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Piano Urbano della Mobilità: ecco i primi dati. Olbia, strade più insicure della Sardegna

Piano Urbano della Mobilità: ecco i primi dati. Olbia, strade più insicure della Sardegna
Piano Urbano della Mobilità: ecco i primi dati. Olbia, strade più insicure della Sardegna
Angela Galiberti

Pubblicato il 07 November 2013 alle 13:18

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Olbia - Per apportare dei grandi cambiamenti nelle infrastrutture di una città servono, il più delle volte, dati scientifici certi. Che le strade di Olbia siano molto insicure, per un olbiese, è quasi un dato scontato. Il cittadino olbiese nasce e cresce scorrazzando in una città che, purtroppo, si è sviluppata in modo talmente disordinato da avere bisogno di ben 17 piani di risanamento. Ma per cercare di migliorare la situazione, il Comune è dovuto andare ben oltre il senso comune stipulando un accordo con l'Università di Cagliari e l'Aci al fine di redigere il Piano della Mobilità Urbana (Pum). Nei mesi scorsi, Comune e Università di Cagliari hanno iniziato una vera e propria ricerca sul campo i cui risultati sono stati presentati in una conferenza stampa dall'assessore ai Lavori Pubblici, Davide Bacciu, dall'assessore alla Sicurezza, Ivana Russu, dal comandante della Polizia Locale, Gianni Serra, e dal responsabile della ricerca dell'Università di Cagliari, l'ingegner Franco Pinna. L'Osservatorio sulla mobilità. I ricercatori dell'Università di Cagliari, coordinati dall'ingegnere Franco Pinna, hanno analizzato per filo e per segno tutta la mobilità olbiese. Per "mobilità" non si intende solo il flusso delle auto, ma tutto l'insieme di infrastrutture che compongono il sistema complesso "città di Olbia". Sono state analizzate le strade, gli incroci, le aree di sosta, i mezzi pubblici, il flusso veicolare interno e quello proveniente dai paesi limitrofi, sono stati intervistati i cittadini che utilizzano la "mobilità olbiese", i progetti infrastrutturali in itinere e sono stati inseriti tutti gli incidenti avvenuti negli ultimi 10 anni. Tutta questa mole di dati va a comporre l'Osservatorio sulla Mobilità che servirà per costruire gli scenari da qui a 5, 10, 15 anni sui quali basare le politiche future. I parcheggi. Si è parlato tante volte dei parcheggi olbiesi, in particolare di quelli a pagamento. Secondo i dati raccolti dall'Università di Cagliari, le aree di sosta olbiesi sono decisamente sottoutilizzate rispetto alle reali capacità. L'Università cagliaritana ha analizzato le aree di sosta (stalli e parcheggi) di 300 strade: in totale, Olbia può contare su 4208 stalli suddivisi in 570 a pagamento, 3316 liberi, 147 riservati, 55 scarico merci, 120 disabili. Il risultati della cosiddetta "domanda di sosta" non lasciano scampo a dubbi: su 1213 stalli controllati, di mattina 738 eran vuoti mentre la sera quelli vuoti erano 824. In pratica, le aree di sosta non sono compiutamente utilizzate e questo suggerisce un diverso utilizzo di quelle aree. Per esempio, alcune aree di sosta potranno essere eliminate per la creazione di piste ciclabili. I mezzi pubblici. Altra nota dolente riguarda anche i mezzi pubblici della Città di Olbia, anch'essi posti sotto esame dal Team dell'Università di Cagliari. Il trasporto pubblico olbiese è composto da 12 linee, 200 fermate e 250 km di sviluppo. A freddo, questi numeri possono sembrare fantasmagorici, ma in realtà il trasporto pubblico olbiese ha diversi problemi. Secondo i rilievi dei ricercatori, infatti, gli autobus sono snobbati dalla cittadinanza che preferisce muoversi in auto (in solitudine, cioè senza altri passeggeri). Alcune linee, come la numero 12, viaggiano vuote per la gran parte della giornata. L'indice di riempimento, dunque, è sostanzialmente troppo basso e secondo l'Università di Cagliari bisognerebbe fare qualche correttivo. La quantità di traffico. L'Università di Cagliari ha fotografato Olbia sia nel periodo invernale che in quello estivo. Ovviamente, la teoria del " boom" automobilistico durante l'Estate è stato confermato dai rilievi fatti dai ricercatori. In totale, sulle principali arterie, durante l'estate il traffico aumenta mediamente del 50%. La differenza tra Inverno ed Estate non riguarda solo il numero dei veicoli in circolazione, ma anche le ore di punta e le strade più trafficate. Durante l'Inverno, le aree critiche sono viale Aldo Moro e la Rotatoria di via Roma-via Redipuglia per la mattina, viale Aldo Moro e rotatoria Aeroporto per la sera. D'Estate le cose cambiano: la mattina le strade più critiche sono la sopraelevata e la rotatoria Aeroporto, mentre la sera invece sono la SS 125 e la rotatoria Aeroporto. La nota dolente: la pericolosità delle strade. Tra il 2001 e il 2010 l'Italia avrebbe dovuto dimezzare il numero dei morti dovuti agli incidenti stradali. Purtroppo, questo obiettivo non è stato raggiunto nemmeno ad Olbia. Nel 2001 si registravano 6 morti, nel 2011 ben 7 morti. I numeri assoluti non sono altissimi, ma i tassi di mortalità e di lesività permettono di confrontare a livello nazionale e regionale i numeri olbiesi e questo raffronto ci dice una sola cosa: che le strade olbiesi sono tra le strade più pericolose d'Italia. Vediamo il perchè. Nel 2011 l'Italia e la Sardegna hanno registrato rispettivamente un tasso di mortalità del 6,3 e 6,1 ogni 100'000 abitanti. Olbia, nello stesso periodo di riferimento, ha segnato un 9,4 morti ogni 100'000 abitanti. Il tasso di lesività è anche peggiore. L'Italia e la Sardegna, sempre nel 2011, hanno registrato rispettivamente 479,4 e 354,0 feriti ogni 100'000 abitanti. Olbia, per contro, ha segnato 844,2 feriti ogni 100'000 abitanti. I numeri, benchè siano indici statistici, fanno ben capire quanto Olbia necessiti di un bel restiling per quel che riguarda le infrastrutture stradali. Questo non significa solo rifare il manto stradale o cambiare i guardrail non a norma, bensì significa correggere le criticità che ogni giorno mettono in pericolo la vita delle persone. Gli olbiesi lo sanno bene: a ogni incrocio si rischia l'incidente perchè la visibilità è scarsa. Ed è da queste "piccole" cose che bisogna riprogrammare tutta la mobilità.