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Sardegna, crisi da pandemia: nel 2020 chiuse 67 officine di riparazione auto

Confartigianato Sardegna: “Per far ripartire il settore, necessari bonus come quelli dell’edilizia”.

Sardegna, crisi da pandemia: nel 2020 chiuse 67 officine di riparazione auto
Sardegna, crisi da pandemia: nel 2020 chiuse 67 officine di riparazione auto
Olbia.it

Pubblicato il 25 April 2021 alle 11:21

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Cagliari. La crisi economica generata dalla pandemia del coronavirus  ferma le auto e il fatturato delle officine della Sardegna. Il dato desta molta preoccupazione: il crollo è del 26%. 3mila imprese e quasi 9mila addetti in difficoltà e i “ristori” non bastano. La crisi ha svuotato le tasche dei sardi, gli effetti delle varie ondate del Covid, i conseguenti lockdown, la fortissima limitazione alla circolazione, l’annullamento delle iniziative, l’incremento dello smartworking e la crisi stanno pesando anche sulle spalle degli autoriparatori della Sardegna.E i dati, rilevati dall’Ufficio Studi di Confartigianato ImpreseSardegna, sono eloquenti: tra il secondo trimestre 2019 e l’ugualeperiodo del 2020, hanno chiuso definitivamente 67 aziende artigiane di manutenzione e riparazione di autoveicoli, equivalente a un calo del 2,8% sull’intero sistema delle micro e piccole imprese isolane della filiera della cura auto. Un dato, quest’ultimo, che pone l’Isola alpenultimo posto in Italia, preceduta solo dalla Valle d’Aosta dove ilcalo è stato del 4,1%, contro una media nazionale del -1,3%.Analizzando poi il fatturato di queste imprese, Confartigianato harilevato un crollo senza precedenti. Nel secondo trimestre 2020(aprile-giugno 2020) l’indice è diminuito del 21,0% rispetto alperiodo precedente. Analizzando poi i primi 6 mesi 2020(gennaio-giugno), il calo registrato è stato del 16,9%. Tutto ciò, intermini tendenziali annuali, equivale al un calo del -26,2% flessionemai registrata dal 2001. A livello nazionale, solo per i primi 6 mesidel 2020, si sono stimati minori ricavi per 1,3 miliardi di euro.La filiera dell’auto in Sardegna, composta da produzione, servizi ecommercio, comprensiva della fabbricazione di carrozzerie, produzioneparti e accessori, del commercio, manutenzione e riparazione diautoveicoli, conta 3.009 imprese di cui 2.408 artigiane.L’autoriparazione sarda, in ogni caso, si conferma un settoreimportante, oltre che per l’economia, soprattutto per i posti dilavoro: gli addetti totali sono 8.845 di cui 4.980 artigiani. “In Sardegna a pesare sul calo del numero delle attività e del girod’affari – commentano Antonio Matzutzi e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna - è sicuramente ilfatto che, in queste continue fasi dell'emergenza Coronavirus, gliautoriparatori si sono trovati alle prese con una drastica diminuzionedella quantità di interventi d'officina a causa delle stringentirestrizioni alla circolazione”. “Se questa situazione da un lato haconsentito una riduzione delle immissioni in atmosfera – continuanoMatzutzi e Serra - i divieti di spostamento, le limitazioni allamobilità e il lavoro da casa hanno fatto calare repentinamente lanecessità di interventi di manutenzione e riparazione del parcoveicolare e conseguente il lavoro per le autofficine che si eraripreso dopo la crisi di 10 anni prima e che reggeva grazie allaprofessionalità e al rapporto consolidato con i clienti”. “Un calologico visto che meno si usano le vetture meno le stesse si usurano,ma tutto ciò ha causato un pesantissimo contraccolpo economico –proseguono Presidente e Segretario - tracollo che coinvolge la maggior parte delle officine e degli addetti tra meccanici, meccatronici e gommisti”.Confartigianato Sardegna, in ogni caso, ricorda come durante il primo lockdown la maggior parte delle imprese di autoriparazione sia rimasta aperta per garantire il servizio agli operatori dei settori essenziali ma con incassi per pagare bollette, personale e il resto dei costi praticamente azzerati. Inoltre, sottolinea l’Organizzazione Artigiana, come la categoria stia pagando anche il congelamento delle manutenzioni dovuto alle proroghe della scadenza delle revisioni che si sono succedute per tutto 2020, creando un generale calo della sicurezza e piena efficienza del parco circolante.“A settembre, prima della “seconda ondata” – denunciano Matzutzi eSerra – le nostre imprese erano ancora fiduciose di contenere leperdite ma quello che è successo dopo ha fatto precipitareulteriormente la situazione e davanti a questo saldo gestionalenegativo, che ormai si protrae da un anno, dobbiamo dire che i ristori messi a disposizione dal precedente Governo, non sono stati di certo adeguati”.Per far fronte a questa situazione Confartigianato, a livellonazionale ha avviato un confronto con il Ministero dei Trasporti sualcune proposte che rappresentano un aiuto al miglioramentodell’impatto ambientale delle auto, un incentivo per gli automobilistie un importante aiuto per la categoria.“Tra queste – ricordano Matzutzi e Serra - la defiscalizzazione degliinterventi di manutenzione e riparazione dei veicoli in circolazioneattraverso una riduzione dell’Iva sui lavori e la detraibilità per ilcittadino delle spese sostenute, replicando quanto già in essere per ilavori in edilizia dove le migliorie godono di molti incentivistatali”. “Non dimentichiamoci che, in ogni caso – rimarcano - la veradifferenza, la farà la capacità di crescita di ogni singola impresa dielevare la conoscenza dei propri operatori, sviluppando il piùpossibile la formazione come leva per tutelare servizi e lavoro,attraverso l’apprendimento di nuove tecnologie”.Proprio sulla professionalità degli addetti del comparto, il crescenteutilizzo delle tecnologie digitali profila una domanda di lavorosempre più caratterizzata da una maggiore diffusione di competenzedigitali.A livello nazionale, i dati Unioncamere-ANPAL, Sistema InformativoExcelsior mostrano che nel 2019 le imprese ricercavano oltre 24 milameccanici artigianali, riparatori di automobili. Al 60% di questierano richieste competenze digitali, come l’uso di tecnologieinternet, e la capacità di gestire e produrre strumenti dicomunicazione visiva e multimediale; al 46,3% erano richiesta capacitàdi utilizzare linguaggi matematici e informatici per organizzare evalutare informazioni qualitative e quantitative; e al 39,6% erarichiesta la capacità di gestire soluzioni innovative nell’ambito di‘impresa 4.0’, applicando tecnologie robotiche, big data analytics einternet delle cose ai processi aziendali. Nel tempo si osserva unincremento della quota di imprese alla ricerca di meccanici eriparatori di automobili dotati di competenze di alto livello perl’utilizzo di tecnologie 4.0 e di linguaggi matematici ed informatici.“Al Ministero, inoltre - concludono Presidente e Segretario - abbiamo inoltre proposto di riattivare i contributi  per chi decide diconvertire l’auto a metano o a gpl. Non tutte le famiglie hanno ladisponibilità di acquistare nuove vetture ecologiche. Con le nostrerichieste si contribuirebbe al miglioramento dell’impatto ambientaledel parco circolante con interventi economici che sfruttanol’eccellenza nel mondo del know how italiano nelle motorizzazioni agas”.