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Olbia, Provincia Nord-Est: fumata nera, accordo saltato

Olbia, Provincia Nord-Est: fumata nera, accordo saltato
Olbia, Provincia Nord-Est: fumata nera, accordo saltato
Angela Galiberti

Pubblicato il 09 January 2019 alle 22:04

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Cagliari, 09 gennaio 2019 - Seduta fiume, in Consiglio Regionale, per la discussione del disegno di legge 405/A proposto dai consiglieri regionali galluresi Giuseppe Meloni, Giuseppe Fasolino, Giovanni Satta e Pier Franco Zanchetta. Disegno di legge che avrebbe consentito alla Gallura di acquisire nuovamente la sua autonomia amministrativa. Scriviamo "avrebbe" perché, a quanto ci giunge da quel di Cagliari, la Provincia del Nord-Est è diventata improvvisamente una chimera: nonostante siano stati approvati tutti gli articoli, l'approvazione finale slitta a mercoledì prossimo e a quanto trapela il Pd potrebbe disertare la riunione.

"La seduta è stata caratterizzata da grandi contrasti e per due volte è mancato il numero legale. Il presidente ha convocato il Consiglio alle 11 di mercoledì 16 gennaio", si legge nel sito del Consiglio regionale.

Del resto, è stata una giornata molto lunga per tutti, politicamente parlando. A Cagliari, da Olbia, sono arrivati in 50 dalla Gallura: c'erano sindaci, rappresentanti sindacali come Mirko Idili, ex parlamentari come Gian Piero Scanu e dirigenti scolastici come Gianluca Corda, ma anche imprenditori come Fabio Fiori. Tutti uniti per sostenere i quattro consiglieri galluresi e le ragioni di un territorio che può ambire all'autonomia per i suoi numeri.

Il Consiglio Regionale era e rimane lo scoglio più duro da superare perché è in quell'aula che trionfano i campanilismi, i trabocchetti, gli agguati e le invidie. E infatti, l'agguato c'è stato: sono stati proposti oltre 60 emendamenti il cui scopo non è altro che ricrearetutte le ex 8 province sarde. Proposta irricevibile sia per il referendum, sia per lo spirito con il quale la proposta di legge 405 è stata fatta e per il percorso istituzionale compiuto dalla stessa.

Accordi che saltano, gruppi consiliari che fanno melina, promesse disattese e patti tra gentiluomini non rispettati: alla fine, tra la delusione di tutti, la festa non c'è stata e forse non ci sarà. Sempre che questi sette giorni non siano utili per ricucire gli strappi.