vìola la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ma lascia intravedere delle falle progettuali dovute proprio a tale assenza.

La situazione oltremodo incerta, sia attuale che futura, genera difficoltà e grave disagio nelle persone destinatarie; inoltre i comuni spesso, erogano il sussidio ogni sei mesi a causa di liquidazioni a singhiozzo e tardive (come accaduto anche nel 2017) o non sufficienti alla copertura del reale fabbisogno.

Questi i punti critici sottolineati dal Comitato che chiede di avviare quanto prima i lavori di concertazione con le associazioni affinché ogni variazione sia migliorativa e legata alla sua vocazione di inclusione sociale e deistituzionalizzazione e non solo parzialmente adattata alle necessità delle persone con sofferenza mentale e disturbo dello spettro autistico o vincolata a questioni di bilancio, ma che abbia come riferimento la possibilità di realizzare, insieme alle istituzioni, progetti personalizzati condivisi e co-progettati anche in questo ambito così delicato e particolarmente fragile.