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Cronaca

Progetto All Together: informazione e immigrazione all'Expò

Progetto All Together: informazione e immigrazione all'Expò
Progetto All Together: informazione e immigrazione all'Expò
Angela Galiberti

Pubblicato il 12 June 2015 alle 17:42

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Olbia, 12 Giugno 2015 - Questa mattina, nella sala conferenze dell'Expò di via Porto Romano ad Olbia, si è svolto un importante incontro sul tema dell'immigrazione. Il Progetto All Together, organizzato dall'associazione olbiese Libere Energie, aveva come obiettivo quello di parlare di immigrati ponendo al centro l'informazione e i dati.

Al convegno è intervenuto anche il questore Pasquale Errico, il quale ha dato un importante contributo. Il dottor Errico ha raccontato quello che sta succedendo in Sardegna e in particolare a Sassari ed Alghero con le procedure di accoglienza degli 800 immigrati sbarcati in Sardegna qualche settimana fa. Una situazione difficile che la Questura di Sassari sta cercando di affrontare con umanità nel solco della Costituzione e delle leggi vigenti.

La situazione è molto complicata. L'Italia sembra essere totalmente impreparata a gestire questa marea umana di disperazione e speranza. La maggior parte degli immigrati che sono sbarcati in Sardegna non parla nè inglese nè francese: parlano esclusivamente arabo e dialetti. Anche i 10 ragazzi (divenuti poi una ventina) scappati dai centri di accoglienza per raggiungere Roma da Olbia la situazione parlavano pochissimo inglese, niente francese, solo arabo e dialetti. A complicare il tutto è la loro ignoranza sulle regole che in Europa regolano gli spostamenti: non sanno che bisogna avere i documenti per salire su un aereo o su una nave. E non sapevano dove fosse la Sardegna: l'hanno scoperto quando un volontario di Libere Energie ha mostrato loro una cartina. Poi ci sono gli scandali, le inchieste giudiziarie, gli arresti, il business poco chiaro dietro i centri di accoglienza che danno 2,50 € al giorno agli immigrati. Una cifra ridicola se si pensa che al Dormitorio di Via Canova di Olbia si può entrare solo presentando 3€ alla reception. E poi c'è l'informazione: spesso tendenziosa, spesso troppo diretta alla pancia.

A mettere i puntini sulle "i" è stata la dottoressa Francesca Ena del Distretto Sanitario di Olbia (Medicina per i migranti, ambulatorio STP-ENI). "La salute degli immigrati è uno spauracchio, bisogna essere molto chiari - ha detto la dottoressa Francesca Ena -. Gli immigrati chiedono aiuto sanitario per partorire, per problemi gastrointestinali, per problematiche relative all'apparato muscolo-scheletrico. Tubercolosi e Hiv sono motivi marginali. L'assistenza ai migranti non è un attentato alla spesa sanitaria. Gli immigrati consumano il 3% delle risorse e solo una minima parte riguardano gli irregolari".

In pratica, la salute dei migranti (specialmente dei bambini, cioè gli italiani del domani) è importante, ma non rappresenta un pericolo per la salute degli italiani. La scabbia, ha sottolineato la dottoressa Ena, non è mortale.

Il convegno ha avuto il merito di affrontare temi importanti, senza mai scadere nel buonismo o nel "leghismo". Dignità umana e regole vanno di pari passo. Dove non ci sono regole, la dignità umana sparisce. E' evidente che un'immigrazione non regolata non è dignitosa. Bisogna trovare una soluzione alternativa ai barconi, ai centri di accoglienza, all'emergenza continua. Bisogna dare a queste persone l'opportunità di arrivare in Italia e in Europa attraverso corridoi legali, senza rischiare la vita. Intanto, però, è necessario che l'Europa faccia la sua parte.