Friday, 29 March 2024
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Pubblicato il 14 August 2014 alle 16:19
“Conclusioni riportate nello Studio del comparto mitilicoltura” La situazione del comparto mitilicoltura ad Olbia non è al momento favorevole. Infatti, si e passati dai 223 ettari utilizzati per gli allevamenti negli anni ’90 ai 100 ettari circa nel 2008. Questa situazione e stata determinata da diversi fattori: · problematiche di carattere ambientale (torbidita, infangamento, eutrofizzazione e tossine algali); · riduzione degli spazi disponibili per gli allevamenti per effetto degli aumento delle attività portuali; · il fallimento delle grandi imprese che ha portato ad una frammentazione del mercato; · la diminuzione dei fatturati dovuti in parte alla riduzione dei consumi in generale ed in maniera particolare a seguito dell’impatto psicologico negativo sul consumatore dovuto ai rischi sanitari; · mancata innovazione delle infrastrutture operative e tecnologiche; · ricambio generazionale insufficiente e/o non idoneo alle necessita del mercato. Nel settore della mitilicoltura, la produttivita e strettamente legata alle dinamiche ambientali. Si avranno notevoli cambiamenti dei livelli di produttivita in relazione alle caratteristiche ecologiche e dei nutrimenti delle acque.Queste conclusioni, secondo i mitilicoltori, sono totalmente errate. "Come le precedenti, tali conclusioni sono errate, non verificate, opinabili e soggettive - scrivono i mitilicoltori sotto l'estratto della Vas appena citato - nel merito la V.A.S. avrebbe dovuto verificarle ed accertare che non vi è stata alcuna “riduzione degli spazi disponibili”, quelli attualmente occupati sono gli stessi dal 1973, con la sola esclusione della riduzione della aree a Seno Cocciani, conseguente alla realizzazione del Porto Industriale; le aziende esercenti la mitilicoltura sono formate dagli stessi soggetti che operano da oltre 30 anni, non si capisce a quali “fallimenti” si faccia riferimento; la “frammentazione” è sempre esistita e sempre lo sarà, dato lo spiccato individualismo degli addetti. Non vi è alcuna diminuzione di consumi, di fatturato o meglio di produzione, che – data la forte richiesta - viene esaurita generalmente nel mese di agosto, stante l’impossibilità di incrementarla per la mancanza di ulteriori aree di allevamento; è assolutamente inesistente il descritto “impatto psicologico negativo”; tutte le infrastrutture (ancorchè molto semplici) sono state più volte rinnovate con nuove tecnologie. Da quanto sopra esposto Non vi è pertanto alcuna coerenza col concetto di “sostenibilità ambientale” illustrato a pag. 20 della Sintesi non tecnica: la procedura VAS avrebbe dovuto chiedere l’aggiornamento dei sopra citati dati". Questo è solo uno dei tanti esempi che i mitilicoltori vogliono portare all'attenzione del SAVI dell'Autorità Portuale.
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