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Sardegna in zona bianca, penultima per vaccini e con 3 comuni zona rossa

Bene per l'economia, ma attenzione: ci vuole prudenza

Sardegna in zona bianca, penultima per vaccini e con 3 comuni zona rossa
Sardegna in zona bianca, penultima per vaccini e con 3 comuni zona rossa
Angela Galiberti

Pubblicato il 27 February 2021 alle 16:29

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Olbia. Una zona bianca, con pochissime prescrizioni: giusto quelle del distanziamento sociale, dell'igienizzazione e della mascherina. La Sardegna ci ha creduto per settimane e ora, finalmente, è arrivata. La Sardegna ha l'indice Rt più basso in Italia (0.68) con 29,47 casi per 100.000 abitanti. Inoltre, nell'ultimo aggiornamento dell'Unità di crisi regionale sono stati rilevati 87 nuovi casi. Rimane alto il dato dei decessi (6 nella giornata di oggi), ma continuano a diminuire i ricoverati e dunque la pressione sulle terapie intensive. Rimagono però tre comuni in zona rossa - Bono, La Maddalena, San Teodoro - a causa della variante inglese. Variante, questa, più contagiosa: è stata individuata anche a Olbia, ma qua la zona rossa non è scattata per gli esigui numeri dei contagiati rispetto ai residenti. Non solo: il dato peggiore riguarda i vaccini, perché la Sardegna è penultima a livello nazionale con il 59,9% di vaccini effettuati. Nell'isola sono arrivate 144.380 dosi di vaccino, ma ne sono state fatte solo 86.430: ecco perché si chiede, anche a livello politico, un'accelerazione in tal senso così come la pubblicazione del piano vaccinale. Da lunedì, in ogni caso, partirà la zona bianca: in questo momento è in corso un'interlocuzione tra il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas e il Ministero della Salute. L'obiettivo è graduare le aperture, affinché non vi sia un "liberi tutti" generalizzato che abbia come eventuale conseguenza una recrudescenza dei contagi proprio nel momento in cui la variante inglese ha fatto capolino nell'isola. A noi cittadini spetta il compito principale: usare prudenza e rispettare le regole anti-Covid anche in zona bianca. Ciò significa non fare assembramenti, usare la mascherina, igienizzarsi le mani. Non dobbiamo dimenticare, infatti, le conseguenze del "liberi tutti" dell'estate 2020.