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Cronaca

Porti del Nord Sardegna: il bilancio negativo dell'autorità portuale

Porti del Nord Sardegna: il bilancio negativo dell'autorità portuale
Porti del Nord Sardegna: il bilancio negativo dell'autorità portuale
Olbia.it

Pubblicato il 11 January 2012 alle 13:06

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Un milione e 332mila passeggeri in meno in tutto il 2011. È il consuntivo di un anno che ha segnato una crisi senza precedenti per il sistema dei trasporti marittimi del Nord Sardegna, proiettato, in una sola stagione, indietro di dieci anni.

«Quello appena concluso – spiega Paolo Piro, presidente dell’Autorità Portuale del Nord Sardegna – è un anno da dimenticare. La concomitanza della crisi economica con l’aumento spropositato dei prezzi dei biglietti e del carburante ha generato una situazione senza precedenti. E’ sotto gli occhi di tutti, e i numeri parlano chiaro, che i nostri porti hanno fatto un balzo indietro di dieci anni. Dopo due lustri di crescita fenomenale, ironia della sorte, nel 2011 ci ritroviamo catapultati nel passato, a ripartire dagli stessi risultati conseguiti nel 2001».

Difficile, alla luce della situazione attuale, poter fare previsioni per il 2012. «Quello appena iniziato sarà un anno difficile – continua Piro -. I segnali che arrivano dalle compagnie di navigazione non sono affatto positivi. Se è vero che assistiamo ad un abbassamento dei prezzi rispetto al periodo estivo e ad un ritorno alla quasi normalità, dobbiamo fare i conti con l’aumento dei costi del carburante e della gestione dell’intera operatività delle flotte e, soprattutto, con l’incertezza economica che spinge gli italiani, e non solo, a riconsiderare la spesa per una vacanza in Sardegna». «L’insularità – conclude il presidente della Port Authority - finirà per diventare una fortissima discriminante. È innegabile che viaggiare da e per la Sardegna sarà sempre più oneroso, ma ancora più dannoso rischia di essere il contraccolpo sulla movimentazione delle merci, sulle quali si riverseranno gli incrementi di tutti i costi operativi del trasporto in generale, con un prezzo finale maggiorato per il consumatore ed un prodotto sardo soccombente rispetto alla concorrenza di altri mercati».

Olbia è lo scalo che ha registrato la perdita più consistente. A partire dal numero dei movimenti nave, che si attestano al 17,48 %, l’equivalente di 1.297 viaggi in meno. Cali che si registrano, in modo più accentuato, nei mesi gennaio – maggio, effetto della sospensione delle linee invernali come la Civitavecchia – Olbia di Snav e la Genova – Olbia – Arbatax coperta dalla Tirrenia; ma che si ripetono, benché in maniera ridotta, anche nel periodo estivo, con la cancellazione all’ultim’ora delle corse per il mancato riempimento delle navi. Meno navi e meno passeggeri. Sfiora il 30 per cento rispetto al 2010, infatti, il calo dei dodici mesi 2011, con una diminuzione di circa 1 milione e 140mila unità tra arrivi e partenze. Con un totale di 2 milioni e 670mila passeggeri, Olbia riparte dal bilancio del lontano 2001, quando all’Isola Bianca transitarono complessivamente 2 milioni e 600mila passeggeri. Ultimo trimestre negativo anche per le merci su gommato in arrivo e partenza dai porti dell’Isola Bianca e Cocciani. Inversione di tendenza, rispetto all’andamento generale, che non ribalta il trend positivo, fermo a +3,9 per cento, ma che apre nuovi scenari di crisi, annunciati dalla diminuzione di circa il 10 per cento dei mezzi pesanti trasportati.

Solo a Golfo Aranci appare un segno positivo che però è fittizio. Infatti, rispetto al 2010, il secondo scalo gallurese ha registrato una crescita di circa 72 movimenti nave, pari al 5,19 per cento. Incremento, questo, che va ricondotto all’aumento delle corse della linea con Civitavecchia coperte dalla Saremar. Da giugno a settembre, lo scalo golfoarancino ha subito crescite che vanno dal 15 al 33 per cento. Se il dato dei movimenti nave risulta positivo, altrettanto non si può dire per quello dei passeggeri in arrivo e partenza. Da gennaio a dicembre, infatti, il porto di Golfo Aranci ha perso 62mila e 161 unità, circa il 5,2 per cento in meno rispetto al 2010. Calo contenuto che, comunque, non copre la profonda crisi dell’ultimo trimestre dell’anno, con diminuzioni del 57 per cento nel solo mese di novembre. Negativo, in linea con il trend degli ultimi anni, anche il settore delle merci. Si riducono, infatti, a zero le tonnellate trasportate nei 12 mesi, mentre crolla di un ulteriore 58 per cento la movimentazione dei carri ferroviari. Fonte: sassarinotizie