Olbia, 18 febbraio 2020 - I tempi moderni sono caratterizzati si sa bene, anche da un evoluzione dei costumi ben precisa che vede una maggiore considerazione dei generi. Ormai si parla chiaramente di una sessualità più ampia e "fluida", che i nostri nonni di certo non avrebbero mai potuto nemmeno immaginare. E proprio a tal riguardo la legislatura moderna talvolta diviene più complicata e complessa per riconoscere queste evoluzione di genere. Oggi è sancito che cambiando sesso si acquisisca il diritto anche a scegliersi un nuovo nome, senza doversi vedersi costretto a cambiare la desinenza solo dal maschile al femminile o viceversa. La Cassazione ha dichiarato negli ultimi giorni, che il proprio nome è “uno dei diritti inviolabili della persona”, e quando si verifica la necessità di un cambio identitario, deve “essere assicurato anche un diritto all’oblio, inteso quale diritto ad una netta cesura con la precedente identità”. Tale conferma è arrivata dalla Suprema Corte quando è stata presa in esame la richiesta di Alessandro. L'uomo residente in Sardegna avendo cambiato sesso non gradiva convertire il suo nome in quello di Alessandra. E così anche se in prima battuta la Corte di Appello di Torino non aveva dato alcuna possibilità di scelta, la Cassazione ha dato via libera al nome di Alexandra, in nome di un nuovo corso di vita. Auguri per questa nuova rinascita, che in ogni sua attuazione rimane comunque una grande dimostrazione di coraggio e volontà.
