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Cronaca

Erosione spiagge e turismo: "Troppi Comuni non hanno il Pul"

Erosione spiagge e turismo:
Erosione spiagge e turismo:
Dénise Meloni

Pubblicato il 07 June 2017 alle 17:25

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Cagliari, 11 giugno 2017 -Il confronto di oggi con ricercatori e operatori ci permette di capire meglio il fenomeno dell’erosione e i necessari strumenti che dovremo introdurre nella pianificazione per la tutela delle coste e, in particolare, delle spiagge della Sardegna. La scienza ci mostra alcune strade percorribili, ora tocca alla politica trovare gli interventi più adatti per la conservazione del bene ambientale”. Così l’assessore dell’Urbanistica Cristiano Erriu alla Conferenza conclusiva del progetto Tender NEPTUNE (Natural Erosion Prevision Through Use of Numerical Environment) finanziato dalla Regione.

Erriu, parlando del ruolo dei Comuni nella tutela del patrimonio costiero sardo, ha snocciolato le cifre che mostrano in maniera chiara quanta strada debba essere fatta dagli enti locali. “Sui 72 Comuni costieri della nostra isola – ha sottolineato – soltanto 16 sono dotati di PUL, mentre altri 23 hanno il PUL adottato ma non ancora approvato. Sono invece 33 i Comuni che non hanno adottato il PUL: decisamente troppi. Stiamo cercando di sensibilizzarli ad accelerare le procedure. Il tempo passato dall’introduzione del PPR degli ambiti costieri ad oggi, è servito tuttavia a sviluppare nell’intera comunità la massima sensibilità e un senso di rispetto verso questi habitat, che costituiscono una risorsa preziosa e durevole soltanto se viene amministrata con grande attenzione e parsimonia”.

Aver esteso il Piano Paesaggistico a tutti gli ambiti costieri – ha aggiunto l’assessore Erriu – ci ha permesso di salvaguardare le coste da uno sfruttamento intensivo e non sostenibile. Le azioni concrete di conservazione e fruizione hanno lo scopo di disciplinare e regolamentare l’utilizzo dell’intero sistema costiero. Temi come l’erosione costiera, i grandi cambiamenti climatici e l’inquinamento da reflui e rifiuti vanno affrontati nell’immediato con tutti i mezzi che la scienza e la tecnica mettono a disposizione, per guardare al futuro del mare come oggetto di una evoluta blue bioeconomy. La Sardegna vive la grande scommessa di un rilancio delle sue potenzialità turistiche: se il fattore che ha originato questa ripresa è in buona parte attribuibile a fattori esogeni e ai drammatici eventi che hanno interessato e ancora interessano la sponda meridionale del Mediterraneo, è innegabile che gli amministratori debbano essere accompagnati nella consapevolezza del grande valore paesaggistico delle coste da loro gestite”.

Molto resta da fare, specialmente in materia di servizi, di offerta diversificata e di gestione prolungata nel tempo – ha concluso Erriu per consolidare questa favorevole tendenza che è una grande occasione di crescita economica, ma anche un modello culturale che consente una corretta gestione con adeguate risorse tecniche, finanziarie e normative per i nostri Comuni. Il nostro Assessorato si propone di aiutare i Comuni nella gestione complessa del litorale, con un nuovo approccio flessibile basato, oltre che su azioni ed interventi di salvaguardia, di controllo dei flussi e dei comportamenti, anche sull’educazione e la sensibilizzazione. Gli enti locali devono svolgere un ruolo da protagonisti, adattando ai loro territori le indicazioni operative per la gestione del sistema costiero”.