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Omaggio a Gesuino Rassu: 120 opere bellissime

Omaggio a Gesuino Rassu: 120 opere bellissime
Omaggio a Gesuino Rassu: 120 opere bellissime
Angela Galiberti

Pubblicato il 02 August 2013 alle 16:56

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rassu-panorama Olbia – E alla fine eccolo qua il tributo di Olbia al compianto Gesuino Rassu, pittore sopraffino e forse troppo sottovalutato che, oggi – a 6 anni dalla morte , occupa ben due sale del Museo Archeolgico Peddone: una al primo piano (Sala degli Oblò o di Ercole) e una al secondo piano (sala degli “Impressionisti”). La famiglia, aiutata da Paolo Sirena (direttore del museo Sa Corona Arrubia), ha scelto per l'occasione 120 opere firmate Gesuino Rassu sulle 2500 in possesso della famiglia. 120 quadri che descrivono in maniera perfetta il percorso artistico del pittore olbiese. Un talento incredibile, degno dei migliori artisti del mondo, che è riuscito a far proprio ogni stile e ogni epoca pittorica. Ogni quadro di Rassu è un richiamo, un eco, un sussurro che racconta epoche lontane: il rinascimento nelle nature morte, il neoclassicismo, l'impressionismo, il fauvismo e persino l'astrattismo (che però, confessa uno dei tre figli, è rimasto a casa in attesa di un evento speciale). Ma ogni dipinto è anche indubbiamente personale: nella scelta dei colori, dei soggetti, delle prospettive, delle misure della tela. Rassu era (ed è) un pittore che non si ripete mai. Nei suoi dipinti c'è sempre un po' di Olbia, ma questa olbiesità – quando non compare esplicitamente – la ritrovi nella piega di una ruga in un volto, in un riflesso nel mare, nel colore di un fiore. L'opera omnia di Gesuino Rassu è “un giacimento culturale”. La definizione è del dottor Sirena che, ieri sera durante l'inaugurazione, ha dato una breve lettura critica della mostra. “Le opere sono di livello altissimo – ha detto Sirena – e sono molto varie. Queste opere fanno parte del tessuto sociale degli olbiesi perchè molti olbiesi hanno le opere di Rassu in casa. Su Rassu c'è tanto da fare. Su di lui è stato scritto pochissimo. Il suo è un percorso straordinario, è arrivato anche all'astrattismo”. Ciò che colpisce nelle opere di Rassu è la loro vibrazione. I quadri emozionano, parlano, raccontano una storia. Anche la scelta cromatica è interessante. Il pittore olbiese, in molte opere, ha scelto dei colori che – a prima vista – possono sembrare spenti, scuri, senza vita. In mezzo a queste tonalità “neutre”, invece, vibra una luce seminascosta data da giochi di ombre e luci, colori accennati e vigorose pennellate. Ma anche nell'esecuzione del dipinto, Gesuino Rassu cambia spesso tecnica e supporto dando vita ogni volta a una lettura diversa del termine “pittura”. Rassu, con lo Studio 38, aveva dato anche il via a una scuola per giovani pittori. Tanti olbiesi sono passati da quella scuola. Gavino Sanna, fotoreporter della Nuova Sardegna, ha imparato a dipingere proprio con Rassu anche se, dopo mostre e premi, ha deciso dedicare la sua vita alla fotografia giornalistica. Sanna non è l'unico personaggio celebre ad essere passato da Rassu. A prendere lezioni dall'artista olbiese ci è andata anche Maria Caterina Mariano, l'unica sua allieva rimasta nel mondo dell'arte e fondatrice dell'associazione Artemisia International Gallery. “Era un soggetto – racconta Maria Caterina Mariano – noi due litigavamo sempre, tutte le volte buttavo la tela e promettevo di non tornare. La settimana dopo ero di nuovo da lui. E se qualcuno lo imitava, cancellava tutto”. Rassu ha sempre creduto in Mariano e Mariano ha sempre creduto in Rassu. “Alla mia prima mostra – prosegue Maria Caterina, che di professione fa la pittrice e l'organizzatrice di mostre – è venuto a guardare e alla fine mi ha detto che avevo trasformato un hobby in un lavoro”. Il giorno del funerale del pittore per Maria Caterina è un giorno che ha una importanza particolare. “Il giorno del suo funerale io ero a Roma per la mia prima mostra al Vittoriano” conclude la pittrice. Era un giorno triste, ma il lavoro della pittrice olbiese non sarebbe stato possibile senza Gesuino Rassu. (in copertina e in foto: due opere di Rassu esposte al Museo)