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Cronaca

Operazione "Terra Promessa 2": 17 arresti per traffico di esseri umani

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Olbia.it

Pubblicato il 11 July 2012 alle 17:22

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Adnkronos. I Carabinieri di Sassari, in collaborazione coni colleghi di di Olbia, Roma, Genova, Treviso, Prato, Arezzo, Caserta e Parma, nell'ambito dell'operazione "Terra Promessa 2", hanno arrestato 17 persone (2 italiani, 13 nigeriani, e 2 nigeriani residenti in Francia e Germania), per associazione a delinquerefinalizzata al traffico di esseri umani, riduzione e mantenimento in schiavitu', tratta di persone, reati in materia di prostituzione e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

L'indagine è partita dalla denuncia nel 2006 di una donna nigeriana che, arrivata clandestinamente ad Olbia con la promessa di un lavoro regolare, era stata costretta a prostituirsi.

Le successive indagini hanno consentito di individuare un gruppo di persone dedite allo sfruttamento della prostituzione in tutto il Nord Sardegna.

Nel 2008 erano stati arrestati 16 nigeriani, tuttora sotto processo per gravi reati davanti alla Corte d'Assise di Sassari.

L'approfondimento delle indagini ha consentito di individuare gli uomini arrestati, i quali avevano costituto un'organizzazione internazionale che faceva giungere clandestinamente in Europa uomini e donne, da avviare al lavoro nero e alla prostituzione.

I criminali si occupavano di tutto: il reclutamento in patria, la fornitura di documenti falsi, il trasferimento verso le coste nordafricane in automezzi e il successivo traghettamento su quelle europee.

Le giovani nigeriane, di eta' compresa tra i 17 e i 30 anni, provenienti da famiglie estremamente povere, venivano 'acquistate' dall'organizzazione per somme che oscillavano dai 1.500 ai 2.000 euro, come veri e propri oggetti appartenenti a bande criminali del luogo, e fatte arrivare illegalmente in Italia.

Il pagamento di un ingente somma per il viaggio dovuta ai trafficanti, creava un vincolo che condizionava le vittime, producendo il cosi' detto ''debito'', sino al completo pagamento del quale le ragazze non potevano affrancarsi.

Lo stesso debito era destinato ad aumentare in maniera esponenziale, anche di 4 o 5 volte, perche' le poverette dovevano pagare il marciapiede, l'affitto della casa che condividevano anche in 15-20 e, infine, il rilascio di documenti falsi di soggiorno.

Una volta giunte in Italia, le ragazze venivano affidate alla madame (in genere, ex prostitute salite di rango nell'organizzazione), che stabiliva con loro uno stretto legame basato su riti magici, in modo da crearne un totale asservimento.

Questa provvedeva alla sistemazione logistica, alla riscossione dei proventi del meretricio e ad avvisare gli incaricati dall'organizzazione in caso di ribellione di qualcuna di loro.

In questi casi la ritorsione era variabile, dalla minaccia, alla sottrazione dei documenti, sino alla violenza fisica e sessuale, non esclusa la vendetta nei confronti dei parenti rimasti in Nigeria.

L'associazione, infine, lucrava anche sui matrimoni combinati con italiani consenzienti.

Il costo dell'operazione oscillava dai 6 ai 7.000 euro, a carico dell'extracomunitario, cui una minima parte andava allo ''sposo''.

I criminali fornivano, anche in questo caso, la documentazione necessaria.

La donna poteva cosi', dopo aver estinto il ''debito'', conseguire la cittadinanza italiana, trascorsi sei mesi dalle nozze.