Thursday, 25 April 2024

Informazione dal 1999

Cronaca

Palau: la Batteria Militare Talmone torna alla vita

Palau: la Batteria Militare Talmone torna alla vita
Palau: la Batteria Militare Talmone torna alla vita
Olbia.it

Pubblicato il 24 July 2013 alle 16:32

condividi articolo:

Palau - Nell’estremo Nord della Sardegna, nel comune di Palau, di fronte all’Arcipelago di La Maddalena, c’è un paesaggio poco conosciuto di straordinaria integrità, incorniciato dalla macchia mediterranea: Punta Don Diego, dove il vento ha scolpito e levigato imponenti roccioni granitici e l’acqua color smeraldo ha scavato meravigliose insenature. Qui, perfettamente inserita tra le rocce e la vegetazione, si trova la Batteria militare Talmone, un vasto insediamento di difesa affidato nel 2002, dopo decenni di abbandono, dalla Regione Autonoma della Sardegna in concessione alFAI – Fondo Ambiente Italiano.

Oggi, grazie al completamento del primo lotto di restauri, la Fondazione annuncia con soddisfazione l’apertura al pubblico della Caserma.

Il progetto di restauro conservativo e di valorizzazione del complesso militare, è stato avviato grazie a una Convenzione tra FAI e Comune di Palau che prevede, attraverso la progettazione congiunta degli interventi, l’inserimento di tale progetto in un programma di riqualificazione del sistema difensivo costiero e la futura destinazione della Caserma a “rifugio marino”.

La Batteria fa parte di un sistema difensivo - importante testimonianza della storia militare del nostro Paese – costituito da una cinquantina tra forti e fortini, sorto sulla costa nord della Sardegna nella seconda metà del Settecento dopo che Carlo Emanuele III di Savoia sottrasse le isole dell’Arcipelago di La Maddalena al controllo genovese. Ampliato all’indomani dell’Unità d’Italia, quando tornò a giocare un ruolo importante nella difesa dei confini nazionali, e dismesso dopo la conclusione del secondo conflitto mondiale, quello che oggi rimane di un così complesso sistema rivela come questo tratto di mare abbia fatto più volte da sfondo allo scontro di interessi politici contrapposti e abbia ospitato uomini coraggiosi, uniti nell’ideale della difesa della Nazione.

Inserita e mimetizzata nel paesaggio, la Batteria militare Talmone, che occupa un’area di 55.000 metri quadrati, con gli spalti interrati per il posizionamento dei cannoni, posti a ridosso della linea di costa e da questa non visibili, i depositi delle munizioni, la stazione di puntamento e la Caserma forma un omogeneo insieme di eccezionale valore storico, ambientale e architettonico.

Nascosta nella macchia e incassata in anfratti, a pochi metri dalle postazioni di tiro, si incontra la Caserma che ospitava i marinai di stanza a Punta Don Diego, con la camerata per i soldati, la mensa, il Comando, l’alloggio per le guardie e la cambusa. Lì si svolgeva la vita quotidiana dei settanta militari, come su una “nave in terraferma”: isolati dal mondo dovevano essere autosufficienti, coltivando orti, sfruttando l’acqua piovana e combattendo la depressione data dalla solitudine. Turni faticosissimi scandivano le loro giornate, in un ambiente naturale impervio, dove le ore trascorrevano tra i servizi militari e gli abituali mestieri per il sostentamento. Entrando nella Caserma, oggi restaurata, è possibile calarsi nella vita di quegli uomini: le amache su cui dormivano, le cucine a legna e i lavatoi in pietra rimandano ai giorni vissuti qui dai militari di guardia.

Realizzato in blocchi squadrati di granito intonacati, l’edifico della Caserma presenta una serie di finestre regolarmente cadenzate che assicuravano luce e aria ai vari ambienti; il tetto è percorso da piccoli fori che, raccogliendo e convogliando l’acqua piovana, riempivano le cisterne sottostanti. A completare le strutture essenziali all’autosufficienza dei soldati, una piccola lavanderia che sorge a pochi metri dall’edificio.

Approfondite ricerche storiche e architettoniche hanno permesso di ripristinare l’atmosfera originaria rendendo agibile al pubblico questa importante testimonianza della vita militare del nostro Paese.

L’intervento del FAI. Il FAI è intervenuto dopo anni di degrado e di abbandono, quando la condizione di tutta l’area appariva critica: il rischio che dal deperimento si passasse alla perdita del bene era molto concreto. I lavori si sono subito rivelati enormemente difficili per l’assenza di collegamenti carrabili con la Batteria, immersa in una natura aspra e nel tratto di costa così rocciosa da impedire l’approdo e lo sbarco: si è reso quindi necessario l’utilizzo dell’elicottero per le operazioni di approvvigionamento del cantiere.

La prima fase di intervento ha previsto la messa in sicurezza della Caserma; si è provveduto quindi alla scucitura delle parti pericolanti e compromesse, al consolidamento della muratura portante e delle fondazioni nonché alle reintegrazioni delle brecce formatesi, utilizzando conci di granito recuperati nella vecchia cava situata vicino alla Batteria.

E’ stato rimesso in efficienza l’importante sistema di raccolta delle acque piovane, grazie al ripristino della copertura dell’edificio, in origine progettata come il ponte di una nave, provvisto di “ombrinali” (tipici pluviali navali) che, convogliando l’acqua meteorica, riempivano le cisterne sottostanti la Caserma. I pavimenti e gli intonaci originari sono stati conservati mentre quelli mancanti sono stati integrati con tecniche e materiali coerenti. Sono infine stati restaurati i camini, le cucine a legna e i lavatoi.

Si è intervenuti anche sulla strada di collegamento tra batterie e Caserma, dove è stato ripristinato il fondo stradale non più esistente per i fenomeni di erosione e per i frequenti crolli e si è effettuato un lavoro di pulizia dei sentieri per rendere agevole il raggiungimento del sito.

Il restauro della Batteria non è però terminato e sarà necessariala ricerca di ulteriori finanziamenti per poter proseguire gli interventi di recupero degli spalti interrati, della stazione di puntamento e della lavanderia. Oltre alla conversione della Caserma in “rifugio marino”, uno spazio destinato all’accoglienza di coloro che a gruppi vorranno intraprendere campi di volontariato, di studio e di ricerca e alla funzione educativa-museale con spazi dedicati alle testimonianze storiche, alle valenze naturalistiche e paesaggistiche di quel tratto di costa.

L’apertura al pubblico della Caserma è stata resa possibile grazie al determinante contributo di Associazione delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte

Il FAI ringrazia inoltre per il sostegno Tiscali S.p.A., la Delegazione FAI di Macerata, Club Rotary della Sardegna.

Si ringrazia la Marina Militare Italiana.

La Caserma sarà aperta al pubblico dal 24 luglio al 15 settembre dalle ore 11.00 alle 17.00. Ingresso a contributo libero.