Olbia - La rapina in villa avvenuta la notte scorsa a Porto Cervo ai danni dell'amministratore delegato della Billionaire Srl, Paolo Azara, ha colpito nonsolo l'immaginario collettivo, ma anche la
politica sarda. Sul caso è voluto intervenire
Giampiero Scanu, deputato del Partito democratico. "La Gallura vive una
recrudescenza, un assalto vero e proprio alla
tranquillità e all’incolumità di chi vi abita e
non c’è bisogno di essere considerati ricchi e opulenti per essere una possibile vittima di questi episodi - ha affermato Giampiero Scanu in un comunicato stampa - Credo sia arrivato il momento che lo Stato dia una risposta forte e che, una volta per tutte, vengano respinte sdegnosamente le valutazioni di tipo pseudostatistico che, in occasioni simili, sono state offerte dai rappresentanti dello Stato per farci beffardamente sapere che saremmo in linea con le tabelle riguardanti gli stessi reati compiuti a livello nazionale”. Secondo Giampiero Scanu, le modalità con le quali è avvenuto il fatto fanno pensare a qualcosa di ben peggiore di una rapina. “Non intendo sostituirmi agli inquirenti ma
le modalità della rapina – ha continuato Scanu –
potrebbero far pensare a un fallito tentativo di sequestro lampo. Ad ogni buon conto, quando si attenta all’incolumità delle persone si è in presenza di un salto di qualità della malavita di cui non si può non prendere atto. M
olti reati dello stesso tipo sono stati consumati senza che ne sia stata data notizia, per tutelare la riservatezza necessaria allo svolgimento delle indagini ma il complesso di queste manifestazioni di tensione e di violenza privata raggiunge una cifra tale che non può più essere taciuta". Secondo il deputato, vista la recrudescenza di questi fatti, bisogna ricorrere ai ripari. "
E’ necessario quindi un potenziamento della presenza delle forze dell’ordine, con la riapertura nei piccoli centri delle caserme dei carabinieri perché è storicamente dimostrato che funzionano come deterrente per la criminalità - ha affermato il deputato -
Inoltre, deve essere finalmente attuato il lavoro di incrocio dei dati con l’Agenzia delle Entrate, per verificare la congruità dei patrimoni e magari la possibile contiguità tra l’attività di alcune bande che scorrazzano ormai da anni nel territorio e frange della malavita organizzata impegnate in traffici di armi e droga".