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Pubblicato il 09 October 2015 alle 10:15
Olbia, 09 Ottobre 2015 - Mentre la giunta Pigliaru si prepara a tagliare qua e là servizi sanitari (spesso essenziali), i numeri del profondo rosso sanitario raccontano una regione dove lo spreco si annida ovunque.
La Sardegna spende in Sanità 3 miliardi e 200 milioni di euro, di cui 1 miliardo e 200 milioni solo per il personale. Il buco, rispetto alle indicazioni nazionali che impongono una sorta di piano di rientro, è salito a 400milioni di euro.
Numeri pazzeschi in una regione che conta "solo" un milione e seicentomila abitanti. E' evidente che lo spreco si annida ovunque e che è difficile venirne a capo, specialmente in una Regione dove i servizi spesso sono doppi dove non serve e dove ci sono intere aree, come la Gallura, a forte carenza di infrastrutture e reparti e dove i prezzi per le attrezzature cambiano a seconda del compratore. Un ecografo, racconta l'Unione Sarda, costa 40mila euro ad una ASL e 6000 a una Clinica Privata. E questo vale per tutto: dai guanti alle siringhe, passando per il costo del personale e le attrezzature più importanti.
La sanità sarda è una "giungla" a cui non si riesce a porre rimedio. Dov'è finita la Macro Area regionale per avere un unico riferimento per l'acquisto di riforniture? Dove sono le Case della Salute? Perché i servizi non sono equamente distribuiti nel territorio, ma concentrati in alcune determinate aree? Se è vero che non si può avere un ospedale in ogni paese, è anche vero che non si può tagliare dove non sono presenti adeguate infrastrutture viarie. Basti pensare alla Gallura, che ha sì 3 ospedali pubblici e uno privato in via di apertura, ma che ha strade completamente inadeguate, mentre alcune sono addirittura interrotte causa alluvione.
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