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Referendum: schiacciante vittoria dei “SI”. La Sardegna ribadisce il no al nucleare

Referendum: schiacciante vittoria dei “SI”. La Sardegna ribadisce il no al nucleare
Referendum: schiacciante vittoria dei “SI”. La Sardegna ribadisce il no al nucleare
Olbia.it

Pubblicato il 14 June 2011 alle 00:08

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IL RESPONSO DELLE URNE - Un risultato al di là delle aspettative. La Sardegna risponde alla chiamata referendaria che in tutta Italia sancisce un esito storico. Il quorum, che da 16 anni non veniva raggiunto, è stato superato abbondantemente in tutte le regioni. A livello nazionale l’affluenza alle urne è pari al 56,5%, ma in Sardegna la media dello Stivale è stata battuta: 59% di votanti. A Olbia, il dato è leggermente inferiore, ma il quorum è stato comunque raggiunto con il 54,7%. Oltre l’alta percentuale di votanti, il secondo dato rilevante riguarda certamente la valanga di “SI” che da tutta la nazione ha abrogato le norme dei quesiti referendari.

I DATI DI OLBIA – L’affluenza, nel centro più grande della Gallura, è stata pari al 54,7%. Il primo quesito, relativo alla privatizzazione dell’acqua, registra il 98,3% dei “SI”. Il secondo, sui profitti dell’acqua, registra invece il 98,6% dei “SI”. Un dato alquanto notevole anche per il quesito riguardante l’installazione delle centrali nucleari. La Sardegna si era già espressa contrariamente il 15 e il 16 maggio e ieri ha ribadito il concetto. A Olbia il terzo quesito guadagna, infatti, il 98,4% dei “SI”. In linea con l’intera nazione, anche gli olbiesi si schierano contro il legittimo impedimento del Presidente del Consiglio e dei Ministri nel presentarsi nelle aule di tribunale. I “SI” raggiungono Il 96,5%, abrogando di fatto la norma precedente.

LE REAZIONI AL VOTO – Dopo la sconfitta nelle elezioni amministrative, nuovo colpo negativo per il Presidente del Consiglio. Nelle settimane passate, infatti, il capo del Governo si era espressamente dichiarato a favore dell’installazioni di centrali nucleari. Il quarto quesito, relativo al legittimo impedimento, riguardava, invece, proprio la sua persona. Di conseguenza, la netta bocciatura da parte degli italiani è considerata da molti come l’ennesima picconata al berlusconismo. Il premier, comunque, che aveva invitato gli italiani nel non recarsi alle urne, minimizza il risultato: «Prendiamo atto del risultato, ma andiamo avanti». All’interno della maggioranza, però, alcuni animi sono in fibrillazione. In Sardegna, per esempio, il governatore Ugo Cappellacci si è schierato apertamente contro l’installazione delle centrali nucleari, mentre sono molti gli esponenti del centrodestra recatisi alle urne, “disobbedendo” di fatto al dettato berlusconiano. Comunque, se la maggioranza del Pdl fa quadrato e nega l’ipotesi di crisi di governo, dalla Lega Nord giungono segnali poco rassicuranti per l’esecutivo. Il Ministro Calderoli commenta a caldo: «Con il referendum è arrivata la seconda sberla. Domenica diremo a Berlusconi i programmi che dovrà portare in Aula il 22. Vorremmo evitare che, in quanto a sberle, si concretizzi il proverbio che non c’è due senza tre». Esulta invece l’opposizione. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, chiede le dimissioni del governo: «Oggi c’è stato il divorzio tra l’esecutivo e il Paese». «Quello di oggi è un vento di pulizia» dice Nichi Vendola, leader di Sel. In Sardegna, soddisfazione rinnovata anche da Ugo Cappellacci, Pdl e Presidente della Regione: «I sardi hanno detto no per la seconda volta al nucleare. Ora puntiamo sulla green economy». Anche il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, ha dichiarato apertamente la propria intenzione di voto: un “SI” per ogni quesito referendario.