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Cronaca

Sardegna: i cartelli del bagno a pagamento che fanno indignare

Sardegna: i cartelli del bagno a pagamento che fanno indignare
Sardegna: i cartelli del bagno a pagamento che fanno indignare
Patrizia Anziani

Pubblicato il 04 November 2018 alle 09:36

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Mamoiada, 4 novembre 2018- Una famiglia di visitatori, dopo un viaggio di oltre cento chilometri, entra in un bar del centro, il marito si dirige al bancone per ordinare due caffè e due cioccolate, nel frattempo la sua signora accompagna al bagno la figlia piccola ed ecco la sorpresa: due rozzi cartelli, uno per il bagno degli uomini, uno per il bagno delle donne, indicano che per usufruire del servizio bisogna pagare 50 centesimi.

La protagonista dell'intera vicenda scrive su FB "Sono ovviamente contrariata ma cerco le monete senza trovarne. Penso allora "pagherò l'ingresso al barista nel conto al tavolino" e provoad entrare, e vengo richiamata dal guardiano del bagno: "Ehi! non vede? Si paga!", così provo a spiegare che avrei pagato tutto con la consumazione non avendo monete, ma il guardiano è stato irremovibile, ha chiesto il pagamento anticipato e non mi ha fatto entrare, né me né mia figlia!"

Il fatto più triste dell'intera vicenda è che la signora, scrive sempre su FB, proprio nello stesso bar ha sentito con le sue orecchie la seguente conversazione tra la barista e due consumatori abituali: "certo che pagano solo i turisti, se facessi pagare a voi che siete clienti abituali tutte le volte che usate il bagno". Questo spiacevole episodio èsuccesso duranteCortes Apertas aMamoiada in occasione della bellissima manifestazione Autunno in Barbagia 2018.

Ma vediamo cosa dice la normativa sull'uso del bagno nei locali pubblici. Il proprietario di un bar o di un ristorante è obbligato ad avere una toilette a norma e funzionante, fruibile sia dal proprio personale che dal pubblico. In caso contrario è passabile di sanzioni. Il "cliente" ossia colui che ha ordinato e pagato una consumazione, è più tutelato. Salvo modifiche apportate dalle normative locali, l'art. 187 del Tulps (Testo unico delle leggi sulla Pubblica Sicurezza) riconosce ai consumatori il diritto ad avere la disponibilità di usufruire del bagno gratuitamente. Secondo la norma, infatti, gli esercentinonpossono, senza un legittimo motivo, rifiutare le prestazioni del proprio esercizio achiunque le domandi e ne corrisponda il prezzo, mentre ilsemplice "passante" che nulla acquista o consuma non potrà rivendicare alcun diritto al bagno, anche se soffre di patologie.

Una simile disciplina ha sollevato polemiche, se da una parte i gestoridei locali, sottolineando le spese di varia natura (acqua, pulizie, corrente elettrica, carta igienica ecc...), rimangono fermi dell'idea che i servizi igienici non debbano diventare di pubblico utilizzo a prescindere dalla consumazione, ilCodacons(Coordinamento delle Associazioni per la Difesa dell'Ambiente e dei Diritti degli Utenti e dei Consumatori) ritiene invece che "un locale pubblico debba sempre mettere i bagni a disposizione di tutti, salvo ovviamente casi eccezionali".