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Cronaca

Rischio idrogeologico. La soluzione? Un canale di guardia. Ecco la proposta dello Studio Equipe

Rischio idrogeologico. La soluzione? Un canale di guardia. Ecco la proposta dello Studio Equipe
Rischio idrogeologico. La soluzione? Un canale di guardia. Ecco la proposta dello Studio Equipe
Angela Galiberti

Pubblicato il 27 September 2014 alle 09:00

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Olbia, 27 Settembre 2014 - Dopo lo studio sull'arretramento della stazione, lo studio Equipe torna a far parlare di sé con un altro progetto che potrebbe rivoluzionare la Città di Olbia. L'atteggiamento è quello di sempre: mostrare un amore senza limiti per una città che, negli anni, è stata purtroppo amministrata "da chi non l'ha mai amata". A parlare sono il geometra Andrea Demuru e il geologo Emilio Fenu che, giovedì sera, hanno tenuto un incontro pubblico per illustrare la loro idea. All'incontro hanno partecipato diversi cittadini, i comitati di quartiere, il comitato per la difesa dei diritti degli alluvionati e Gianni Urtis (consigliere comunale del Centro Democratico). Il presupposto dei due esperti è che Olbia è una città collinare e che, grazie a questa caratteristica, si possono sfruttare le pendenze a proprio favore per "Imbrigliare" l'eventuale acqua in eccesso e allontanarla prima che arrivi al centro abitato. Come? Con un cosiddetto canale di guardia che, partendo da Nord, circondi Olbia come un "braccio protettivo" intersecando tutti i fiumi e fiumiciattoli che scendono a valle. Questo canale, in caso di necessità, porterebbe l'acqua in eccesso al fiume Padrongianus che, secondo Demuru e Fenu, è in grado di sopportare questo aumento di portata. "Già nel 79 era stato proposto il canale di guardia - ha detto Andrea Demuru - e all'epoca i canali olbiesi avevano le sponde in pietrame. Sono passati tanti anni, è stato fatto un Pai e ci chiediamo che studi sono stati fatti se non si sono individuate le aree a rischio. Ma anche le opere che sono state fatte negli anni non sono corrette. A Olbia ci sono troppi tappi. Il centro Martini è un tappo, la rotatoria di via Roma è una diga. Se non si risolvono le strettoie, i problemi non vengono risolti. Il cavalcaferrovia ha i piloni nel fiume. In via Ambalagi abbiamo un argine alto 2,5 metri che finisce su due tubi, una strada e un sottopasso". Nell'elencare tutte queste criticità, il geometra Demuru sottolinea che lo scopo dello studio è quello di salvare Olbia e il Golfo interno. "Olbia è una città collinare. Il canale di guardia parte a monte, scende e va al mare. Partiamo da Abba Fritta e proseguiamo a cielo aperto con un canale alto 4 metri fino a Telti. Intercettiamo il Siligheddu e poi iniziano le salite che noi superiamo con le gallerie - ha detto Demuru, illustrando lo studio di fattibilità -. Pasana, 730 metri. San Michele, 971 metri. E infine Conca Onica con 875 metri. Il canale, che nel frattempo si è allargato, arriva al Padrongianus e lì scarica. Per non buttare tutta quest'acqua in eccesso nel Golfo Interno, abbiamo pensato che si potrebbe fare arrivare un secondo canale a nel golfo Esterno sfruttando il vecchio delta del fiume". In qusto modo, con questo secondo canale, il golfo interno non verrebbe inondato di fango, ma il Padrongianus continuerebbe a nutrire il Golfo Interno come ha sempre fatto. Il Canale di guardia, in sostanza, raccoglierebbe solo le acque in eccesso, mentre i fiumi olbiesi continuerebbero a ricoprire la loro funzione, ma senza rappresentare un pericolo. "Questa cittè è stata amministrata da gente che non la ama. Ci sono cose talmente evidenti che non possono entrare in un ragionamento logico - ha detto Emilio Fenu -. Il ponte Loddone lo stanno ricalcolando con un tempo di ritorno di 500 anni. Sarà lungo 40 metri e più alto di 4. Vorrei capire con quale tempo di ritorno stanno studiando il Pai. Quanto sarà alto il ponte di Ferro? Negli anni '60 venne proposta una soluzione simile alla nostra e non c'erano tutte queste aree sensibili, cioè le case". Sulle cosiddette vasche di laminazione, che parrebbero la scelta fatta dall'amministrazione, i due esperti storcono decisamente il naso. "Una volta riempite per la pioggia - ha detto Demuru -, chi l'ha stabilito che non pioverà di più? A quel punto saranno costretti ad aprire lo scarico e a far uscire l'acqua". Sulle opere previste dalla Variante al Pai (quasi) adottata dal Comune ha detto qualcosa Gianni Urtis durante il dibattito. "Abbiamo questa variante in un dischetto - ha detto Gianni Urtis -. La stiamo studiando. Si parla di quattro vasche di laminazione e allargamento dei canali. Il costo totale è di 122 milioni di euro". Il canale di guardia, senza il secondo canale per il Padrongianus, costa - secondo le stime di Demuru e Fenu - 55 milioni di euro.