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Regionali, Maninchedda a Olbia: la rivoluzione pacifica

Regionali, Maninchedda a Olbia: la rivoluzione pacifica
Regionali, Maninchedda a Olbia: la rivoluzione pacifica
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 February 2019 alle 18:35

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Olbia, 18 febbraio 2019 - Si corre a tutta forza verso le prossime elezioni regionali previste per il 24 febbraio: per la Città di Olbia lo scorso fine settimana è stato molto intenso a causa dei tanti big nazionali approdati in città. Da una parte la seconda "convention" del Centrodestra con Berlusconi, dall'altra Paola Taverna del Movimento 5 Stelle: nel mezzo il Partito dei Sardi con la presenza del candidato presidente Paolo Maninchedda. La convention si è aperta con due testimonianze legate a due grandi temi galluresi: le vicende di Air Italy e il prezzo del latte. Poi, la presentazione dei candidati e infine l'intervento del candidato presidente. "La prima assegnazione delle quote produttive lo abbiamo fatto nel 2016. Ora abbiamo sforato. Il 60% è degli industriali, il 40% è delle cooperative. Durante la protesta, i ministri della repubblica italiana hanno detto che in 48 ore avrebbero portato il latte a un euro e hanno detto che la colpa era dei sardi. Noi, adesso, ci siamo scannando tra noi. In Sardegna c'è la pessima abitudine di rimanere ostaggio dei propri errori. In Sardegna, lo dico sempre, si danno i soprannomi alle elementari: sbagli da piccolo e ti danno un soprannome per tutta la vita", ha detto Maninchedda, riferendosi alla protesta dei pastori sardi. "Il problema è i soprannomi rivelano la nostra incapacità di perdonarci. Un lutto è per sempre, un errore è per sempre. Anche in questa circostanza ci siamo colpevolizzati. Non c'era bisogno di Centinaio, bastava essere pacifici tra noi e imparare a correggerci", ha rimarcato Maninchedda. Il nodo fondamentale del Partito dei Sardi è la "rivoluzione pacifica": una rivoluzione istituzionale, guidata dal governo regionale, che ha lo scopo di ottenere i poteri che mancano all'Isola. Primo atto? Modificare l'articolo 1 dello Statuto: "La Sardegna è una nazione". Poi, si scende in piazza.