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Cronaca

Processo alluvione: la prima udienza preliminare slitta a Maggio

Processo alluvione: la prima udienza preliminare slitta a Maggio
Processo alluvione: la prima udienza preliminare slitta a Maggio
Angela Galiberti

Pubblicato il 18 February 2015 alle 15:07

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Tempio Pausania, 18 Febbraio 2015 - Come nei più infernali gironi danteschi, anche il processo per l'alluvione del 18/11/13 subisce ritardi. Questa mattina, a Tempio Pausania, avrebbe dovuto svolgersi la prima udienza preliminare per il tragico evento. Così, però, non è stato: l'udienza è stata rimandata al 20 Maggio perché vi sono stati dei ritardi nelle notifiche agli indagati. Quisquiglie rispetto ai 13 morti causati dall'alluvione solo in Gallura. Quisquiglie che rischiano di dilatare ulteriormente i tempi già elefantiaci della giustizia italiana. Le persone indagate, per i quali il procuratore Domenico Fiordalisi ha chiesto il rinvio a giudizio, sono sei: Gianni Giovannelli (Sindaco di Olbia), ALberto Ragnedda (Sindaco di Arzachena), Giuseppe Budroni (responsabile della Protezione civile di Olbia), Antonello Zanda e Gabriella Palermo (dirigenti del Comune di Olbia) e infine Federico Ceruti Ferrarese (dirigente Provincia di Olbia-Tempio). Le accuse sono disastro colposo e omicidio colposo per la mancata manutenzione dei canali e la mancata diffusione dell'allerta meteo. A causa di un ritardo, dunque, si dilatano i tempi con buona pace della sete di giustizia delle famiglie coinvolte. Il processo sull'alluvione è molto atteso soprattutto dalla popolazione perché proprio la Giustizia, a seguito di poderose indagini, deve indicare i responsabili di tutto quello che è accaduto. Le indagini sull'alluvione del 18 Novembre seguono diversi filoni: la Procura di Tempio Pausania, guidata dal dottor Domenico Fiordalisi, ha avviato una certosina indagine ad ampio raggio che tocca diversi ambiti e settori. C'è un filone di indagine per la morte della famiglia brasiliana ad Arzachena, un filone di indagine per i morti di Monte Pinu, un altro filone ancora per le vittime olbiesi, altri filoni riguardano le concessioni edilizie, l'abusivismo, i fiumi tombati e le opere improprie sui letti dei fiumi. In questi mesi, la procura ha fatto sequestrare tra le 40 e le 50 abitazioni solo ad Olbia. Tutte costruite accanto ai canali. In totale, la Procura della Repubblica ha dato il via a 7 indagini diverse per i fatti connessi all'alluvione. Nei confronti di questo processo, dunque, c'è tanta comprensibile attesa. Non solo per via delle povere vittime a cui bisogna dare giustizia, ma anche per via degli strascichi amministravi che si porta dietro. Andare a spulciare tra le mille concessioni edilizie rilasciate nel territorio olbiese significa toccare un tema assai delicato sotto ogni punto di vista.