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Piano Mancini. Pizzadili: espropri per 126,24 ettari

Piano Mancini. Pizzadili: espropri per 126,24 ettari
Piano Mancini. Pizzadili: espropri per 126,24 ettari
Angela Galiberti

Pubblicato il 05 September 2015 alle 09:12

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Olbia, 05 Settembre 2015 - Altro che terreni limati, piccole porzioni di giardini e case solo sfiorate dalle opere di mitigazione previste dal Piano Mancini per la salvaguardia idraulica di Olbia: a lanciare l'allarme è stato Tonino Pizzadili, consigliere di minoranza in quota Unidos.

Secondo il consigilere Pizzadili, i dati sugli ettari da espropriare non sono stati forniti in modo chiaro ed esaustivo. Non solo: in realtà, la superficie da espropriare sarebbe molta di più rispetto alla quantità inizialmente indicata.

"Il Consiglio comunale il 22 maggio 2015 ha approvato il quadro delle opere di mitigazione del rischio idraulico nel territorio comunale di Olbia. In quella occasione non furono definite le aree da sottoporre a vincolo preordinato all’esproprio di tutte le superfici interessate dalle opere infrastrutturali con le relative fasce di rispetto nonostante le sollecitazioni del sottoscritto - ha detto il consigliere di Unidos, Tonino Pizzadili -. Forse non bisognava spaventare ulteriormente gli olbiesi? Quel progetto prevedeva ettari 41,2 (mq 412.000) di espropri per la realizzazione delle vasche di laminazione; nessun dato fu fornito circa gli espropri necessari per l’ampliamento dei canali".

Nei giorni scorsi, il Comune di Olbia ha pubblicato l'elenco degli espropriandi e da qui, Pizzadili, ha ricavato un dato interessante. "L’elaborazione dei dati forniti dal comune ha consentito di accertare che la superficie complessiva degli espropri è di ettari 126,24 (mq 1.262.400) suddivisa come segue: per le vasche di laminazione ettari 94,36 (mq. 943.600) e non ettari 41,2; per l’ampliamento dei canali ettari 31,88 (mq. 218.800)", ha sottolineato il consigliere comunale di Unidos.

Pizzadili ha così nuovamente criticato il Piano Mancini:

In sostanza, Pizzadili critica il Comune poiché non ha fornito sin dall'inizio il dato complessivo delle superfici da espropriare: un numero, questo, ragguardevole. Continuo a sostenere, con maggiore convinzione, assieme al gruppo politico che rappresento la inadeguatezza del progetto Mancini/Tilocca: - il progetto prevede opere di regimazione idraulica prevalentemente nella parte urbana di Olbia; non sono state approfondite soluzioni alternative; - sono opere particolarmente significative, per l'impatto che avranno sul tessuto urbano; - l'insieme di opere, così come previste in detto progetto, appare come del tutto slegato dal contesto urbano nel quale andrà a ricadere; - l'esecuzione di dette opere modificherà, sostanzialmente, l'assetto urbano della città, con inevitabili grosse compromissioni del tessuto urbanistico attuale; - la soluzione adottata potrebbe rivelarsi anche idonea sul piano idraulico ma devastante su quello urbanistico, con peggioramento della qualità della vita nella città e con la creazione di imponenti danni patrimoniali ai privati ed alla stessa municipalità; - detti danni sembrano, al momento, talmente consistenti da essere non quantificabili, in considerazione della concatenazione dei contraccolpi economici, sociali ed ambientali che l'esecuzione e la messa in funzione delle opere genererà; - da evidenziare anche i danni che potrebbero causare le vasche di laminazione e le modalità di utilizzo, gestione e funzionamento;

Un nodo importante deriva dal valore dei terreni sottoposti ad esproprio. "L’ampliamento dei canali comporta l’esproprio parziale di terreni agricoli, aree edificabili, aree edificate (immobile costituito dal corpo di fabbrica, cortile, giardino, parcheggi ed eventuali altre pertinenze) e conseguentemente determina un significativo deprezzamento del valore dell’immobile residuo - ha detto Tonino Pizzadili -. La perdita di valore è dovuta a numerosi nuovi fattori: la perdita di parte dell’immobile, la presenza talvolta nell’uscio di casa dell’acqua del canale, la condizione in molti casi di rientrare nelle distanze previste nel R.D. n.523 del 25/07/1904 e per i canali di bonifica e quindi la parziale o totale inedificabilità e/o la impossibilità di utilizzare volumi residui o norme che consentono in condizioni normali l’ampliamento del fabbricato, la presenza di servitù per l’accesso alla pulizia e manutenzione dei nuovi canali".

Il consigliere di minoranza mette in guardia l'amministrazione sui costi effettivi degli espropri: "Ulteriori sorprese, infatti, saranno evidenti al momento che si andrà a definire compiutamente il piano particellare degli espropri. L’art. 33 del Testo Unico Espropriazione per Pubblica Utilità D.P.R. n.327/2001 prevede che “Nel caso di esproprio parziale di un bene unitario, il valore della parte espropriata è determinato tenendo conto della relativa diminuzione del valore” vale cioè il principio del valore complementare e quindi l’indennità è pari alla differenza fra il valore venale del bene ante esproprio e il valore del bene post opera. Altri oneri finanziari saranno necessari per le indennità di occupazione temporanea di aree non soggette ad esproprio (Art.49) e le indennità per l’imposizione di servitù (Art.44). A questo punto mi chiedo, e ci chiediamo, ma è stato un caso che al momento della votazione per l’approvazione del progetto Mancini/Tilocca erano presenti in aula solo 14 consiglieri di maggioranza oltre al Sindaco? Forse non è un caso che qualche consigliere che ha votato favorevolmente il progetto oggi cerca di tenere le distanze dall’evolversi delle procedure tecnico/amministrative".