Wednesday, 24 April 2024
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Pubblicato il 01 August 2021 alle 06:00
Olbia. Nel 2020 c'è stata una riduzione del consumo degli antibiotici rispetto al 2019 del 21,7%, che potrebbe essere attribuita alla modifica dei modelli organizzativi e alla diffusione delle mascherine, che possono aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche: è quanto emerge dal rapporto Osmed 2020 sull’uso dei farmaci in Italia. Cresciuti i consumi del vaccino antinfluenzale (+23,6%), grazie a un aumento dell'adesione alla campagna vaccinale nel corso del periodo pandemico, mentre resta stabile la spesa farmaceutica nazionale totale, che è stata nel 2020 pari a 30,5 miliardi di euro. La spesa pubblica, con un valore di 23,4 miliardi, ha rappresentato il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva ed è rimasta pressoché stabile rispetto al 2019 (-0,8%). La spesa per i farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche è stata di circa 13,5 miliardi di euro (222,87 euro pro capite), stabile rispetto all'anno precedente. Nel 2020 la spesa per farmaci a carico del cittadino ha raggiunto i 5,7 miliardi di euro circa, stabile rispetto al 2019. Le benzodiazepine, contraccettivi e farmaci utilizzati nella disfunzione erettile si confermano le categorie a maggiore spesa. I farmaci cardiovascolari sono quelli per cui si è speso di più (49 euro pro capite) nel canale della spesa farmaceutica convenzionata, mentre i farmaci antitumorali sono stati tra quelli per i quali hanno speso di più le strutture pubbliche. Per quanto riguarda l’aderenza e la persistenza al trattamento delle principali patologie croniche, non sono state evidenziate importanti differenze rispetto all’anno precedente e ciò suggerisce la possibile efficacia degli strumenti messi in campo per contemperare la continuità terapeutica e il contenimento dei contagi da COVID-19. Nel 2020, l'anno dello scoppio della pandemia di coronavirus, il consumo dei farmaci utilizzabili nell'ambito del trattamento del Covid-19 si è attestato a 20,7 dosi per 1000 abitanti al giorno, pari al +8,5% in confronto al 2019. In particolare le eparine, ovvero farmaci anticoagulanti, hanno rappresentato quasi la metà dei consumi e circa un terzo della spesa. A seguirle i corticosteroidi, ovvero antinfiammatori steroidei, come il metilprednisolone e il desametasone. Un ultimo aspetto riguarda i farmaci orfani: per quest’ultimi in classe H, A e C, la spesa, comprensiva dell’acquisto da parte delle strutture sanitarie pubbliche e dell’erogazione in regime di assistenza convenzionata, è stata nell’anno 2020 di circa 1,4 miliardi di euro, corrispondente al 6% della spesa Ssn. La Regione con il valore più alto di spesa lorda pro capite per i farmaci di classe A–SSN è stata la Campania con 197,3 euro pro capite, mentre il valore più basso è stato registrato nella PA di Bolzano (114,4 euro pro capite), con una differenza tra le due Regioni del 72%. Anche per quanto riguarda i consumi, la Regione con i livelli più elevati è stata la Campania, mentre i consumi più bassi sono stati registrati nella PA di Bolzano. In generale nelle Regioni del Sud si consuma e si spende mediamente di più rispetto al Nord e al Centro per i farmaci erogati in regime di assistenza convenzionata. Per quanto concerne la Sardegna, la spesa lorda comprensiva di vaccini nel 2020 è stata 279 euro pro capite, con un dato importante, cioè l’aumento sostanziale del consumo di psicofarmaci tra bambini ed adolescenti. In particolare, tra gli under 17 gli antipsicotici sono i farmaci che registrano l'aumento maggiore delle prescrizioni (+17,2%) rispetto all'anno precedente. La Sardegna ha un consumo quasi doppio rispetto alla Lombardia e, in generale, in quasi tutte le Regioni del Centro-Sud, ad eccezione della Campania, vi è un maggior ricorso a questi farmaci rispetto al Nord. Il ricorso agli psicofarmaci presenta un andamento crescente per età, raggiungendo il massimo nella fascia 12-17 anni di età, nella quale si registrano un tasso di prescrizione di 65 per 1000 bambini e una prevalenza dello 0,71%. Analizzando le prescrizioni per sottocategoria di farmaci, la prevalenza d'uso maggiore si osserva per gli antipsicotici (0,19%), con 15,7 confezioni ogni mille bambini. Nel confronto internazionale si evidenzia una bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti rispetto agli altri Paesi europei. Al contrario, l’Italia si posiziona al secondo e al primo posto nell’incidenza, rispettivamente, della spesa e del consumo per i farmaci biosimilari. Nel confronto sui prezzi emerge come l’Italia, considerando sia i farmaci erogati in ambito territoriale sia quelli in ambito ospedaliero, abbia prezzi superiori solo alla Francia, al Portogallo e alla Polonia.
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